Primo giugno 2018 al governo, sotto tutela. I ministeri chiave alla oligarchia finanziaria, la piccola borghesia può governare

Da domenica, in cui scrivevamo che il governo della piccola borghesia era stato bloccato dal grande capitale industriale e finanziario, usando la nomina a ministro dell’economia di Paolo Savona, sono passati pochi giorni. La minaccia di impeachement a Mattarella si è trasformato in strette di mano del presidente della Repubblica ai nuovi ministri. Il pomeriggio del primo giugno 2018 il governo Lega-5 Stelle si è finalmente insediato. Allo sconosciuto avv. Conte, che non proviene da nessuno dei due partiti, la presidenza del consiglio dei ministri. A Salvini e Di Maio due vicepresidenze, a sancire l’alleanza nel nuovo governo tra […]
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Da domenica, in cui scrivevamo che il governo della piccola borghesia era stato bloccato dal grande capitale industriale e finanziario, usando la nomina a ministro dell’economia di Paolo Savona, sono passati pochi giorni. La minaccia di impeachement a Mattarella si è trasformato in strette di mano del presidente della Repubblica ai nuovi ministri.

Il pomeriggio del primo giugno 2018 il governo Lega-5 Stelle si è finalmente insediato. Allo sconosciuto avv. Conte, che non proviene da nessuno dei due partiti, la presidenza del consiglio dei ministri. A Salvini e Di Maio due vicepresidenze, a sancire l’alleanza nel nuovo governo tra la piccola borghesia del Nord e quella del Sud. Solo che si tratta di un’alleanza di due forze sotto sorveglianza della vera forza.

Salvini diventa il ministro dell’interno che promette le deportazioni di massa. Di Maio il ministro dello Sviluppo economico che dovrà chiedere ogni volta ad altri se il bilancio dello Stato lo permette.

Al posto di Savona al ministero chiave dell’economia e finanza compare un apparente sconosciuto, Giovanni Tria. Non è un politico, né un simpatizzante dei due partiti di cui questo governo dovrebbe essere espressione. Ovvero è un altro “tecnico” di quelli tanto attaccati da Lega e 5 Stelle nel passato. Uno di quei tecnici che sanno come difendere gli interessi delle oligarchie finanziarie, delle banche e in generale dei grandi patrimoni italiani.

Ma non solo, i suoi legami con Berlusconi sono noti, fu consigliere di Brunetta quando era ministro nel quarto governo Berlusconi, artefice del programma economico di Forza Italia. E non è che ha cambiato idee sulla politica economica ultimamente. È proprio un uomo dell’oligarca Berlusconi fatto mettere di proposito nel governo del cambiamento Lega-5Stelle. Eccolo il vero retroscena che nessun giornale riporterà mai. Mattarella, dopo aver dapprima stoppato il governo della piccola borghesia con il veto su Savona, gli ha affidato la gestione dello macchina statale solo quando è stata messa sotto sicura tutela con il controllo del ministero chiave dell’economia, quello che davvero conta per la grande borghesia. Aggiungendo a ulteriore controllo Enzo Moavero Milanesi a ministro per gli “affari europei”, uomo sicuro dello Stato, già ministro per lo stesso dicastero nel governo Mario Monti ed Enrico Letta poi.

Solo a questo punto è potuto sorgere il governo della piccola borghesia in generale e della media industria del Nord, con le sue fantasie economiche e le sue sparate. Un governo sorvegliato speciale. Che poi tutto ciò sia stato possibile attraverso Berlusconi, il personaggio della vecchia politica con cui i 5Stelle mai e poi mai avrebbero fatto accordi, la dice lunga su cosa son stati pronti ad accettare i nuovi soggetti del cambiamento. E quali e quanti cambiamenti alle condizioni degli operai ne potranno mai venire.

R.P.

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