ILVA TARANTO: OPERAI ALLO SBANDO

Noi operai dell’ILVA siamo in balia delle scelte dei padroni . Stando all’accordo padrone-sindacati-governo, 8200 operai dall’1 novembre prossimo dovrebbero passare alle dipendenze di ArcelorMittal. Dei 10826 operai, non sappiamo ancora chi sarà  assunto dal nuovo proprietario o chi resterà  per (almeno) 5 anni in capo all’amministrazione straordinaria. Questa è stata la scelta di padrone-governo-sindacati per spingerci a votare si al loro referendum. La maggior parte di noi finiranno cassa integrazione, solo in 300 saranno  utilizzati per le attività di bonifica. Su un organico di 10826 operai sono 2586 gli esuberi dichiarati, ma non ancora sono stati ufficializzati i […]
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Noi operai dell’ILVA siamo in balia delle scelte dei padroni .

Stando all’accordo padrone-sindacati-governo, 8200 operai dall’1 novembre prossimo dovrebbero passare alle dipendenze di ArcelorMittal.

Dei 10826 operai, non sappiamo ancora chi sarà  assunto dal nuovo proprietario o chi resterà  per (almeno) 5 anni in capo all’amministrazione straordinaria.

Questa è stata la scelta di padrone-governo-sindacati per spingerci a votare si al loro referendum.

La maggior parte di noi finiranno cassa integrazione, solo in 300 saranno  utilizzati per le attività di bonifica.

Su un organico di 10826 operai sono 2586 gli esuberi dichiarati, ma non ancora sono stati ufficializzati i numeri reparto per reparto. La tecnica del terrore di padrone-governo-sindacati.

Le lettere di assunzione dovrebbero partire a fine mese, quindi proprio a ridosso del passaggio degli operai ad Am InvestCo, che avverrà dall’1 novembre e sino a fine anno con l’istituto del distacco da Ilva, e poi, dall’1 gennaio 2019, formalmente e a tutti gli effetti.

Non sapendo gli operai che saranno assunti e quelli che andranno in Cig noi operai ci facciamo scannare in silenzio. Speriamo che il capo segni il nostro nome tra gli schiavi salariati che saranno assunti da Arcelor Mittal.

Il govermo e i  sindacati hanno ottenuto di portarci allo sbando.

I sindacati partecipano al ricatto degli autolicenziamenti.

 Alcune centinaia – e tra questi molti giovani secondo fonti sindacali – accetteranno, in base all’accordo del 6 settembre scorso al Mise, l’esodo incentivato: 100mila euro lordi (77mila netti) per chi lascia l’azienda entro il 31 gennaio 2019, poi la cifra scende col sistema a scalare (95mila, ad esempio, se l’ok arrivasse tra febbraio e aprile 2019), e due anni di Naspi, indennità mensile di disoccupazione, istituita dall’articolo 1 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, che sostituisce le precedenti prestazioni di disoccupazione. L’indennità è pari a circa 1200 euro al mese (somma che diminuisce progressivamente nel tempo). Entro 30 giorni dalla consegna del modulo per l’esodo volontario la Direzione comunicherà la data effettiva di perfezionamento della transazione. Le somme previste per la transazione e per l’incentivo saranno erogate sulle coordinate bancarie in possesso di Ilva entro i termini previsti dalle norme. La graduatoria di accesso agli incentivi sarà stilata in base alla data di consegna del modulo.
I lavoratori che passeranno con ArcelorMittal saranno scelti attraverso una graduatoria con punteggi che tengono conto prima della mansione, poi di anzianità e carichi familiari. I sindacati vogliono interloquire per discutere dei criteri adottati per individuare i lavoratori. Stabilita la graduatoria, ad ognuno sarà fatta una proposta di assunzione. L’accordo prevede comunque la piena occupazione entro il termine del piano industriale.
Il padrone vuole scegliere gli schiavi-salariati più ricattabili.
Il sindacato vuol fare il sensale sperando in una mazzetta più grande

Non c’è da farsi illusioni o saremo in grado di  organizzare il nostro partito e andare alla rivolta o dovremo continuare a subire
Un operaio di Taranto

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