LADRI, LADRI,LADRI

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corriere della sera

Ha sempre sostenuto di non essersi occupato della gestione finanziaria del partito [k]perche’ a questo avevamo delegato il tesoriere[k]. E invece sarebbero proprio i documenti consegnati due giorni fa da Luigi Lusi ai magistrati romani a smentire la tesi di Francesco Rutelli. Tra le carte depositate durante l’interrogatorio che si e’ svolto sabato pomeriggio nel carcere di Rebibbia ci sono infatti due lettere, una a mano e una al computer, scritte proprio da Rutelli. Ed entrambe riguardano la destinazione dei rimborsi elettorali ottenuti dalla Margherita dopo lo scioglimento e la fusione con i Ds nel Partito democratico avvenuta nel 2007. Non solo. Altri appunti si riferiscono alle somme versate a diversi esponenti del partito, in particolare Enzo Bianco e Matteo Renzi. [k]E le indicazioni – ha sostenuto Lusi – arrivavano dal segretario con il quale avevo un confronto costante, anche se spesso riuscivamo a parlarci per non piu’ di dieci minuti[k]. Subito dopo ribadisce che [k]lui era perfettamente a conoscenza degli investimenti immobiliari, tanto da suggerirmi la creazione di una societa’ estera[k]. Versione smentita da Rutelli che su questo ha gia’ depositato una querela.

LE DISPOSIZIONI DEL 2009 – Il confronto a distanza dunque non e’ terminato, anzi, promette scintille. Perche’ da questa mattina cominceranno le verifiche affidate alla Guardia di Finanza e al termine e’ possibile che Rutelli, ma anche Enzo Bianco e altri leader del partito vengano nuovamente interrogati dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal suo sostituto Stefano Pesci, i titolari dell’indagine avviata nel dicembre dello scorso anno su alcune operazioni bancarie sospette che hanno consentito di scoprire un ammanco di oltre 25 milioni. Soldi che Lusi e’ accusato di aver rubato insieme alla moglie, ad altri familiari e a due commercialisti.

L’APPUNTO DI RUTELLI – Nell’appunto scritto a mano, che Lusi colloca nel 2009 ma senza poter specificare la data precisa, Rutelli parlerebbe della destinazione di un milione e mezzo di euro, di cui almeno 600 mila per la sua corrente. Soldi che il tesoriere avrebbe dovuto gestire. Poi rimprovererebbe Lusi per aver restituito al Parlamento europeo alcuni fondi destinati al Pd di Bruxelles di cui il senatore amministrava le finanze. Anche nell’altra lettera, scritta al computer e datata 10 novembre 2009 si parla di denaro, ma su quale sia l’uso che ne deve essere fatto bisognera’ adesso effettuare alcuni accertamenti perche’, come sottolineano gli inquirenti, [k]si tratta di comunicazioni molto sintetiche e non esplicite, dunque si dovra’ capire dove sono effettivamente finite le somme[k].

LE MAIL DI LUSI – Molto piu’ dettagliate sono le mail che Lusi spediva a Rutelli, anch’esse consegnate durante l’interrogatorio di fronte al giudice Simonetta D’Alessandro che ha ordinato l’arresto del tesoriere e ha ottenuto il via libera all’esecuzione dall’aula di Palazzo Madama con un voto che non ha precedenti visto che mai prima d’ora era stata autorizzata la cattura di un senatore. In tutto agli atti sono state allegate una decina di pagine nelle quali il tesoriere fa presente che i [k]soldi saranno destinati a singole persone[k] e questo, ha affermato rispondendo alle domande del giudice, [k]dopo aver preso la decisione di spartire il denaro dei rimborsi per evitare che dopo la fusione finissero nelle casse del Pd[k]. In particolare c’e’ una mail nella quale Lusi avrebbe proposto di far confluire i fondi sui conti di [k]associazioni e fondazioni[k] cosa che effettivamente e’ poi avvenuta, almeno in parte. Ed e’ proprio quando affronta l’argomento relativo a questa presunta spartizione che Lusi cita Bianco e Renzi.

CASE E VILLE – Secondo il tesoriere la scelta di spartirsi i finanziamenti tra le correnti dei rutelliani e dei popolari risale al 2007. Un mese fa, durante la sua audizione di fronte alla Giunta del Senato, aveva sostenuto che anche gli investimenti immobiliari rientravano in questa politica di divisione e che lui era di fatto il [k]fiduciario[k] dell’operazione. Ieri ha aggiunto nuovi dettagli, e anche su questo bisognera’ adesso cercare eventuali riscontri. Perche’ Lusi sostiene che quegli acquisti di appartamenti e ville furono [k]fatti per conto dei rutelliani e decisi ben prima dello scioglimento della Margherita[k].

LA TESI – che e’ accusato di aver rubato circa 25 milioni di euro al partito una parte dei quali utilizzati proprio per comprare lussuose proprieta’ al centro di Roma e in campagna, ma anche per ristrutturare appartamenti che gia’ possedeva in Abruzzo – e’ che [k]fu Rutelli ad autorizzare quegli acquisiti consigliandomi anche di utilizzare una societa’ estera, visto che mia moglie e’ canadese[k]. L’interessato ha smentito parlando di [k]bufale pronunciate da un ladro[k], ma ora Lusi aggiunge un nuovo dettaglio: [k]Accadde prima del 2007[k], dunque quando la Margherita era ancora un partito autonomo e Rutelli era vicepresidente del Consiglio con il governo guidato a Romano Prodi. L’ennesima bordata in una guerra che appare senza fine.

Fiorenza Sarzanini

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