CARREFOUR LICENZIAMENTI

Carrefour dichiara altri 590 esuberi, di cui 440 negli ipermercati e 150 nella sede principale. Due anni fa i licenziamenti erano stati per 600 lavoratori. Questa è la conclusione emersa durante l’incontro dello scorso 15 febbraio tra i sindacati e i vertici della multinazionale per approfondire i termini del piano di ristrutturazione predisposto per il prossimo quadriennio. Per Fabrizio Russo della Filcams Cgil nazionale “è di estrema gravità l’ennesima messa in discussione dell’occupazione da parte dell’azienda dopo i diversi accordi, siglati anche nell’ultimo periodo a livello nazionale e territoriale, con i quali la società si era impegnata a garantire […]
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Carrefour dichiara altri 590 esuberi, di cui 440 negli ipermercati e 150 nella sede principale. Due anni fa i licenziamenti erano stati per 600 lavoratori.

Questa è la conclusione emersa durante l’incontro dello scorso 15 febbraio tra i sindacati e i vertici della multinazionale per approfondire i termini del piano di ristrutturazione predisposto per il prossimo quadriennio.

Per Fabrizio Russo della Filcams Cgil nazionale “è di estrema gravità l’ennesima messa in discussione dell’occupazione da parte dell’azienda dopo i diversi accordi, siglati anche nell’ultimo periodo a livello nazionale e territoriale, con i quali la società si era impegnata a garantire la salvaguardia occupazionale, e dopo anni di sacrifici da parte dei lavoratori”. Insomma, un piano giudicato insostenibile dalla Filcams che, se la multinazionale francese non dovesse tornare sui propri passi, ritiene “necessario il coinvolgimento del ministero dello Sviluppo economico”. Inoltre, dal momento che la vertenza ha ormai assunto una portata sovranazionale, “è indispensabile agire di concerto con il sindacato mondiale e europeo di settore, Uni Global e Uni Europa Commerce, per tutelare l’occupazione”.

Bisogna subito rilevare l’incapacità della direzione sindacale a far rispettare gli accordi. Non è la prima volta che firmano accettando sacrifici e raccontando che sono gli ultimi. Non è mai così, un pezzo alla volta hanno sacrificato intere fabbriche, accettato migliaia di licenziamenti dando il proprio consenso, e se non ci sarà una reazione dura dei lavoratori di Carrefour anche questa volta il signor Russo della CGIL nazionale firmerà un altro accordo per mandare a casa gli esuberi.

La crisi di sovrapproduzione investe anche il settore alimentare. I supermercati che erano cresciuti oggi sono in crisi e licenziano. Occorre capirsi bene, i padroni, che hanno costretto gli operai a produrre come disperati, perche in ogni merce c’era del lavoro non pagato che poteva trasformarsi subito in profitto, oggi hanno dei grossi problemi, il mercato tende a saturarsi e vendere le merci con profitti sempre maggiori è diventato un problema. I primi a pagare con il licenziamento sono i lavoratori dei centri commerciali. Ai licenziamenti e alle chiusure dei centri commerciali seguiranno i licenziamenti degli operai delle aziende di produzione. Le condizioni dei braccianti agricoli peggioreranno.

Stiamo vedendo che nel caso del pecorino sardo i padroni delle aziende di trasformazione del latte hanno i magazzini pieni. Il governo offre alle aziende 50 milioni per distruggere le forme di pecorino. Piuttosto che venderlo a prezzi bassi o regalarlo a chi ha fame, preferiscono buttarlo via. E tutto per garantire agli “imprenditori” i sacrosanti guadagni.

Il sindacalista della Filcams, non ha altra brillante idea di chiedere l’intervento di Di Maio. Gli operai dell’ILVA ne hanno già subito le conseguenze. Il ministro Di Maio, come ormai sta facendo da mesi, di fronte alle decisioni dei padroni grandi e piccoli non fa altro che acconsentire, al massimo concede un po’ di cassa integrazione, e prometteva di impedire i licenziamenti e la chiusura delle fabbriche.

Il capitalismo è in crisi. Risulta sempre più evidente che per garantirsi i profitti i padroni sono disponibili alle azioni più infami. Continuano con i licenziamenti prima di arrivare ad una nuova guerra. Forse faranno ripartire così l’occupazione.

LS

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