IL MINISTRO VUOLE BOMBARDARE L’AFGHANISTAN

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Il ministro [k]tecnico[k] vuole bombardare l[k]Afghanistan
28 gennaio 2012

Enrico Piovesana

Il governo [k]tecnico[k] di Mario Monti si dimostra ogni giorno di piu’ [k]politico[k], perfino su questioni di supremo significato politico come la partecipazione del nostro Paese a una guerra, in violazione all[k]articolo 11 della Costituzione.

Proprio mentre la Nato in Afghanistan riduce il ricorso ai bombardamenti aerei nel quadro di un graduale disimpegno militare diretto in vista del ritiro nel 2014, il ministro [k]tecnico[k] della Difesa Giampaolo Di Paola annuncia a sorpresa di voler rimuovere completamente quei [k]caveat[k], mantenuti perfino dal guerrafondaio La Russa, che finora hanno impedito ai nostri aerei di bombardare.

Ieri, nel corso di un[k]audizione di fronte alla commissione Difesa in seduta congiunta Camera e Senato, Di Paola ha dichiarato che in Afghanistan intende [k]usare ogni possibilita’ degli assetti presenti in teatro, senza limitazione[k], consentendo anche ai nostri aerei di condurre bombardamenti [k]se sara’ necessario[k].

Nella base italiana di Herat sono schierati quattro aerei Amx Ghinli che finora, come i precedenti Tornado Ids, hanno sempre svolto soltanto missioni di ricognizione, senza bombe sotto le ali. Finora, in caso di necessita’ di [k]supporto aereo[k] in soccorso a truppe a terra in difficolta’, sono sempre intervenuti i nostri elicotteri Mangusta A-129 con i loro missili Tow e i loro micidiali cannoni rotanti da 500 colpi al minuto.

Consentire ai nostri caccia militari schierati in Afghanistan di colpire missioni di bombardamento su obiettivi individuati dai comandi Nato, con cio’ che ne consegue in termini di [k]danni collaterali[k], rappresenta un salto di qualita’ di enorme significato politico, che non puo’ certo essere deciso d[k]autorita’ del governo, senza passare per un voto in parlamento.

[k]I caveat c[k]erano e ci sono ancora: ogni cambiamento deve essere deciso in modo formale, davanti alle Camere, e non notificato durante un[k]audizione[k], ha dichiarato a La Repubblica Gian Piero Scanu, capogruppo Pd nella commissione Difesa del Senato. [k]Non e’ compito del governo imporre un modello di difesa, tanto piu’ quando sul tema e’ prevista l[k]istituzione urgente di un commissione bilaterale che dara’ le sue valutazioni alle Camere in sei mesi[k].

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