ILVA: “PANE E VELENO”

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(dal blog: proletaricomunisti.blogspot.it)

ILVA: “PANE E VELENO”

Il nuovo presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, ogni giorno sta girando in una mensa diversa, si presenta in “maniche di camicia”, e “molto democratico” mangia con i lavoratori, e intanto parla agli operai per fare propaganda, da piazzista della politica dell’azienda, e soprattutto chiamare gli operai a sostenerlo. Il servo che accompagna questa politica e’ soprattutto la Cisl.
Emblematico e’ quanto e’ successo giovedi scorso: Ferrante si presenta in mensa e fa il suo discorsetto, facendo appello ai sindacati a collaborare; si alza un rappresentante della Cisl e da buon servo dice: ma noi abbiamo gia’ organizzato delle manifestazioni… Ferrante, da buon padrone, risponde:
certo, pero’ ora si tratta di lavorare… E spiega agli operai che la produzione sia pur riducendola un po’, deve continuare, altrimenti dove li trova l’azienda i soldi da investire per la messa a norma degli impianti?
Tradotto, operai se volete che l’Ilva faccia qualche piccolo intervento per la vostra salute, voi ve lo dovete pagare col vostro lavoro e continuando a mettere a rischio la salute…

In effetti, un operaio dello Slai cobas per il sindacato di classe dell’Acciaieria 1 dice che stanno continuando a lavorare piu’ o meno come prima, sono al 75% della produzione, da 50 colate di prima, ora sono passati solo a 43/44 colate; ma questo calo e’ meno di quello che avviene durante la manutenzione ordinaria.
Se qualche tempo fa – continua l’operaio – ci sono voluti ben 5 mesi per cambiare solo il sedile difettoso della gru su cui lavoravo, quanti anni ci metteranno per mettere in sicurezza interi impianti, per rinnovare gli impianti vecchi?
A Ferrante, quando viene in mensa, dovremmo fargli mangiare fettina di carne impanata di polvere di minerale… “pane e veleno!”.

Questo rilancia la palla dello scontro di classe dentro la fabbrica e la centralita’, per la battaglia per la salute e la vita degli operai e della popolazione dei quartieri, dell’azione di lotta degli operai contro padron Riva e lo Stato dei padroni.
Ferrante propaganda una disponibilita’ di intervento che e’, per soldi e per lavori, quasi una normale manutenzione; mentre rilascia interviste di buoni propositi continua ad immettere nell’aria come prima polveri sottili e scarichi altamente nocivi; dice di voler anche rispettare le prescrizioni della giud. Todisco ma intanto fa gli interventi secondo i suoi piani (e quelli di Governo e Regione) – vedi la questione dei parchi minerali che la prescrizione parla di copertura e l’Ilva sta per intervenire invece con la costruzione al alte barriere e la irrogazione con un sostanza gelatinosa (una vera sciocchezza, come dicono gli stessi operai), ecc.

La messa a norma non si fara’ realmente, e non basteranno certo giudici o custodi a imporla, se gli operai – affermando nei fatti con l’organizzazione sindacale di classe un’autonomia da sindacati aziendalisti e dall’ambientalismo ambiguo che contrasta proprio il ruolo degli operai – non la impongono con la lotta. Sono gli operai che, tra l’altro hanno da dire e dare indicazioni effettive, che, organizzati nello slai cobas, devono essere protagonisti della messa a norma; cosi come devono esercitare un controllo continuo sugli interventi da fare e fatti, e chiedere una continua relazione con loro da parte degli stessi “custodi” nominati dalla Todisco, e tecnici.
Nessuna “collaborazione”! Gli operai devono fare una “guerriglia”
quotidiana! E questo, ora, deve essere anche il loro concreto contributo alla battaglia della popolazione della citta’.

1.9.12

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