IL FORMAGGIO VALE PIu’ DELLA VITA DEGLI OPERAI

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IL FORMAGGIO VALE PIu’ DELLA VITA DEGLI OPERAI
Gli industriali perdono le forme di formaggio e chiedono e ricevono aiuti. Gli operai perdono la vita e i loro familiari non ottengono nulla.

Nel terremoto che ha investito l[k]Emilia, le cooperative, i caseifici, gli industriali del formaggio hanno subito danni, riguardanti prodotti di eccellenza del settore agroalimentare quali il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, pari a oltre 150 milioni di euro. Ai quali si vanno ad aggiungere danni alle infrastrutture, agli impianti e ai macchinari per una stima complessiva, solo per quanto riguarda la cooperazione agroalimentare, di 300 milioni di euro. Immediati sono stati gli interventi di dirigenti, politici, sindacati, le audizioni dei boss della cooperazione agricola presso le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato per sollecitare interventi finanziari delle istituzioni volti a consentire da un lato l[k]ordinaria attivita’ di raccolta, trasformazione e conservazione dei prodotti agroalimentari e dall[k]altro lato per procedere rapidamente alla ricostruzione. I padroni chiedono che siano messe a disposizione risorse straordinarie da parte del governo perche’ non possono perdere ulteriore terreno sui mercati, esigono risorse della collettivita’ perche’ devono riprendere a incamerare profitto. E i soldi che chiedono li avranno.

Nello stesso terremoto sono morti 17 operai, alcuni impegnati nei turni notturni, altri caduti perche’ costretti dai padroni (dietro firma di liberatoria di responsabilita’ per i padroni!) a tornare a lavorare pena la perdita del lavoro, benche’ si sapesse che era rischioso ritornare in fabbriche di cartapesta (ed ecco spiegata la criminale imposizione della liberatoria!). 17 operai hanno perso non forme di formaggio o cassette di ortofrutta, ma la vita. 17 famiglie hanno perso un padre, un figlio, un marito, un fratello. Ebbene, per questi 17 operai, per queste 17 vite uccise non dal terremoto, ma dall[k]ingordigia di avide bestie capitaliste, nessuno ha mosso un dito, nessuno ha chiesto un aiuto finanziario. Politici, sindacati, istituzioni, intellettuali, giornalisti, voci della [k]societa’ civile[k], tutti si sono guardati bene dal pretendere almeno un risarcimento per quelle 17 povere vite. No, per essi gli operai sono morti a causa del terremoto, e al terremoto non si possono chiedere rimborsi.

Questi sono i capitalisti. Le forme di formaggio, le cassette di ortofrutta, i capannoni da rialzare, valgono di piu’ delle vite umane. Che poi i preti, loro sodali, difendano (a parole) il valore della vita fa parte del lavoro comune per sottomettere le masse operaie e popolari. Poiche’ questo e’ il capitalismo, ai capitalisti, e ai loro difensori, non puo’ non andare che l[k]odio piu’ feroce, e la lotta piu’ conseguente, di tutti gli operai e di coloro che stanno dalla parte egli operai.
SPARTACUS

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