IL BOOM DELLA CASSA INTEGRAZIONE

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Industria, 300 mila posti a rischio e’ boom per la cassa integrazione
Allarme della Cgil: la Cig salita in 4 mesi del 22%. Quasi 800 aziende l[k]hanno chiesta

(la Repubblica, venerdi, 04 luglio 2008)

ROBERTO MANIA

ROMA – Il credit crunch comincia a farsi sentire anche nelle industrie italiane e mette a rischio quasi 290 mila posti di lavoro. L[k]allarme e’ della Cgil. Nei primi quattro mesi di quest[k]anno c[k]e’ stato un balzo del 22,40 per cento del ricorso alla cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2007. In sei mesi le aziende che hanno temporaneamente sospeso tutta o parte l[k]attivita’ produttiva sono passate dalle 669 del 2007 alle 782 del 2008 con un incremento di quasi il 17 per cento.

Da almeno tre anni non si assisteva a indicatori tutti cosi negativi, ma ora stanno arrivando gli effetti della crisi finanziaria mondiale anche sull[k]economia reale. E i dati del Dipartimento settori produttivi della Cgil non tengono ancora conto della decisione della Fiat di aggiungere alla ferie degli operai di Melfi quattro giorni (dal 28 al 31 luglio) di cassa integrazione, dopo il crollo del mercato automobilistico a giugno (meno 19,5 per cento). A settembre il provvedimento potrebbe estendersi anche ad altri stabilimenti del gruppo del Lingotto. Proprio l[k]arrivo della cassa integrazione alla Fiat e’ il segnale della profondita’ della crisi. Giuseppe Berta storico dell[k]industria alla Bocconi: [k]Siamo alla vigilia di un altro grosso scrollone. Continua la metamorfosi dell[k]industria italiana con un suo progressivo “asciugamento”. Ma la novita’ sta nel fatto che sono entrati in crisi, per colpa dell[k]accentuazione del calo della domanda interna, anche i settori anticiclici, quelli, come l[k]alimentare, che non ci davano entusiasmo ma ci davano sicurezza[k]. Le tabelle della Cgil confermano questa analisi: da gennaio a aprile del 2008 la cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) nel settore alimentare e’ cresciuta di quasi il 63 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L[k]impennata piu’ rilevante si e’ registrata nel settore del legno con un +103,22 per cento. In vetta, tra le regioni, la Basilicata (+399,80 per cento), dove pesa il declino del distretto dei divani, ma anche le Marche (+77,06 per cento), con la crisi dell[k]industria degli elettrodomestici.

Nei primi quattro mesi dell[k]anno sono state autorizzate oltre 50 milioni di ore di cig che suddivise per 173, che sono poi le ore di un mese di lavoro, si arriva a quei 290 mila lavoratori “equivalenti”, come dicono gli esperti di mercato del lavoro, che non sono andati a lavorare per un mese e il cui posto non e’ piu’ sicuro. [k]Di fronte a un calo dei consumi del 2,8 per cento – sostiene Susanna Camusso, segretario confederale della Cgil – e’ difficile non vedere la depressione. In questa crisi si sommano tante questioni: il limite dimensionale delle imprese italiane che rende complicata la loro competitivita’ sui mercati; la carenza di investimenti in innovazione e ricerca; e poi la riduzione dei consumi con l[k]aumento dei prezzi delle materie prime. E il ricorso cosi massiccio alla cig porta con se’, da una parte il rischio per l[k]occupazione, e, dall[k]altra, una ulteriore contrazione del reddito disponibile. Diversamente dalla grave industriale crisi dei primi anni Novanta, qui non di vedono le caratteristiche di una graduale riorganizzazione produttiva. Per ora c[k]e’ solo la crisi[k]. Che, come sempre, colpisce piu’ gli operai che i “colletti bianchi”: nei primi due mesi del 2008 – secondo i dati della Federmeccanica – l[k]82 per cento delle ore integrate e’ stata fruita dalle “tute blu”.

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