LOMBARDIA, SI TORNA AI TEMPI DEL DUCE

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Lombardia, la Regione approva la legge contro i negozi etnici
16 febbraio 2012

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato le nuove [k]Disposizioni in materia di artigianato e commercio[k], improntate all[k]insegna del razzismo e della discriminazione verso gli immigrati. Si va dall[k]italiano obbligatorio per vendere bevande e alimenti, alla programmazione delle attivita’ commerciali affidata ai Comuni, i quali saranno abilitati a limitare gli esercizi non reputati in linea con la [k]tradizione padana[k].

Si perche’ da ora in avanti per aprire un[k]attivita’ in pieno centro, si dovra’ passare per le mani del sindaco di turno e sperare che la trovi adatta allo spirito lombardo. Se non sara’ cosi, la strada e’ sbarrata.
Si tratta di disposizioni ideate dalla Lega Nord e votate anche dal Popolo della Liberta’, che tengono sotto tiro tutti gli imprenditori stranieri intenzionati a investire sul territorio.

Da ora in avanti, agli immigrati desiderosi di aprire un[k]attivita’ che preveda la somministrazione di alimenti e bevande non bastera’ neppure saper recitare a memoria I Promessi Sposi per dimostrare di parlare bene l[k]italiano. Sara’, infatti, obbligatorio un certificato che attesti la frequenza del corso di italiano organizzato dalla Camera di Commercio. E senza quello, niente da fare. Non solo. Le nuove disposizioni stabiliscono che persino i nomi dei vari piatti tipici dovranno per forza essere tradotti in italiano, tranne che per i termini ormai conosciuti come kebab.

Pugno di ferro anche contro quei centri massaggi gestiti da orientali sorti in ogni dove. Da ora in poi, tutte le attivita’ che comportano [k]prestazioni, trattamenti e manipolazioni sulla superficie del corpo umano, ivi compresi i massaggi estetici e rilassanti, finalizzate al benessere fisico, al miglioramento estetico della persona o alla cura del corpo priva di effetti terapeutici[k] sono assimilate all[k]attivita’ di estetista, e quindi dovranno rispettare le stesse regole e garantire la presenza di personale con le adeguate qualifiche professionali. Se non si ha il diploma di estetista italiano o parificato, nulla, perche’ altre certificazioni non riconosciute non conteranno. E se in piu’ qualsiasi esercizio dal sapore esotico dovra’ essere [k]qualitativamente rapportabile ai caratteri storici, architettonici e urbanisti dei centri[k].

Si tratta di un provvedimento che i promotori hanno battezzato [k]legge Harlem[k] perche’ ispiratosi alle gesta dell[k]ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, in uno dei quartieri piu’ degradati e problematici della Grande Mela, ossia Harlem. [k]La nostra legge si propone di gestire l[k]immigrazione in maniera responsabile, evitando la formazione di ghetti e le implicazioni che ne derivano a livello di sicurezza e concorrenza sleale[k], ha detto Massimiliano Orsatti, Lega Nord, relatore del progetto di legge.

Di tutt[k]altro avviso e’ invece Arianna Cavicchioli, del Partito Democratico, per la quale questa e’ una legge [k]discriminatoria[k] e [k]incostituzionale[k]. [k]Non tiene conto [k] spiega [k] dei provvedimenti nazionali: la manovra correttiva d[k]agosto del governo Berlusconi, i decreti Salva Italia e Crescitalia, poi convertiti in legge, e quello sulle semplificazioni. L[k]Assemblea ha votato un testo che si fermera’ davanti alla Corte Costituzionale, perche’ contiene palesi motivi d[k]illegittimita’[k].

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