FERMIAMO LA STRAGE, COSTRUIAMO LE RONDE OPERAIE

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Agenzie di stampa
Catania, 11 giu. – (Adnkronos) – Nuova strage sul lavoro oggi a Mineo, in provincia di Catania. Sei operai sono morti per aver respirato le esalazioni tossiche sprigionate dal depuratore.

Le vittime, quattro dipendenti del Comune – Salvatore Pulici, Giuseppe Zaccaria, Natale Sofia e Giuseppe Palermo – e due addetti di una ditta privata di Ragusa – Salvatore Tumino e Salvatore Smecca – stavano pulendo una vasca in un depuratore consortile dove venivano raccolte le acque reflue del paesino etneo a 35 chilometri dal capoluogo.

“I sei operai – spiega il comandante dei vigili del fuoco di Catania, Salvatore Spano’ – stavano svuotando la vasca dalla melma contenuta sul fondo perche’ evidentemente ci sara’ stato un guasto. Avevano tolto, quindi, la griglia di protezione e messo una scala per scendere. A quel punto, probabilmente, il primo e secondo operaio si sono sentiti male per effetto delle esalazioni tossiche. E’ attendibile che poi gli altri quattro abbiano cercato di aiutare i colleghi, perdendo pero’ a loro volta la vita”. Spano’ ha inoltre aggiunto che “la vasca si e’ presentata semivuota e i sei cadaveri adagiati, alcuni con la faccia rivolta in aria. Sono tutti irriconoscibili perche’ impregnati di fango”.

Sul luogo dell’incidente, dove sono arrivati i familiari delle vittime si susseguono scene di dolore, pianto e urla da parte dei congiunti. Anche il sindaco e l’intera Giunta, oltre ai consiglieri comunali, appresa la notizia, si sono recati sul posto. I quattro dipendenti comunali morti erano tutti sposati e con bambini.

Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha proclamato una giornata di lutto in tutto l’Isola. ”Le parole – ha detto Lombardo – non bastano piu’. E’ venuto il momento di mettere in campo ogni energia per frenare questa emorragia di vite umane”.

Un appello che risuona anche nelle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La tragedia di Mineo, ha detto il capo dello Stato, e’ una ”ulteriore strage”, un “altro gravissimo episodio di carenza di tutele e di misure di prevenzione, da parte di soggetti pubblici e privati” che “ripropone l’imperativo assoluto di interventi e controlli stringenti per la sicurezza sul lavoro e per spezzare la drammatica catena di morti bianche”.

Il premier Silvio Berlusconi ha espresso ”alle famiglie la vicinanza ma anche l’aiuto concreto mio personale e del governo”, mentre il ministro del welfare Maurizio Sacconi ha convocato, per domani alle 16,30, le parti sociali. ”Diventa ancora piu’ urgente – ha sottolineato Sacconi – la promozione di un Piano nazionale di intensa collaborazione tra le parti sociali e le istituzioni per diffondere condizioni di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, attraverso i prioritari investimenti in prevenzione, formazione e informazione”.

Sul fronte sindacale, si leva la voce del leader della Cisl Raffaele Bonanni: ”Chi ha sbagliato deve pagare. Non si puo’ continuare a morire sul lavoro come se nulla fosse. Stiamo diventando come un Paese del terzo mondo’ Tutto il Paese deve ribellarsi a questo andazzo. La verita’ e’ che non si fanno controlli rigorosi a dovere. Non c’e’ ancora un piano vero di prevenzione e di informazione sui rischi che corrono i lavoratori, al di la’ delle leggi vigenti. E poi ci vuole una effettiva selezione delle imprese che prendono, soprattutto nel Sud, appalti con il massimo ribasso e risparmiano sui costi della sicurezza”.

Dall’opposzione, il segretario del Pd Walter Veltroni parla di “una tragedia orribile”. ”Lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che tante cose non hanno funzionato. Le leggi, anche per iniziativa del precedente governo, ci sono e occorre farle funzionare”, conclude il leader del Pd.

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