OPERAI ALCOA

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REDAZIONE DI OPERAICONTRO

La multinazionale leader mondiale dell’alluminio ALCOA prosegue la sua politica di tagli del personale e chiusure indiscriminate. Prevista la riduzione del 12% della produzione, la chiusura dello stabilimento sardo di Portovesme, di quelli in Tennessee e Texas ed il ridimensionamento ad Avile’s e La Coru[k]a in Spagna e Point Henry in Australia.
Sul versante italiano, il prossimo 8 marzo si terra’ il terzo tavolo dall’inizio dell’anno tra sindacati, padroni e governo sulla vertenza aperta per lo stabilimento di Portovesme, nella martoriata regione del Sulcis Iglesiente in terra di Sardegna. L’ALCOA e’ stata richiamata dall’Unione Europea a pagare una penale di 300 milioni di euro. Come la FIAT, ha intascato milioni di contributi pubblici da parte del governo di Roma. Tra indotto e dipendenti, gli operai coinvolti sono circa 900.

In Spagna il mantenimento dei siti produttivi non e’ ancora fuori discussione. Anche qui come in Sardegna il problema sollevato dal padronato e’ l’eccessivo costo dell’energia per gli stabilimenti. Alla fine del 2012 in Spagna scadra’ il tariffario annuale per l’approvigionamento energetico, ed il nuovo governo Rajoy si impegna a venire incontro alle richieste del padronato. Nel frattempo, il ministero del lavoro insieme ai sindacati, che sottolineano l’approvazione del piano da parte della maggioranza degli operai, ha approntato tariffe speciali in vigore da marzo 2012 sino al 4 aprile 2013.

Sul versante australiano, interessante e’ l’analisi di un ipotetico scenario di chiusura di ALCOA a Point Henry redatta dal Canberra Times, che molto si sofferma sulle ricadute occupazionali che coinvolgerebbero l’indotto di un’intera nazione. L’Australia e’ una fondamentale risorsa di bauxite, minerale indispensabile ed il piu’ prezioso per la produzione finale di alluminio; per anni la vicina Tasmania ha goduto degli investimenti di capitale di ALCOA grazie ai costi contenuti della sua fornitura elettrica. Il quotidiano oceanico si chiede quindi cosa avverra’ nel Paese una volta sgonfiato il boom minerario delle regioni periferiche.

A differenza della stampa pennivendola italiana, Canberra Times da’ notizia della costruzione da parte di ALCOA di un complesso industriale a Ras Al Khair in Arabia Saudita. Fonderia e laminatoio saranno completati ed avvieranno la produzione all’inizio del 2013.

Chissa’ se l’Occidente e’ al corrente che i loro “amici sauditi” approfiteranno dell’ennesimo investimento estero a Ryadh.

Operai costruiamo il nostro partito. Eliminiamo crumiri e venduti, studiamo chi sono i padroni.

Saluti Operai. M.L.

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