IL NUOVO…….. A CHIACCHIERE

Nel centrosinistra ed in particolare fra i capi del PD si sta affermando un giudizio sul governo Lega 5 Stelle come un governo di destra e Salvini il rappresentante di un nuovo fascismo che si va imponendo in Italia ed in Europa. Questo richiamo al fascismo, alle destre al governo, serve per produrre un riflesso condizionato nel riproporre una mobilitazione antifascista democratica con il conseguente rilancio dei governi di centrosinistra ed una rivalutazione dei governi di Gentiloni e Renzi. Proprio perché la crisi ha colpito gli strati medio bassi della società, questi nel loro insieme sono rimasti scottati dalle […]
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Nel centrosinistra ed in particolare fra i capi del PD si sta affermando un giudizio sul governo Lega 5 Stelle come un governo di destra e Salvini il rappresentante di un nuovo fascismo che si va imponendo in Italia ed in Europa. Questo richiamo al fascismo, alle destre al governo, serve per produrre un riflesso condizionato nel riproporre una mobilitazione antifascista democratica con il conseguente rilancio dei governi di centrosinistra ed una rivalutazione dei governi di Gentiloni e Renzi. Proprio perché la crisi ha colpito gli strati medio bassi della società, questi nel loro insieme sono rimasti scottati dalle scelte dei governi passati e non si fanno coinvolgere più di tanto nell’antifascismo di regime, nessuna seria reazione “popolare” si manifesta contro Salvini, eppure il pagliaccio ripresenta, quasi ogni giorno, atteggiamenti e scelte da piccolo duce. Il problema diventa allora come lottare contro il governo Salvini-Di Maio, come combatterli senza tornare indietro, senza mettersi a fianco della vecchia classe politica messa in un angolo. Un modo c’è, i capi della piccola borghesia puntano a rappresentare il nuovo, a presentarsi un po’ rivoluzionari, capaci di rompere gli schemi. Gli operai possono, in quanto classe rivoluzionaria, superarli, spingerli dove non possono e vogliono andare. Affrontiamo ad esempio alcune questioni.

Per i capi storici dei 5 Stelle il parlamentarismo è superato, una palla al piede, allora se si vuol far decidere veramente al “popolo” e nel popolo ci sono gli operai bisogna passare ad una nuova forma di rappresentanza. I consigli dei delegati degli operai e dei lavoratori poveri eletti direttamente nei luoghi di lavoro, capaci di esercitare dalla loro posizione sociale la gestione della cosa pubblica. Una nuova forma di potere per una nuova classe che dovrà necessariamente emergere, la grande borghesia è in crisi politicamente ovunque, la piccola borghesia cerca di rigenerarla, tocca agli operai impedirglielo. Se loro, i capi di 5 Stelle, si possono permettere di essere “visionari” ci sia permesso anche a noi di disegnare un futuro possibile.

Si scopre che i funzionari dei Ministeri sono i più attenti guardiani degli interessi della casta al potere e si dice che si devono “far fuori” con mezzi coercitivi. Va bene, gli operai li manderebbero tutti a lavorare nelle fabbriche e nei cantieri, ma a ben vedere, Casalino dei 5 Stelle vuol solo sostituirli con nuovi funzionari al loro servizio, stessa funzione, stessa burocrazia, stessi privilegi. L’opposizione grida al metodo brutale con cui il rappresentante dei 5 Stelle ha minacciato i “servitori dello Stato”, a noi operai ha solo aperto una finestra, subito richiusa: si può dire apertamente a questi signori che da un momento all’altro possono essere fatti fuori, non sono né intoccabili, né inamovibili. Non è gran che, ma ci potrà servire.

I soldi per le misure a carattere di protezione sociale ci sono. Nelle casseforti della banca centrale, in quelle delle banche che detengono i capitali di grandi e medi industriali, nei depositi bancari di tanti imprenditori che non collaborano a finanziare nemmeno il loro Stato pagando le tasse. Di Maio cerca i soldi necessari al reddito di cittadinanza, li vada a prendere se ha il coraggio. Ma in quanto è un piccolo borghese perbenista non si metterà mai contro il grande capitale, contro le banche. Griderà contro i potenti, contro chi gli mette il bastone fra le ruote, ma finirà per fare ciò che gli imporrà l’oligarchia finanziaria che è al potere in Italia.

C’e un problema di sicurezza sociale? Eccome! Muoiono tre operai al giorno per la mancanza di protezione sul lavoro, i femminicidi sono una normalità, i poveri si avvelenano ai margini delle città nel degrado. Salvini intende tutt’altra sicurezza sociale, quella per altre classi, per padroncini e artigiani, per i borghesi in generale. La sicurezza sociale noi la misuriamo sulla sicurezza di chi lavora e qui siamo in piena emergenza, altro che le balle di Salvini. Il governo del “popolo” non ha nessuna intenzione di intervenire con un decreto su questo problema, nemmeno il diritto da parte degli operai di potersi rifiutare a svolgere un lavoro potenzialmente pericoloso. Per la sicurezza, da Renzi a Salvini una sola ricetta: il rafforzamento della polizia, dopo l’infortunio mortale a rilevare i dati. Per la piccola borghesia la sicurezza sociale è difendere la piccola proprietà da intrusioni esterne mentre è minata dall’interno, per gli operai è la difesa della pelle da portare a casa. Due priorità assolutamente diverse, anche qui toccherà agli operai indicare quale sia l’essenziale.

Salvini si fa beffa dei magistrati che lo hanno inquisito per gravi reati. È il Ministro degli Interni che attacca apertamente una parte della magistratura anche se solo pochi giorni dopo fa marcia indietro, ma il fatto rimane. Tutta la classe dirigente dello Stato difende la magistratura, la sua formale indipendenza. Il piccolo borghese del nord, diventato ministro, ha denunciato per i suoi interessi elettorali il ruolo di parte di magistrati “politicizzati” ed ha dichiarato apertamente che la denuncia non lo fermerà. Gli operai con gli occhi aperti sorridono, sono anni che sostengono che la magistratura è uno strumento di parte, sta con la classe che domina, con i padroni. Se il Ministro degli Interni può fregarsene della denuncia del magistrato, può farlo chiunque. Gli operai per primi che per far valere i loro interessi di classe si scontrano naturalmente con le leggi vigenti. Ma su questo versante il ministro ribelle però non ha tentennamenti: che i magistrati colpiscano senza esitazione manifestazioni fuori regola, occupazioni, scioperi improvvisi. Se gli operai reagissero allo stesso modo del ministro al ricevere le denunce sarebbe uno scandalo.

La piccola borghesia con le sue sfuriate contro il vecchio assetto politico- istituzionale scherza col fuoco, c’e in agguato una classe, quella degli operai, alla quale non basterà una critica strumentale ai poteri forti, vorrà abbatterli.

E. A.

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