Merkel e l’allungamento della giornata lavorativa

Caro Operai Contro, come rilevavi ieri, da 2 mesi in Germania Angela Merkel non riesce a fare il governo. Sembra che uno dei grossi scogli da superare, sia “l’abolizione della giornata lavorativa di 8 ore” perché ritenuta un “limite obsoleto”. In pratica si vorrebbero costringere gli operai a lavorare oltre le 8 ore giornaliere, magari 10, meglio se di più. L’aumento della giornata lavorativa crea un plusvalore assoluto al padrone. Ovvero, il tempo di lavoro aggiunto alle 8 ore della giornata lavorativa, diventa ulteriore lavoro gratis per il padrone. Dopo aver prodotto l’equivalente del proprio salario, l’operaio lavora gratis […]
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Caro Operai Contro,

come rilevavi ieri, da 2 mesi in Germania Angela Merkel non riesce a fare il governo. Sembra che uno dei grossi scogli da superare, sia “l’abolizione della giornata lavorativa di 8 ore” perché ritenuta un “limite obsoleto”. In pratica si vorrebbero costringere gli operai a lavorare oltre le 8 ore giornaliere, magari 10, meglio se di più.

L’aumento della giornata lavorativa crea un plusvalore assoluto al padrone. Ovvero, il tempo di lavoro aggiunto alle 8 ore della giornata lavorativa, diventa ulteriore lavoro gratis per il padrone.

Dopo aver prodotto l’equivalente del proprio salario, l’operaio lavora gratis producendo plusvalore per il padrone.

Ogni giorno il padrone estrae dal lavoro operaio, il plusvalore relativo all’interno alle 8 ore di lavoro, ossia la differenza tra il lavoro corrispondente al salario operaio e il pluslavoro di cui si appropria il padrone. Se aumenta la giornata lavorativa, al plusvalore relativo si somma il plusvalore assoluto delle 2 ore per arrivare alla nuova giornata lavorativa di 10 ore.

Sarà per questo che i consiglieri della Merkel chiedono “il superamento dell’attuale limite quotidiano di tempo lavorativo”?

I consiglieri della Merkel (bontà loro), sarebbero propensi “a lasciare soltanto il tetto settimanale di 48 ore”.

Ma lavorando 10 ore al giorno invece di 8, in 5 giorni si farebbero 50 ore di lavoro, 2 ore in più dell’orario settimanale. Resterebbero inoltre liberi il sabato e la domenica, 2 giorni in cui all’occorrenza, il padrone può chiedere straordinari o attingere ad un’altra squadra di lavoro. Oppure se al padrone non interessa, può licenziare gli operai che non servono più, perché il loro lavoro viene fatto da un minor numero di operai con l’aumentato orario di lavoro quotidiano.

Sarà un caso che la questione operaia balza così prepotentemente d’attualità nella formazione del governo in Germania? Sta di fatto che “La discussione è anche entrata a far parte delle attuali, spinose discussioni per il nuovo governo Merkel”.

Saluti da un operaio in Italia

Allego l’articolo di Repubblica.it

Otto ore di lavoro al giorno, in Germania si pensa all’addio: “Limite obsoleto”

Un rapporto elaborato dai consiglieri di Angela Merkel propone il superamento dell’attuale limite quotidiano di tempo lavorativo. Fuest (Ifo): “Serve maggiore flessibilità”. Scettici i sindacati

FRANCOFORTE – Feierabend è un termine intraducibile quanto sacro. È letteralmente “la festa della sera”, sono le ore dedicate dopo il lavoro alla famiglia, agli amici, al divertimento, al riposo. E una volta, chi viveva in Germania sapeva che dopo le cinque del pomeriggio era difficilissimo trovare qualcuno in ufficio, dopo le otto ore canoniche di lavoro i tedeschi spegnevano tutto e andavano a casa. Il tempo libero era sacro. Tanto che da alcuni anni grandi aziende come Daimler avevano persino introdotto il divieto di leggere mail nel fine settimana.

Ma i tempi cambiano e sarebbe ipocrita far finta di non vedere che miriadi di persone cominciano a leggere le mail di lavoro già la mattina, quando sono nella metro che li porta in ufficio. O che non rinunciano a una telefonata lavorativa la sera, dopo aver messo al letto i figli. Eppure, un rapporto del Sachverstaendigenrat, dei cosiddetti “cinque saggi” di Angela Merkel che sostanzialmente fotografa lo status quo, ha fatto sobbalzare sulla sedia sindacati e lavoratori quando ha proposto di abolire, tout court, la giornata delle otto ore.

Il presidente dei cinque consiglieri economici del governo, Christoph Schmidt, ha spiegato che “ormai l’idea che la giornata lavorativa inizi la mattina in ufficio e si concluda con l’abbandono pomeridiano dell’azienda, è obsoleta”. Nell’epoca digitale, ha aggiunto, alcune tutele dei lavoratori sono troppo rigide: “le aziende hanno bisogno della certezza che non infrangono la legge se un impiegato partecipa di sera a una conferenza telefonica e se a colazione legge le mail”. E nel rapporto presentato all’inizio di novembre, i “cinque saggi” hanno dunque suggerito di cancellare i limiti giornalieri – al momento sono otto ore, massimo dieci, con obbligo di recupero del riposo nel semestre – e lasciare soltanto il tetto settimanale di 48 ore.

La discussione è anche entrata a far parte delle attuali, spinose discussioni per il nuovo governo Merkel.

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