MAFLOW ATTENTI A MONTAGNOLI

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Ma un operaio, magari dopo vent’anni di lavoro a turni, sfiancato dalla monotonia del lavoro alienato, senza poter sperare in un futuro diverso per se e i propri figli, dovrebbe preoccuparsi di pensare da padrone e impegnarsi per il rilancio della fabbrica?
Ma cercare soluzioni a questa crisi, all’interno di questo sistema di sfruttamento dove il plusvalore viene sempre intascato dai padroni, non significa semplicemente la ricerca di un fantomatico capitalismo piu’ umano?
Ma fermiamoci alle questioni piu’ immediate.
Ieri, 4 agosto, al Ministero dello Sviluppo Economico, dove il presidio del 29 luglio aveva “strappato” l’impegno alla partecipazione dell’assessore regionale al lavoro, il Terminator ha potuto constatare il proseguimento del suo obiettivo.
Montagnoli e la nuova proprieta’ iniziano a parlare lo stesso linguaggio, quest’ultima concede “ben 120 posti”, ma il sindacalista parla ancora di 200.
Proviamo a sparare una cifra, si metteranno d’accordo per 160?
Fare un presidio per “strappare” la partecipazione dell’assessore al lavoro, dichiarare che: [k]La situazione e’ ancora di stallo, anche perche’ e’ un tavolo che vede tutta una serie di problemi certamente risolvibili, ma abbastanza complessi[k] riferisce Walter Montagnoli della CUB, presente all[k]incontro, significa concretamente che una parte considerevole di operai non rientrera’ in fabbrica.
Operai della maflow, occhio al sindacalista, sta trattando per il rilancio della fabbrica e concretamente significa che solo una parte degli operai concorrera’ per far continuare i profitti al nuovo padrone, il resto andra’ ad aumentare l’esercito di riserva, con una paga per qualche anno di 800 euro di cassa integrazione.

Dai cancelli delle fabbriche in lotta

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