DOMANDA DI OPERAI CHE STUDIANO MARX

Redazione, siamo un gruppo di operai che studiano assieme “Salario, Prezzo e profitto”. Nella prima parte dello scritto si parla di caduta tendenziale del saggio di profitto. E’ la prima volta che studiamo Marx vorremmo una spiegazione semplice Un gruppo di operai di Taranto Operai, siamo contenti che utilizziate il nostro giornale e che seguite le sue proposte di studio. Abbiamo trovato una risposta alla vostra domanda su Wikipedia La redazione ” La caduta tendenziale del saggio di profitto è una formula dell’analisi economica marxiana. Con caduta tendenziale del saggio di profitto Karl Marx ne Il Capitale identificò quel […]
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Redazione,

siamo un gruppo di operai che studiano assieme “Salario, Prezzo e profitto”. Nella prima parte dello scritto si parla di caduta tendenziale del saggio di profitto.

E’ la prima volta che studiamo Marx vorremmo una spiegazione semplice

Un gruppo di operai di Taranto

Operai, siamo contenti che utilizziate il nostro giornale e che seguite le sue proposte di studio.

Abbiamo trovato una risposta alla vostra domanda su Wikipedia

La redazione

La caduta tendenziale del saggio di profitto è una formula dell’analisi economica marxiana.
Con caduta tendenziale del saggio di profitto Karl Marx ne Il Capitale identificò quel fenomeno secondo cui l’aumento progressivo degli investimenti sui macchinari e sulle materie prime trattate [C] a scapito degli investimenti sui salari [V] avrebbe prodotto come risultato tendenziale del processo produttivo un saggio di profitto sempre minore. Il carattere di semplice tendenza viene attribuito alla legge per via delle cause antagonistiche, che lo contrastano.

Marx giunse a questa conclusione sulla base della teoria del valore: essendo il capitale sotto forma di salari (capitale variabile) l’unica fonte di plusvalore, l’aumento della composizione organica del capitale riferita agli investimenti sulle macchine e sul continuo aggiornamento tecnologico (capitale costante) avrebbe dato come risultato del processo produttivo dei profitti progressivamente decrescenti in proporzione agli investimenti complessivi.

In particolare il saggio del plusvalore è nella teoria marxiana il rapporto tra plusvalore e capitale variabile, e il saggio di profitto è invece il rapporto tra il plusvalore e l’insieme del capitale investito, ovvero capitale variabile e costante (salari più macchinari, materie prime e ausiliarie). In formule:

Saggio del plusvalore:  

{\displaystyle \ S_{P_{v}}={\frac {P_{v}}{V}}}

Saggio di profitto:   

{\displaystyle \ S_{p}={\frac {P_{v}}{(C+V)}}}

Dove P v  è il plusvalore, il capitale costante e il capitale variabile.

Secondo questa formulazione infatti nel calcolo del saggio di profitto, con e P v  costanti, all’aumentare di il saggio di profitto S p  diminuisce.

La conclusione teorica suggerisce quindi che, all’aumentare degli investimenti complessivi sulla produzione, se aumenta la sproporzione tra capitale costante e capitale variabile in favore del primo il saggio di profitto diminuisce, e questa diminuzione è progressiva all’aumento della forbice tra i due tipi di investimenti.

Per esempio: la somma di tutti i capitali, pari a 300 unità, è costituita da 240 unità di capitale costante e da 60 unità di capitale variabile. Con un tasso del plusvalore del 100% vengono prodotte 60 unità di plusvalore mentre il tasso del profitto risulta pari al 20%. Supponiamo che, venti anni più tardi, il contante totale del capitale sia passato da 300 a 500 unità. Nello stesso tempo, grazie al progresso tecnico, la composizione organica del capitale (cioè il rapporto fra capitale costante e variabile) si è elevata e le 500 unità si suddividono in 425 unità di capitale costante e 75 unità di capitale variabile. Perciò, con lo stesso tasso di plusvalore, saranno create 75 unità di plusvalore. Il tasso del profitto sarà dunque: 75/500 x 100 = 15%. La massa del profitto è passata da 60 a 75 unità, mentre il tasso del profitto è sceso dal 20 al 15%.

Su questo principio Marx teorizza il concetto di un rendimento decrescente strutturale della crescita del capitalismo, individuando nella caduta tendenziale del saggio di profitto l’effetto tipico e ultimo del modo di produzione capitalistico.

M
T
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