ULTIME DALLA SICILIA, TRA VECCHE E NUOVE EMERGENZE.

Come previsto, dopo le elezioni siciliane di quest’autunno, l’Isola non è più alla ribalta della cronaca e le vicissitudini siciliane rimangono circoscritte nella cronaca locale. Il governo Musumeci è da qualche tempo insediato, ma già dalle prime sedute i nuovi amministratori rendono comprensibile la situazione economica e finanziaria della regione.  La consuetudine dello scaricabarile è rispettata alla lettera: tutti i problemi sono stati generati nelle vecchie amministrazioni, anche se in queste vi erano anche compagni di merende che sono sempre vissuti di rendite. Chiaramente, durante la trascorsa campagna elettorale, nessuno ha parlato degli attuali problemi che attanagliano l’Isola, e […]
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Come previsto, dopo le elezioni siciliane di quest’autunno, l’Isola non è più alla ribalta della cronaca e le vicissitudini siciliane rimangono circoscritte nella cronaca locale. Il governo Musumeci è da qualche tempo insediato, ma già dalle prime sedute i nuovi amministratori rendono comprensibile la situazione economica e finanziaria della regione.  La consuetudine dello scaricabarile è rispettata alla lettera: tutti i problemi sono stati generati nelle vecchie amministrazioni, anche se in queste vi erano anche compagni di merende che sono sempre vissuti di rendite. Chiaramente, durante la trascorsa campagna elettorale, nessuno ha parlato degli attuali problemi che attanagliano l’Isola, e questo la dice lunga sul livello di (presunta) democrazia che governa questo sistema socio-economico, ma andiamo con ordine.

IL DEBITO PUBBLICO SICILIANO.

Quante volte su queste pagine ho parlato di queste problematiche? Ebbene il debito pubblico della Regione è tirato in ballo in ogni cambio di amministrazione e in ogni situazione in cui si vuole cercare un alibi per i propri fallimenti. Durante la campagna elettorale era, però, sparito dall’agenda politica, un caso? Ebbene, com’è stato esternato dal nuovo Presidente della Regione Siciliana Musumeci, la Sicilia è indebitata per nove miliardi di euro, com’è stato certificato dalla corte dei conti, ma ha anche un disavanzo, la differenza tra entrate e uscite, di cinque miliardi di euro. Sotto certi aspetti i nuovi amministratori hanno voluto mettere le mani avanti, scordatevi le promesse elettorali, la situazione è tragica! D’accordo, ma perché non c’è stato un minimo cenno di questa situazione durante la campagna elettorale (alla faccia della cosiddetta democrazia)? Perché, inoltre in questo sistema le cose avvengono senza che s’indaghi e sulle cause senza cercare delle soluzioni. Come, si è generato, inoltre, questo debito, sono stati individuati i responsabili? Come mai questo indebitamento non ha permesso di fornire dei servizi adeguati ma in Sicilia permangono strade dissestate, una rete idrica colabrodo, un sistema fognario che funziona, quando va bene, al cinquanta per cento? Non è una cosa di poco conto, gli ospedali  e i punti nascita chiudono, i pronto soccorso anche, per risanare il debito, ma i responsabili perché non sono individuati e puniti, perché non mettono mano alla loro sacchetta? Domande retoriche, le carceri sono piene d’immigrati e poveri cristi, i lor signori fanno la bella vita con i soldi sottratti ai bisogni popolari. Intanto il presidente dell’ARS Miccichè ha precisato che non saranno intaccati gli stipendi dei parlamentari siciliani e il tetto degli stipendi dei manager saranno rimodulati, cosa che è avvenuta in questi giorni. È giusto, secondo il Presidente delfino di Berlusconi, che gli stipendi siano differenti sulla base delle funzioni, e incapacità, a stringere la cinghia ed emigrare tocca al popolo.

Tanto per non smentirsi, notizia di oggi 14/ 2/, il presidente del parco dei Nebrodi  Antoci, che aveva subito un attentato mafioso, non è stato confermato nel suo ruolo, un caso?

IL PROBLEMA RIFIUTI.

Per tanto tempo questa problematica è stata rimossa dal dibattito politico siciliano, eppure nulla era stato fatto nella precedente legislatura per risolvere le deficienze strutturali. Il vecchio governo Crocetta ha preferito lasciare lo status quo e, da emergenza a emergenza, si è giunti nella situazione attuale, dove non si vedono delle oggettive vie d’uscita. La gestione dei rifiuti in Sicilia ha permesso tantissima gente di arricchirsi, togliendo risorse ai servizi. Gli ATO e la gestione privata delle discariche, sono stati dei pozzi senza fondo che hanno profondamente contribuito a incrementare il debito pubblico siciliano e non hanno per niente stimolato la diffusione della raccolta differenziata. I privati avevano l’interesse che si conferisse in discarica. Intendiamoci il problema dei rifiuti è la più grossa contradizione della nostra società, ma per una terra come quella siciliana le contradizioni sono ampliate. Così si è continuato a conferire in discarica senza considerare che queste si stessero saturando, cosa che è puntualmente avvenuta in varie riprese, ma adesso è diventata insostenibile. Tanto da costringere Musumeci a chiedere la tato di emergenza al governo nazionale per nominare un commissario ad acta che deroghi alle leggi dello stato. Lo stato di emergenza è stato concesso, è di questi gironi la notizia, ma senza fondi statali. In sostanza Gentiloni ha detto: “Fate quello che volete a non venite a bussare cassa”. Come saranno gestiti questi poteri speciali è difficile dirlo, le discariche sono ormai tutte sature e la raccolta differenziata non si può improvvisare dall’oggi al domani. Probabilmente la spazzatura sarà spedita all’estero, almeno in parte, fino a quando non si troveranno delle altre soluzioni tampone, oppure si prevede la costruzione di mini inceneritori. Per la popolazione comunque saranno ca..i amari, o aumenteranno le bollette oppure l’inquinamento e le malattie.  Indicativo è il caso di Palermo che ha già le tariffe più alte d’Italia ma una raccolta differenziata praticamente inesistente, ma intanto la discarica di Bellolampo è satura e non si sa che pesci pigliare. Probabilmente i poteri speciali dello stato d’emergenza saranno utilizzati per derogare ai limiti di capienza delle discariche, staremo a vedere.

L’EMERGENZA IDRICA.

Questa è una nuova emergenza, dovuto sì alla mancanza di precipitazioni atmosferiche, ma anche alla mancata manutenzione delle reti idriche e delle dighe siciliane. Anche per questo è stato chiesto lo stato di calamità e di emergenza. Intanto, notizie di questi giorni, a Trapani l’acqua potabile non si può usare perché torbida, chi sono i responsabili, i s0liti ignoti. Per fortuna è ripreso a piovere e la situazione si sta risolvendo, ma questo impedirà di affrontare i problemi strutturali che provocano le emergenze idriche.

COSA AVVIENE SUL CAMPO.

Dopo questa disquisizione voglio analizzare i risvolti sociali delle crisi siciliane. I paesi si spopolano e sono abitati solo da vecchi e bambini, ce ne accorgiamo noi insegnanti che costatiamo la rilevante diminuzione delle classi di alunni. In Sicilia è più marcata la diminuzione dell’età media dovuta a nuove malattie, ma anche alla mancata prevenzione. Nonostante l’eccedenza di case vuote nelle principali citta siciliane è emersa un’emergenza abitativa e molti senza casa hanno occupato il duomo di Catania.

In definitiva, come ho detto tante volte, la Sicilia dimostra ampiamente il fallimento di questo sistema economico, ma anche di questa finta democrazia: la regione più ricca di risorse naturali è la più povera d’Italia. Meditate gente meditate.

PIETRO DEMARCO

 

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