OPERAI AL REFERENDUM VOTIAMO NO

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Nei prossimi giorni i metalmeccanici sono chiamati in un referendum per esprimersi su un rinnovo contrattuale che prevede 127 euro medie lorde in 3 anni. Per un 3[k] livello sono 50 euro netti a mensilita’. In piu’, come abbiamo denunciato a piu’ riprese sulle pagine di questo giornale, l[k]accordo prevede l[k]aumento dell[k]orario di lavoro e la cancellazione di 11 ore annue di retribuzione agli operai, in omaggio alla parita’ con gli impiegati.
Quali sono invece gli [k]stipendi[k] fra coloro che predicano e impongono produttivita’ e sacrifici agli operai? Vediamo lo stato maggiore della Fiat.
Il presidente, Luca Cordero di Montezemolo, 7 milioni di euro l[k]anno, pari al salario lordo di 304 operai della Fiat (considerando che il salario lordo a malapena arriva a 23 mila euro).
L[k]amministratore delegato, Sergio Marchionne, 6,9 milioni di euro l[k]anno, pari al salario lordo di 300 operai.
Il vicepresidente, John Elkann, 582.500 euro l[k]anno, pari al salario lordo di 25 operai.
Inoltre questi personaggi posseggono le Stock optinon, (azioni a prezzi di favore, dalla gestione molto elastico/agiata, ed esenti dall[k]imponibile fiscale). Ed ovviamente hanno altre entrate delle societa’ cui fanno parte, esempio la Ferrari. Montezemolo ha poi anche il reddito quale presidente della Confindustria. Marchionne quello dell’UBS.
Dicevamo invece, per gli operai metalmeccanici, 50 euro al mese di aumento. Orario di lavoro piu’ lungo. Salario decurtato di 11 ore all[k]anno.
Bocciare questa piattaforma e’ il minimo che dobbiamo fare.
AL REFERENDUM VOTIAMO NO

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