PARASSITI MILIONARI

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Per il momento nel mirino sono finiti gli stipendi dei manager di Stato, dove spiccano i 621mila euro del capo della Polizia, Antonio Manganelli, le cui retribuzioni verranno decurtate al tetto massimo di 294mila euro imposto dal governo Monti. Una fortuna se parametrata allo stipendio medio italiano di 1.286 euro al mese, ma un’inezia se paragonata al settore privato. Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, impegnato nella battaglia per Fonsai, nel 2010 guadagnava 1,53 milioni di euro ed era il centesimo tra i manager piu’ pagati. Oppure basti pensare a Corrado Passera che come ministro dello Sviluppo economico avra’ 200mila euro, ma lo scorso anno era il 20esimo manager piu’ pagato con i 3,5 milioni di Intesa Sanpaolo. Senza dimenticare l’avvocato Paola Severino ministro di giustizia che lavorando per le grandi banche del Paese guadagnava oltre 7 milioni di euro.

Insomma senza un cambio di rotta nel privato sara’ sempre piu’ difficile convincere grandi manager a lasciare i loro incarichi per sposare la causa del servizio pubblico. Un cambio di rotta che – peraltro – sarebbe in linea con la crisi che sta attraversando il Vecchio continente con effetti diversi. Se banchieri svizzeri e tedeschi sono tra i primi a tagliarsi lo stipendio, i vertici di Royal Bank of Scotland, pur controllata dal governo, hanno deciso di non tagliare il bonus per i super manager. Nonostante il crollo degli utili. E sulla stessa lunghezza d’onda sembrano muoversi grandi aziende italiane.

E tra le societa’
del nostro paese per adesso nulla si muove ed e’ difficile immaginare grandi sorprese quando saranno pubblicati i bilanci 2011. Di certo non ci saranno piu’ i 40,6 milioni di euro incassati nel 2010 Alessandro Profumo, l’ex amministratore delegato di Unicredit che allo stipendio di 2,59 milioni aggiunse una liquidazione da 38 milioni di euro, ma in graduatoria restera’ Luca Cordero di Montezemolo: il presidente di Ferrari, e fino al 21 aprile 2010 anche di Fiat, guadagno’ nel 2010 8,728 milioni (+71% rispetto al 2009), 7,5 milioni dal Cavallino rampante, 1,24 milioni dal Lingotto.

In testa alla classifica potrebbe ritrovarsi Cesare Geronzi. Nel 2010 era al vertice di Generali e Mediobanca, ma dopo le dimissioni dal Leone ha ottenuto una buonuscita da 16,67 milioni di euro. A seguire poi, secondo i bilanci approvati lo scorso anno, i manager di societa’ quotate in Borsa, ma controllate dallo Stato, da Eni a Enel, passando per Saipem e Finmeccanica. Fulvio Conti, ad di Enel, incasso’ 4,9 milioni di euro; Paolo Scaroni per Eni 4,4 milioni. Pier Francesco Guarguaglini, ex presidente e ad di Finmeccanica, guadagno’ 4,4 milioni e a dicembre ha ottenuto una buonuscita per altri 4 milioni

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