52 licenziamenti “spontanei” firmati dal sindacato

Caro Direttore, invece di opporsi con la lotta ai licenziamenti, siamo al paradosso che il sindacato invita gli operai ad accettare i licenziamenti con la buona uscita e 2 anni di indennità di disoccupazione! Un accordo che mette contro fra di loro i 148 dipendenti se 52 di loro rifiuteranno il licenziamento decisi a impugnarlo. Questo sindacalismo è deleterio per gli operai. Li educa a non lottare a rassegnarsi e sottomettersi agli interessi e alla volontà dei padroni. Bisogna cambiare musica, gli operai si devono impegnare per il sindacalismo operaio e cacciare dalle fabbriche il sindacalismo compiacente con gli […]
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Caro Direttore,

invece di opporsi con la lotta ai licenziamenti, siamo al paradosso che il sindacato invita gli operai ad accettare i licenziamenti con la buona uscita e 2 anni di indennità di disoccupazione! Un accordo che mette contro fra di loro i 148 dipendenti se 52 di loro rifiuteranno il licenziamento decisi a impugnarlo. Questo sindacalismo è deleterio per gli operai. Li educa a non lottare a rassegnarsi e sottomettersi agli interessi e alla volontà dei padroni. Bisogna cambiare musica, gli operai si devono impegnare per il sindacalismo operaio e cacciare dalle fabbriche il sindacalismo compiacente con gli interessi del padrone.

Saluti Oxervator

 

Allego articolo da Il Giorno10 marzo 2018

Pibiviesse, la telenovela sta finendo: c’è l’accordo sugli esuberi. Chi accetterà il licenziamento avrà l’indennità di disoccupazione, per gli altri si procederà a una riorganizzazione interna.

Nerviano (Milano). Licenziamento e indennità di disoccupazione per 24 mesi per 52 lavoratori in esubero. Detta così, quella ottenuta dai sindacati per i dipendenti della Pibiviesse non sembra essere una vittoria. In realtà, per come era sembrata la situazione all’inizio, si tratta di un risultato importante. La proprietà di Pibiviesse, azienda nervianese che si occupa del settore energia e principalmente di valvole e che è stata acquistata qualche anno fa dall’americana Circor, aveva annunciato la necessità di licenziare 52 dipendenti su un totale di 148. I vertici dell’azienda di via Bergamina avevano motivato questa esigenza con il calo dei volumi produttivi. In sostanza, alla Pibiviesse non ci sarebbero più le condizioni che vigevano in passato e quindi sarebbero stati inevitabili degli esuberi.

Nelle ultime settimane gli incontri fra i rappresentanti dei lavoratori e la proprietà si sono susseguiti portando lo scenario, anche con l’intervento delle istituzioni, a cambiare in modo sensibile. L’accordo sindacale proposti, e approvato dai lavoratori in assemblea, prevede il licenziamento e l’erogazione dell’indennità di disoccupazione per 52 lavoratori per 24 mesi con l’esclusivo criterio della volontarietà e della pensionabilità a fronte di incentivazioni economiche che variano da 20a 36 mensilità in modo proporzionale all’anzianità aziendale e ai carichi familiari. «Inoltre – prosegue Renato Esmeraldi della Fiom Cgil – ai lavoratori che decideranno di intraprendere questo percorso, ad eccezione di pensionabili, la Pibiviesse metterà a disposizione un servizio di ricollocazione individuale di 12 mesi con una società specializzata, le cui spese saranno interamente a carico dell’azienda».

Quale sarà il destino dei dipendenti che non dovessero scegliere di aderire a questo piano? «Per i lavoratori considerati in esubero dalla procedura che non intenderanno aderire al trattamento di disoccupazione con incentivazione economica, si procederà ad una riorganizzazione interna in modo da riassorbire le eccedenze dichiarate» spiega Esmeraldi. Un percorso quindi di certo non semplice da compiere, ma che comunque non vedrà i lavoratori isolati in questa «avventura». Con una struttura ulteriormente «snellita» visti gli esuberi dichiarati dai vertici aziendali, la speranza del territorio e di tutti i dipendenti che rimarranno negli stabilimenti di via Bergamina è che la Pibiviesse possa riprendersi definitivamente. «Auspichiamo che questo accordo possa contribuire ad un rilancio delle prospettive economiche e produttive, che consideriamo molto importante per la struttura industriale del territorio» sottolinea l’esponente della Fiom Cgil.

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