IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NEI PAESI EUROPEI

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IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NEI PAESI EUROPEI

I paesi con maggiori problemi rimangono Grecia, Spagna, Portogallo e Italia, ma anche i restanti paesi europei sono in seria difficolta’. In Grecia incombono le elezioni (6 Maggio) e sotto le misure di austerita’ che secondo i piani dovranno essere rafforzate crolla la produzione industriale che lascia sul terreno 8,3% con ulteriori ricadute sull’occupazione. Quindi il paese, nonostante il piano di aiuti e le misure che spingono una larga parte della popolazione nella miseria, rimane sull’orlo del fallimento definitivo (in realta’ il paese e’ gia’ fallito da mesi).

In Spagna il governo continua nella sua strada di tagli e la disoccupazione arriva al 23,6% segnando il record europeo livello di qualche punto percentuale piu’ elevato della grecia. Da notare che le riforme del governo spagnolo sul mercato del lavoro sono molto simili a quelle che si vogliono introdurre nel nostro paese che quindi andra’ incontro ad un’ impennata della disoccupazione.
Il Portogallo nella classifica del numero di disoccupati si attesta al terzo posto dopo Spagna e Grecia appunto e si trova in una profondissima recessione che non consentira’ al paese di ritornare a finanziarsi sul mercato attraverso la vendita dei sui titoli nemmeno il prossimo anno situazione che prelude ad un fallimento definitivo o ad ulteriore ricorso al fondo salva stati.

Vi e’ poi l’Irlanda, con una disoccupazione che si attesta attorno al 14%, un crollo dei consumi che provoca numerose chiusure di esercizi commerciali, dove si terra’ a breve un referendum che chiedera’ ai cittadini se sono favorevoli o contrari alle misure di austerita’ imposte dal governo per far fronte al debito. Il risultato e’ incerto nonostante i sondaggi darebbero una vittoria dei favorevoli, un eventuale risultato negativo invece renderebbe impossibile l’accesso ad ulteriori aiuti e spianerebbe la strada al fallimento.
La situazione italiana, data la riforma del mercato del lavoro che incombe vedra’ aumentare il numero dei disoccupati, nel frattempo si e’ gia’ verificata una diminuzione del prodotto interno lordo pari allo 0,7%.
La Francia si trova in una situazione migliore dei paesi fino ad ora descritti, ma non per questo buona. Del resto e’ facile stare maglio dei cadaveri! Anche in Francia cresce infatti la disoccupazione e incombono le elezioni che sono un referendum sulle misure prese da Sarkozyin materia economica, misure che prevedono una diminuzione delle tasse sulla busta paga ma un aumento delle tasse sulle vendite.

In Belgio l’indebitamento non diminuisce e si rendono quindi necessari nuovi tagli che come visto per altri paesi possono essere presagio di peggioramento economico.
Anche la ricca Svizzera si trova in recessione. L’Olanda deve varare misure di austerita’ dal momento che la recessione in atto provocherebbe un insostenibile innalzamento del debito pubblico. Anche in questo caso le manovre di austerita’ provocheranno un peggioramento degli altri indici economici (consumi e occupazione).

Gli unici paesi che hanno gli indici economici relativamente positivi sono la Germania la Finlandia e la Svezia. In questi paesi il dibattito e’ sull’eventualita’ di uscire dalla comunita’ europea o meno ma la questione non e’ solo nominale ovviamente. Il nocciolo della questione e’ rischiare di perdere quanto prestato ai paesi in difficolta’ perche’ un uscita provocherebbe il loro fallimento, o sperare di riuscire nella quasi impossibile impresa di salvarli rischiando pero’ in caso di fallimento di finire con essi nel baratro?
Il fatto che il numero dei paesi in difficolta’ sia elevato rende concreto il rischio di un fallimento a catena che coivolgerebbe in pieno la Germania e gli altri paesi che a prima vista sembrerebbero saldi.
Questo e’ il punto economico, quello che interessa agli operai e’ combattere contro i padroni e le loro misure di austerita’ che colpiscono i redditi delle classi sociali piu’ basse, i diritti dei lavoratori dipendenti e il lavoro stesso al fine di garantire i loro profitti. Agli operai non puo’ fare paura il fallimento dello stato come vorrebbero i padroni e i politici che fanno campagne di terrore attraverso i mass media. e’ molto peggio per gli operai se gli stati riescono a salvarsi dalla crisi perche’ cio’ significherebbe per loro un futuro da schiavi! Occorre ribellarsi a questa logica! Occorre fondare un partito che guidi la ribellione degli operai! Il capitalismo non deve uscire da questa crisi ancora una volta facendo la pelle agli operai!

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