I galeotti della Tunisia

Un paese libero e democratico, ma spesso e volentieri esporta galeotti. Se l’avesse detta un “cittadino”, termine usato dai nuovi partiti populisti per definire un abitante dell’Italia non meglio specificato, avremmo potuto definirla una stupidata. Il primo, un avverbio che significa “di frequente”, il secondo, anche lui avverbio che posto dopo “spesso” diviene un rafforzativo del primo. Ammesso e non concesso che tra i tunisini immigrati ci sia qualche delinquente, i termini da usare avrebbero dovuto essere, “raramente”, “qualche volta”, ecc. E poi tunisino e delinquente non sono termini che viaggiano insieme, uno è indipendente dall’altro. Tralasciamo il corretto […]
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Un paese libero e democratico, ma spesso e volentieri esporta galeotti.

Se l’avesse detta un “cittadino”, termine usato dai nuovi partiti populisti per definire un abitante dell’Italia non meglio specificato, avremmo potuto definirla una stupidata.

Il primo, un avverbio che significa “di frequente”, il secondo, anche lui avverbio che posto dopo “spesso” diviene un rafforzativo del primo.

Ammesso e non concesso che tra i tunisini immigrati ci sia qualche delinquente, i termini da usare avrebbero dovuto essere, “raramente”, “qualche volta”, ecc.

E poi tunisino e delinquente non sono termini che viaggiano insieme, uno è indipendente dall’altro.

Tralasciamo il corretto uso della lingua italiana, anche se ci piacerebbe molto criticare in questo senso, la frase è stata detta dal Ministro degli Interni Salvini.

Nella realtà questo modo di parlare è fuorviante e serve solo a fare leva sui sentimenti più opportunistici che una parte dei cosiddetti “cittadini” hanno.

I leghisti hanno usato spesso questi termini nelle campagne elettorali e nei comizi.

Quando lo fa invece un ministro degli interni assume una valenza un po diversa.

Esprime senza ombra di dubbio la volontà di quel nazionalismo di vecchia memoria che ogni tanto torna ad essere ripresentato dagli esponenti della piccola borghesia.

L’aggravante, è che nessuno in Italia ha criticato questa sparata di Salvini, i penta stellati potevamo immaginarlo, ma ciò che è rimasto della sinistra italiana poteva almeno far finta di indignarsi.

L’abbiamo già scritto altre volte, leghisti e penta stellati esprimono la volontà della piccola borghesia del nord e del sud, incline a questi pregiudizi, o nel caso dei loro rappresentanti, usata come leva per nascondere più o meno velatamente il nazionalismo vero e proprio, caro a questa classe sociale.

Le uniche voci che si sono sollevate dal coro, sono invece quella di Mentana contro Macron, che ha commentato in modo negativo la chiusura dei porti italiani.

Non è la prima volta che di fronte ad attacchi di ministri europei contro i nostri, gli intellettuali e i giornalisti italiani si sentono offesi nell’amor patrio.

Al posto di indignarsi per la morte continua degli immigrati che cercano di scappare dalle loro terre depredate dall’imperialismo occidentale, starnazzano contro chi osa dare un giudizio negativo sulle politiche nazionaliste del nostro paese.

Guai allo straniero che osa criticare la nostra politica nazionalista e razzista espressa dai nuovi partiti populisti. Gli intellettuali sinistroidi italiani si appellano alla logica del meno peggio e quindi convinti che i francesi siano peggio di noi, si indignano se arrivano critiche da questi paesi.

Gli operai devono stare dalla parte degli immigrati, contro i nazionalismi e gli imperialismi dei paesi occidentali, la lista del meno peggio lasciamola ai falsi moralisti che si puliscono la coscienza con gli aiuti umanitari.

sd

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