CRITICA AL PROGRAMMA DI GOTHA / ELEZIONI 2018

Glosse marginali al programma del partito operaio tedesco. Critica al programma di Gotha. Marx 1875 È tempo di programmi, si va verso le elezioni del marzo 2018. Ogni partito dei borghesi e dei piccolo borghesi per prendere voti si lancia in promesse, in misure da attuare se dovesse andare al governo. Ci sono anche nuove formazioni che si dicono di “sinistra” che si fanno concorrenza a chi rappresenta di più le aspettative del popolo. Anche per noi operai diventa interessante occuparci di programmi, abbiamo necessità di intervenire in campo politico e vorremmo farlo in modo indipendente, tenendo conto della […]
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Glosse marginali al programma del partito operaio tedesco.

Critica al programma di Gotha. Marx 1875

È tempo di programmi, si va verso le elezioni del marzo 2018. Ogni partito dei borghesi e dei piccolo borghesi per prendere voti si lancia in promesse, in misure da attuare se dovesse andare al governo. Ci sono anche nuove formazioni che si dicono di “sinistra” che si fanno concorrenza a chi rappresenta di più le aspettative del popolo. Anche per noi operai diventa interessante occuparci di programmi, abbiamo necessità di intervenire in campo politico e vorremmo farlo in modo indipendente, tenendo conto della posizione sociale che ci caratterizza. Stranamente da più parti, anche fra alcuni esponenti delle classi superiori, si sta facendo strada il riconoscimento che ci siano degli ambiti di lavoro dove si manifesta, per i dipendenti, una condizione di schiavitù. Una scoperta sconcertante. Se fossimo noi operai a denunciare la condizione di schiavi salariati sarebbe una forzatura, se lo dice qualche intellettuale della borghesia crea subito interesse ed attenzione.

Allora ci accingiamo a dare un’occhiata ai propositi e programmi dei partiti ed alle formazioni che si dicono di sinistra, che fanno riferimento alla tradizione politica che ha fatto dei lavoratori in generale il proprio riferimento sociale. Abbiamo bisogno, in quanto operai, di strumenti critici che non troviamo naturalmente in quella poca preparazione scolastica che la società ci ha fornito malvolentieri prima di mandarci in fabbrica. Abbiamo bisogno di attingere a strumenti critici consolidati, approfonditi e soprattutto strumenti critici che servano alla lunga guerra per liberarci dai padroni e dal loro sistema, visto che subiamo, sulla nostra pelle, una schiavitù che invece di attenuarsi è diventata, con lo sviluppo tecnologico, sempre più pesante.

La più famosa critica ad un programma di partito che è stata espressa nel corso della lunga guerra che da più di cento anni ci contrappone ai padroni è stata scritta da Marx, nel 1875. Scritta come note critiche in margine al programma del partito operaio tedesco, diventata famosa come critica al programma di Gotha, noi oggi la riproponiamo. Ci convince, non solo per il rispetto che abbiamo per Marx, il teorico dell’insorgenza operaia, ma soprattutto perché definisce attraverso una critica particolareggiata le caratteristiche essenziali che deve assumere un programma di partito per gli operai. Lo scritto è lontano nel tempo, ma come nell’evoluzione della natura gli anni contano relativamente agli eventi ed alle condizioni che maturano ed esplodono. Possono essere tanti o pochi. Riferendoci a modifiche sostanziali ed epocali riteniamo che la società è ancora inchiodata alla società del capitale, della schiavitù degli operai. Ha maturato nuove e più profonde contraddizioni, la potenzialità perché si passi a nuovi rapporti sociali si è accresciuta, ma siamo ancora sul terreno di rapporti di produzione dove operai e padroni si contrappongono in modo inconciliabile, dove degli esseri umani sono costretti a vendere la propria forza lavoro ad un padrone se vogliono sopravvivere.

Questa è la ragione per cui uno scritto del 1875 è utilizzabile oggi nella discussione attorno ai programmi dei partiti. Marx ha ricevuto il programma del Congresso del partito operaio che si terrà a Gotha, non è d’accordo né per la forma, sciatta e trasandata, ma ancora di più per i contenuti delle posizioni espresse. Scrive una lettera ad un dirigente del partito Bracke dove mette in fila tutte le critiche. Oggi siamo abituati a dare zero valore ai programmi scritti, anzi non si scrivono più, basta una frase in un’intervista. Questo non vuol dire che i partiti non si muovano su interessi definiti, che dietro ad ogni azione non ci sia un programma di azione politica. La critica di Marx, che è critica di parte operaia, investe le posizioni più tradizionali della così detta sinistra, dal lavoro come prima questione, alla difesa dello Stato democratico, agli obiettivi realizzabili, ai sogni riformisti.

Un’opera demolitoria, quella di Marx, che produce una nuova prospettiva di società, quella dove gli operai al potere esercitano il loro comando e pur muovendosi ancora sul terreno di una società che porta i segni della vecchia struttura economica arriva fino a concepire che “egli (l’operaio) riceve dalla società un buono che dimostra che ha prestato un tanto di lavoro (dopo la detrazione fatta del lavoro per i fondi comuni) e con questo buono ritira dai depositi sociali una quantità di oggetti di consumo corrispondenti alla quantità del suo lavoro. La stessa quantità di lavoro che egli ha dato in una forma alla società, la riceve da questa sotto un’altra forma”. Forse è troppo audace pensare, in questi concreti termini, al superamento della società dominata dalla moneta, dalle merci, dal lavoro salariato ma come operai non abbiamo altra possibilità. Siamo, come dice Marx, nelle condizioni materiali finalmente create “che rendono capaci e costringono gli operai a spezzare quella maledizione storica”.

GLOSSE MARGINALI AL PROGRAMMA DEL PARTITO OPERAIO TEDESCO

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