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Commemorazione davanti ai cancelli della fabbrica degli operai della Innocenti deportati nel 1944 dal governo fascista di Mussolini nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen- Perchè abbiamo deciso di tenere la commemorazione del 25 aprile davanti alla portineria? Come tutti sapete la lapide, che commemora gli operai deportati nei campi di concentramento, si trova all’interno della fabbrica. Per far partecipare tutti i sostenitori della nostra lunga lotta avremmo dovuto chiedere il permesso a chi ha licenziato gli attivisti sindacali, a chi ha tentato più volte di svuotare la fabbrica riducendola a niente, a chi, solo due settimane fa, tentava, assumendo […]
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Commemorazione davanti ai cancelli della fabbrica degli operai della Innocenti deportati nel 1944 dal governo fascista di Mussolini nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen-

Perchè abbiamo deciso di tenere la commemorazione del 25 aprile davanti alla portineria?

Come tutti sapete la lapide, che commemora gli operai deportati nei campi di concentramento, si trova all’interno della fabbrica.

Per far partecipare tutti i sostenitori della nostra lunga lotta avremmo dovuto chiedere il permesso a chi ha licenziato gli attivisti sindacali, a chi ha tentato più volte di svuotare la fabbrica riducendola a niente, a chi, solo due settimane fa, tentava, assumendo due guardie, di garantirsi i voti per introdurre nella rappresentanza sindacale un suo diretto rappresentante.

Un tentativo comunque fallito di fronte alla compattezza del voto degli operai e degli impiegati.

Abbiamo scelto,come RSU, di ritrovarci tutti insieme, senza nessun filtro.

Operai della INNSE, operai di altre fabbriche e sostenitori alla presenza dell’ANPI , per ricordare e dare un significato attuale al sacrificio degli operai, della fabbrica che qui rappresentiamo, nella lotta al fascismo ed al nazismo.

Lo abbiamo sempre detto, per noi la lotta al fascismo ha un fondamento reale in questa fabbrica, nei reparti, nei piazzali.

Fu, in questi luoghi e fra gli operai addetti alle macchine, che si organizzarono i primi scioperi del marzo 1943, la prima pubblica manifestazione contro i dirigenti fascisti dello stabilimento.

Scioperi che costarono deportazione e morte per gli attivisti che si misero in prima fila. Gli operai affrontarono questi sacrifici sicuri che questo era l’unico modo per abbattere il fascismo e forse abbattere con esso anche il sistema che lo aveva prodotto.

Quante volte si è cercato di ridurre l’antifascismo a vuoto richiamo al passato ormai superato, allo stesso modo noi ogni anno siamo qui a testimoniare che coloro che combatterono sono ancora qui, che il fascismo non è mai stato sconfitto definitivamente, che dirigenti, industriali e uomini politici, quando esercitano il loro potere sui dipendenti o subalterni, in modo aperto e brutale, non fanno nient’altro che riprodurre in forme nuove lo stesso fascismo che gli operai come noi sconfissero nell’aprile del 1945.

Oggi, non solo siamo di fronte ad un ripresentarsi sulla scena di vere e proprie organizzazioni fasciste e razziste, che vanno combattute con ogni mezzo, siamo di fronte a nuove forme di fascismo che uomini con la giacca e la cravatta esercitano nei luoghi di lavoro, sui dipendenti e subalterni.

Licenziamenti per rappresaglia sono diventati la norma, così, in questo modo, si fa fuori l’opposizione in fabbrica. Scegliersi i sindacati di comodo come sta facendo la FIAT, che impedisce ai sindacati scomodi di svolgere la propria attività, è una nuova forma di fascismo.

La memoria collettiva ci dice che anche il fascismo del secolo scorso inizio la sua attività per schiacciare le lotte degli operai e dei braccianti e che questa fu la sua vera origine.

Commemorare la lotta antifascista degli operai della Innocenti serve proprio a tenere gli occhi aperti su quanto sta avvenendo, a combattere dovunque si vuole ridurre gli operai a degli schiavi silenziosi, a combattere dovunque le nuove forme di fascismo che nel silenzio generale si stanno affermando.

Milano 23 aprile 2018

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