Veltroni alla prima sparata in tivu’ parlava di 1000 [k] 1300 euro al mese ai precari, poi quando l[k]ha scritto nel punto 6 del programma, Veltroni ha fatto sparire subito 200 euro, tipico dei piazzisti. Ma vediamo cosa dice il punto 6 del programma del Partito Democratico. [k]Sperimentazione di un compenso minimo legale, 1000 [k] 1100 euro netti mensili, per i precari (collaboratori economicamente dipendenti)[k].
Altra giocata da piazzista: Veltroni promette 1000 [k] 1100 euro ai precari, ma subito dopo aggiunge [k] collaboratori economicamente dipendenti[k]. Chi sono costoro? A che serve questa distinzione? Precari si sa, indica tutto cio’ che e’ provvisorio, insicuro, posticcio, senza prevenzione, anche
sinonimo di atipico e flessibile, sia nel lavoro subordinato che parasubordinato.
Ma la nuova definizione di Veltroni ci insospettisce.
Gli serve forse a pararsi il culo qualora risultasse che la stragrande maggioranza dei precari non prendera’ la cifra promessa? E se non e’ cosi a che serve la specifica aggiunta a [k]precari[k]? Non sarebbe una novita’ tra piazzisti. Era gia’ successo con Berlusconi quando promise 1 milione di posti di lavoro e si ingiganti il precariato. La volta successiva promise l[k]aumento delle pensioni minime, ma il provvedimento riguardo’ solo una piccola parte di pensioni minime. Anche Prodi per prendere voti promise l[k]abolizione dello scalone, che poi invece trasformo’ in scalini.
Ora Berlusconi ripete che Veltroni gli ha rubato il programma, rimane un po[k] spiazzato dalla concorrenza, ma rispetto alle precedenti elezioni ha un arma in piu’, da usare nel circo mediatico delle chiacchiere e delle promesse: prima aveva solo tanti denti in bocca, ora puo’ esibire anche qualche centimetro di capelli in piu’. Non e’ poco nella guerra tra piazzisti che, cacciano voti raccontando storielle, difendono e promuovono gli interessi di padroni e classi agiate, mentre rovinano gli operai.
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