MANIFESTAZIONE CONTRO L’ENI – MILANO – 5 MAGGIO

Il 5 maggio si è tenuta a Milano una manifestazione contro l’ENI e l’imperialismo italiano in Africa con la parola d’ordine “ATTACCHIAMO I PADRONI (PRIMA GLI ITALIANI)”. La manifestazione è stata anticipata da una campagna di stampa tutta concentrata sulla devastazione ed il saccheggio che Milano avrebbe subito dai manifestanti violenti e dai black block provenienti da tutta Europa ed è stata accolta da uno schieramento di forze dell’ordine abnorme e con il percorso della manifestazione completamente blindato con strade deserte, negozi chiusi e circolazione interrotta dal mattino. La manifestazione pur non essendo numerosa è riuscita. Ha toccato un […]
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Il 5 maggio si è tenuta a Milano una manifestazione contro l’ENI e l’imperialismo italiano in Africa con la parola d’ordine “ATTACCHIAMO I PADRONI (PRIMA GLI ITALIANI)”.

La manifestazione è stata anticipata da una campagna di stampa tutta concentrata sulla devastazione ed il saccheggio che Milano avrebbe subito dai manifestanti violenti e dai black block provenienti da tutta Europa ed è stata accolta da uno schieramento di forze dell’ordine abnorme e con il percorso della manifestazione completamente blindato con strade deserte, negozi chiusi e circolazione interrotta dal mattino.

La manifestazione pur non essendo numerosa è riuscita. Ha toccato un nervo scoperto: In un momento come quello attuale in cui il nazionalismo e il razzismo sono usati come soluzione alla crisi, in cui la difesa del posto di lavoro passa attraverso la difesa del padrone italiano, dell’azienda italiana, indicare come nemico i padroni italiani è stato importante. Come è stato importante dire chiaramente che l’Italia è un paese imperialista che partecipa apertamente alla spartizione ed al saccheggio dell’Africa contro altre potenze imperialiste e denunciare che per preservare ed allargare i loro affari, per poter continuare a sfruttare uomini e risorse di quei paesi l’ENI, le altre imprese italiane il governo italiano sono disposti a corrompere governi, finanziare guerre ed essere complici di barbarie inaudite come i campi di concentramento di migranti in Libia. Come è altrettanto importante smascherare i padroni italiani che “soffiano sul vento razzista della guerra fra poveri […] del rinchiudere i migranti a casa loro” salvo poi usare “la manodopera di emigrati provenienti da Terre depredate per assicurarsi un esercito di lavoratori e lavoratrici sotto ricatto […] e a basso costo”.

Messaggi importanti anche per gli operai. Perché gli operai devono avere sempre chiaro che il loro nemico sono i padroni, il proprio padrone, chi ti sfrutta per il proprio profitto, per la sua bella vita.

I padroni guardano solo ai loro profitti sia che questi siano fatti sulla pelle degli operai italiani o su quella degli operai degli altri paesi, sia che questo significhi distruggere l’Africa o la Basilicata (per rimanere all’ENI). Gli operai non devono cadere nella trappola del sostegno ai padroni italiani contro quelli stranieri per difendere il proprio posto di lavoro, così come non devono illudersi che “prima gli italiani” possa garantire la propria condizione. Il nazionalismo ed il razzismo sono le armi che nella crisi la borghesia e le altre classi che campano sulle spalle degli operai hanno per garantirsi i loro privilegi sottomettendo gli operai ad un regime di sfruttamento ancora più duro.

Non ci sono soluzioni alternative. Gli operai e gli sfruttati di tutto il mondo hanno una sola arma per potersi difendere ed attaccare i padroni ed il regime sociale che li affama: organizzarsi in proprio.

Ben vengano altre manifestazioni contro i padroni italiani.

“OPERAI DI TUTTI I PAESI UNITEVI!”

P.S.

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