IRAQ: GLI USA PAGANO MA NON SERVE A NIENTE

Condividi:

Articolo di peacereporter.it

Iraq – 20.2.2008
Il costo della pacificazione
800mila $ al giorno per non attaccare i soldati Usa, cosa c’e’ dietro la pacificazione di Bagdad?
Khadimiya e Adhamiyah sono due quartieri di Baghdad divenuti simbolo del conflitto, anche territoriale, tra sunniti e sciiti. La lotta tra le due confessioni islamiche ha toccato i massimi livelli di violenza nel 2005 e appare oggi in calo. Una quiescenza che, secondo il comando delle forze di occupazione statunitensi e’ dovuta alla cosiddetta surge, la strategia del generale David Patraeus, basata sull’aumento delle truppe. Ma il calo della violenza nella martoriata capitale irachena dipende davvero dall’invio di 20-30mila soldati? Solo in parte.

1-1. Lo scorso 17 febbraio due squadre di calcio si sono affrontate allo stadio di Bagdhad, di fronte ad un vasto pubblico entusiasta. Si giocava Khadmimiya contro Adhaniyah, come dire: sciiti contro sunniti. A separare i due quartieri ci sono il Tigri e un ponte, tristemente famoso per l’attentato che costo’ la vita a un migliaio di persone nel 2005. La partita e’ stata organizzata proprio per festeggiare l’anniversario della nuova strategia per contenere le violenze settarie, che in questi ultimi due anni hanno cambiato radicalmente il volto e la composizione confessionale della capitale irachena. Sugli spalti sventolavano bandiere irachene a simboleggiare l’unita’ del paese, mentre sul campo i giocatori si sono battuti all’insegna del fair play. La partita si e’ conclusa con un ecumenico pareggio: 1 a 1.

Il prezzo. Diversi analisti militari ritengono che il livello di relativa quiete che si respira oggi a Baghdad non dipenda solo dall’invio di ulteriori soldati, ma anche da un cambio di strategia he ha portato il comando Usa a delegare alle tribu’ sunnite la lotta contro le milizie di al Qaeda. Secondo il giornalista statunitense Craig Roberts, l’amministrazione Bush starebbe pagando le milizie sunnite una cifra nell’ordine degli 800mila dollari al giorno, che per 80 mila miliziani -tanti si ritiene siano quelli affiliati alle tribu’ che si sono alleate con Washington- fanno 10 dollari al giorno per ogni miliziano. La cifra sembra enorme, ma in realta’ quasi scompare di fronte ai 275milioni al giorno che la guerra in Iraq costa agli Stati Uniti. Roberts ritiene infatti che gli stessi sunniti finiranno presto per alzare il loro prezzo, visto che per gli Usa sarebbe comunque molto conveniente pagarli per non essere attaccati e combattere al Qaeda al posto loro.

Pacificazione. Gli attacchi e le violenze non sono comunque cessati, ne’ contro la popolazione ne’ contro gli stessi soldati Usa. Questa mattina ne sono morti tre, uccisi da una bomba, e quelli caduti dall’inizio di febbraio sono stati 22. La riduzione piu’ significativa della violenza si riscontra alla voce: violenze confessionali, che pero’ sono calate per altri due motivi almeno. Innanzitutto, da alcuni mesi il principale attore delle violenze settarie, la milizia del Mahdi di Moqtada Sadr, ha scelto di dichiarare una tregua, per permettere a Sadr di riprendere il controllo di alcune milizie ribelli. In secondo luogo, quando venne lanciata la surge, la ridefinizione dei quartieri era ormai un fatto compiuto. Quelle che un tempo erano aree miste sciiti-sunniti, oggi sono quartieri [k]puri[k]. Ma la lotta per il controllo della capitale e’ stata vinta dagli sciiti, che controllano ormai [k] dei quartieri. Paradossalmente, proprio questo fatto potrebbe aver determinato la svolta nella surge: la guerriglia sunnita si e’ trovata schiacciata dalla supremazia delle milizie sciite e quelle di al Qaeda, e avrebbe deciso di accettare l’alleanza con gli Stati Uniti. Fino a quando? Fino a che gli fara’ comodo, cosi come anche la tregua degli sciiti potrebbe cessare in qualsiasi momento. C’e’ insomma poco da stare tranquilli, l’Iraq non ha ancora imboccato l’autostrada della pacificazione.

Tutti contro tutti. All’inizio di dicembre il capo di Al Qaeda in Iraq, Omar al Baghdadi, ha invitato i suoi seguaci a uccidere ciascuno, almeno nove esponenti dei consigli tribali per il Risveglio, noti come Sahwa, riconoscendo a modo suo l’efficacia della loro azione. Il governo iracheno e’ preoccupato che alla fine le milizie qaediste riescano a infiltrarsi nelle milizie tribali e sta cercando di integrarle con elementi dell’esercito e della polizia. La scorsa settimana, pero’, l’alleanza tra Stati Uniti e milizie sunnite ha mostrato le prime falle. Un centinaio di miliziani tribali della regione a nord della citta’ di Hilla ha annunciato la rottura con Washington, in protesta per gli attacchi contro di loro da parte dell’esercito Usa. Sabah al Janabil, sedicente leader del gruppo, ha dichiarato alla televisione Al Sharqiyah che suoi compagni sono stati attaccati dai soldati Usa in ben tre episodi, costati la vita a 19 di loro. Il governo di Bagdhad ha aperto un’inchiesta sugli episodi e il generale iracheno Othman al Jenamy ha dichiarato: [k]speriamo che cambino idea e riprendano la loro preziosa collaborazione[k].
Naoki Tomasini

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.