Il decreto Sicurezza cancella l’integrazione e colpisce il disagio sociale

Caro Operai Contro, con il decreto Sicurezza approvato al Senato, meno di 20 mila immigrati su 622 mila irregolari, potranno seguire percorsi di integrazione. Raddoppiano i tempi di detenzione nei centri per immigrati, aggravandone anche le condizioni per il taglio progressivo dei i finanziamenti che scenderanno: da 1,7 miliardi del 2017 a 1,05 miliardi del 2021. Le strutture che ospitano i richiedenti asilo non riceveranno più dallo Stato, 35 euro giornaliere per ogni immigrato. Questa cifra scende tra i 19 e i 26 euro, in base alle caratteristiche della struttura. Da sfatare il luogo comune per il quale i […]
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Caro Operai Contro,

con il decreto Sicurezza approvato al Senato, meno di 20 mila immigrati su 622 mila irregolari, potranno seguire percorsi di integrazione. Raddoppiano i tempi di detenzione nei centri per immigrati, aggravandone anche le condizioni per il taglio progressivo dei i finanziamenti che scenderanno: da 1,7 miliardi del 2017 a 1,05 miliardi del 2021. Le strutture che ospitano i richiedenti asilo non riceveranno più dallo Stato, 35 euro giornaliere per ogni immigrato. Questa cifra scende tra i 19 e i 26 euro, in base alle caratteristiche della struttura. Da sfatare il luogo comune per il quale i 35 euro andassero agli immigrati, andavano alla struttura che li ospitava.

Il decreto Sicurezza sposa la tesi di Salvini, che considera gli immigrati come profittatori, ruba pane agli italiani, stupratori, terroristi, ecc., nemici da non mischiare con le anime belle italiane doc, che tradotto significa contrastare l’integrazione degli immigrati, contrapponendoli al restante disagio sociale: gli emarginati, i senza casa, i poveri, i meno abbienti, gli operai.

Anche queste aree del disagio sociale autoctono, sono colpite dal decreto Sicurezza.

Verranno installate migliaia di telecamere per monitorare lotte e proteste sociali, fabbriche presidiate, sgomberi, cortei e manifestazioni. Per picchetti, blocchi stradali e ferroviari, viene ripristinato il reato penale. Anche i droni verranno utilizzati su larga scala, per la videosorveglianza mobile e mirata di volta in volta. La pistola Taser sarà in dotazione non solo ai poliziotti, ma anche ai poliziotti municipali nelle città con più di 100 mila abitanti. Verrà esteso e potenziato con norme più severe il Daspo urbano. La polizia penitenziaria sarà ufficialmente adibita a raccogliere informazioni nelle carceri.

Dunque, il decreto Sicurezza non colpisce solo gli immigrati, ma tutta l’area del disagio sociale con all’interno le sue diversità.

Non contento Salvini, aggiunge un’altra “minoranza” alla sua lista di ghettizzati: si tratta dei “negozietti etnici” degli immigrati che, con questo decreto non potranno più restare aperti oltre le ore 21, perché dice Salvini, sono un “ritrovo di spacciatori, ubriaconi e casinisti”.

Salvini non se la prende con la grande distribuzione, che impone i prezzi schiacciando la filiera della distribuzione, e poi tutti, padroni e padroncini si rivalgono sui salari da fame e più sfruttamento dei facchini, dei braccianti, degli operai. Salvini si scaglia contro i “negozietti etnici” nei quali dice: “c’è gente che beve fino alle 3 del mattino, pisciano e cagano sulla porta di casa e questo non è educato”.  Simili rari episodi avvengono da quando esiste il mondo, solo il razzismo di Salvini poteva trovare un capro espiatorio negli immigrati dei negozietti etnici. Ci sarebbe solo da aggiungere, speriamo che l’abbiano fatto davvero sulla porta di casa sua.

Si complica la vita degli immigrati irregolari che, ad oggi sono 622 mila secondo l’Ispi (Istituto per lo studio di politica internazionale). Il decreto Sicurezza abolisce il “permesso umanitario” e lo sostituisce con un permesso temporaneo di 1 anno denominato: “protezione speciale”, che però non potrà più diventare un permesso di lavoro, neanche in presenza di un regolare contratto.

Solo ai minorenni non accompagnati, e a quanti sia già stato riconosciuto “l’asilo politico” o la “protezione internazionale”, (nel 2017 in totale sono stati meno di 20 mila su 622 mila), andranno negli Sprar (Sistema protezione a richiedenti asilo e rifugiati) e potranno seguire il programma per l’integrazione.

I restanti 602 mila immigrati sono esclusi da qualsiasi percorso di integrazione. Anche quelli con la “protezione speciale” di 1 anno, insieme ai “richiedenti asilo” saranno rinchiusi nei grandi Centri di accoglienza straordinaria (Cas), abbandonati a se stessi per i tagli ai finanziamenti finalizzati all’integrazione: aboliti i corsi di italiano, i corsi di orientamento al territorio o al lavoro, abolite le attività di inclusione sociale.

Non essendoci strutture per ospitare Cas e nuovi Cpr, (Centri per il rimpatrio), il decreto Sicurezza prevede il trattenimento degli immigrati nei locali di pubblica sicurezza, ovvero porti e aeroporti. Il periodo per sapere se la domanda di accoglienza è stata accettata è raddoppiato dai 3 ai 6 mesi. La valutazione della richiesta di cittadinanza viene raddoppiata dai 2 ai 4 anni. Per tutto questo tempo gli immigrati resteranno nei “Centri per il rimpatrio” e nei Centri di accoglienza straordinaria? Oppure dove?

In realtà Salvini ha ottenuto l’esclusione dal percorso di integrazione di 602 mila immigrati su 622 mila. Non vuole (e con lui il governo Conte), che queste persone immigrate lavorino e si stabiliscano regolarmente in Italia. Prende tempo 1 anno sperando di rispedirli nei paesi di provenienza. Ma poiché i governi di questi paesi non li rivogliono, e il costo dei rimpatri sarebbe insostenibile, questi immigrati continueranno a ingrossare le fila degli irregolari, alimentare il lavoro nero, vivere di espedienti, muoversi e vivere sottotraccia.

I padroni ringraziano Salvini e il governo Conte, per una forza lavoro di riserva, molto conveniente, molto ricattabile e che contribuisce a tenere calmierato verso il basso, il costo di tutta la forza lavoro.

Saluti Oxervator

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1 Comment

  1. alanza53

    OXERVATOR, Salvini, mostra i muscoli contro i migranti e gli schiavi salariati che lottano contro i licenziamenti. Chi può e deve fermare Salvini sono gli ultimi e i penultimi che sono i migranti che scappano dalle guerre fomentate da Usa, Canada, Inghilterra, Francia, Italia, Australia e gli schiavi salariati di questi paesi capitalisti che trasformano le materie prime in merci che permettono ai padroni di fare vita da nababbi e di finanziare un apparato repressivo sempre pronto a usare la forza contro ultimi e penultimi. La Magistratura che applica le leggi scritte dai partiti di Dx e di Sx (e ultimamente dai redivivi populisti asserviti) condanna ad anni di galera chi si ribella all’ordine costituito, e avvalla i licenziamenti di operai che lottano contro lo sfruttamento; Sindacati e sindacatini che nelle fabbriche al posto della lotta contro lo sfruttamento veicolano la paura tra gli operai di perdere il lavoro e quel misero salario che non permette di arrivare a fine mese. Operai, i migranti non sono i nostri nemici, non sono loro che ci buttano in miseria ma sono i padroni e i loro lacchè. Operai, Migranti, facciamo un fronte comune per liberarci dalle catene della schiavitù salariale. Il capitalismo è un colosso dai piedi di argilla, a dimostrare questa mia affermazione è la marcia dei migranti dell’Honduras, del Guatemala, del Salvador, verso gli USA, non li ha fermati la repressione messicana, non li spaventa Trump che schiera l’esercito. Cosa succederebbe se gli ultimi e i penultimi si mettessero in marcia dall’Italia, dalla Grecia, dalla Turchia-paesi di approdo-e si dirigessero verso Parigi, Berlino, e tutti i paesi europei, compreso la Russia per incontrare gli ultimi e i penultimi di questi paesi? Solo il PARTITO OPERAIO PUO’ ORGANIZZARE E METTERE INSIEME GLI ULTIMI E I PENULTIMI.