LAVORARE ALLA UNES PER UNA MISERIA

Il famoso supermercato consuma una gioventù operaia come confezionatori e fattorini, 7 giorni su 7, per un salario da fame. Questa è la realtà del lavoro a qualsiasi condizione. Mentre la lega forcaiola continua a sparare sugli immigrati e i 5 stelle fanno credere che daranno il reddito di cittadinanza, il salario per una parte di cosiddetta “cittadinanza” continua a diminuire. Oggi se vuoi lavorare devi accettare salari da fame, orari allucinanti, turni di sabato e domenica. In realtà in molte situazioni lavorare di domenica è diventato la normalità. Questo sistema capitalistico, soprattutto per i giovani e gli immigrati […]
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Il famoso supermercato consuma una gioventù operaia come confezionatori e fattorini, 7 giorni su 7, per un salario da fame. Questa è la realtà del lavoro a qualsiasi condizione.

Mentre la lega forcaiola continua a sparare sugli immigrati e i 5 stelle fanno credere che daranno il reddito di cittadinanza, il salario per una parte di cosiddetta “cittadinanza” continua a diminuire.

Oggi se vuoi lavorare devi accettare salari da fame, orari allucinanti, turni di sabato e domenica. In realtà in molte situazioni lavorare di domenica è diventato la normalità.

Questo sistema capitalistico, soprattutto per i giovani e gli immigrati offre prima di tutto disoccupazione, precariato, e poi uno sfruttamento in una miriade di forme.

C’è tutto un mondo non sommerso, ma alla luce del sole, dove una certa quantità di giovani accetta salari sotto il livello della sopravvivenza, pochi euro per comprarsi le sigarette o mettere in tasca qualche soldo e non pesare sulle famiglie dove magari lavora solo uno dei due genitori.

Sia chiaro che solo chi vive in casa con i propri genitori può accettare quattro soldi. Una volta soddisfatto il vitto e l’alloggio i soldi necessari sono inferiori.

Tanto per confermare che la quantità di salario deriva solo dal livello minimo per sopravvivere in un dato contesto. Questa quantità per un giovane che vive in famiglia è certamente più bassa di chi deve pagare l’affitto e comprare da mangiare.

Ed è così che un giovane accetta 15 euro per tre ore di lavoro per portare le pizze a domicilio. 20 euro il sabato e la domenica, dove chiaramente deve lavorare di più. Naturalmente la consegna viene fatta con la macchina di papà. Togliete da questi soldi la benzina e l’usura della macchina ed i soldi che vi rimarranno in tasca basteranno per un pacchetto di sigarette ed una birra.

Ma dopo la gavetta (diciamo così…), il ragazzo ha trovato di meglio. Gli avevano detto che all’inizio se vuoi lavorare devi prendere quello che c’è. Solo i fannulloni non trovano lavoro.

Ecco che spunta un’altra opportunità, mettere la spesa nei sacchetti per i supermercati che poi la portano a domicilio. 6,30 euro le prime quattro ore, poi 6,80 per le altre quattro e dalla ottava in poi 7,80. Stesso prezzo dopo le ore 22,30 e la domenica. Solo che qua si lavora otto ore al giorno per sei giorni la settimana. Si inizia alle quattro del mattino. Gli straordinari dipendono, direbbero i padroni, dalla voglia che hai di lavorare. Ed infatti ci sono ragazzi che per portare qualche soldo in più a casa, lavorano 12/14 ore. Per mangiare ti devi portare la schiscetta, perché stiamo parlando di Milano, non di qualche paesino sperso di Caltanisetta. E la devi mangiare fredda, il fornetto non è previsto.

Tutto questo succede nei supermercati della UNES, e non stiamo parlando di emigranti, ma di “italianissimi” ragazzi veri, di cui il nome è meglio non fare. Ma la storia è vera ed è fatta da un ragazzo di 20 anni in carne ed ossa che probabilmente verrà considerato fortunato dai suoi coetanei, volenteroso e con voglia di lavorare da tutta quella massa di perbenisti che fanno la bella vita proprio perché ci sono gli operai e questi strati di proletariato sottopagato che glielo consentono. Chiaramente sia la pizzeria che l’UNES pagano i contributi. Ormai la paga oraria indecente da fame è legalizzata.

Questa società è in grado di andare avanti solo strozzando gli operai e favorendo un esercito di riserva di giovani sottopagati. Prima li usava solo come riserva, ora, legalizzando quei salari da fame, li usa per rubare anche a loro lavoro non pagato. La pressione al ribasso sugli operai industriali e sul livello dei salari definiti dai contratti nazionali è palese.

S.D.

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