Dall’Ilva esce un fiume rosso di veleni

Caro Operai Contro, quando piove le strade di Taranto diventano canali con i veleni che colorano di rosso. l’acqua che ci scorre. La pioggia slava i veleni dell’Ilva ammassati nell’area della fabbrica e li trascina in giro per la città. Dentro l’Ilva gli operai sono direttamente a contatto con polveri, lavorazioni nocivi e processi produttivi ad alto rischio. Per gli abitanti di Taranto l’avvelenamento dell’ Ilva arriva non soltanto per l’aria inquinata dalle polveri, ma anche per i veleni che la pioggia trascina in città, quelli che non evaporano subito si depositano nei terreni, inquinandoli insieme alle polveri nell’aria […]
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Caro Operai Contro,

quando piove le strade di Taranto diventano canali con i veleni che colorano di rosso. l’acqua che ci scorre. La pioggia slava i veleni dell’Ilva ammassati nell’area della fabbrica e li trascina in giro per la città. Dentro l’Ilva gli operai sono direttamente a contatto con polveri, lavorazioni nocivi e processi produttivi ad alto rischio. Per gli abitanti di Taranto l’avvelenamento dell’ Ilva arriva non soltanto per l’aria inquinata dalle polveri, ma anche per i veleni che la pioggia trascina in città, quelli che non evaporano subito si depositano nei terreni, inquinandoli insieme alle polveri nell’aria che cadono.

Il gruppo ‘Genitori tarantini’ protesta e denuncia Gentiloni e i ministri Carlo Calenda e Gianluca Galletti con un messaggio:: “A Roma decidete come affossare ancora di più le legittime richieste di un futuro compatibile con il territorio, di tapparvi le orecchie e gli occhi davanti alle evidenti perversioni che impediscono ai tarantini di godere di tutti i diritti previsti dalla stessa Costituzione, che voi per primi dovreste rispettare. Qui a Taranto (Italia) vento e pioggia fanno paura”.

Saluti da Taranto

 

Mando un articolo da Todey 15-nov-2017

Fiume rosso attraversa le strade di Taranto: “Purtroppo non è una novità”

Un forte temporale, è bastato questo. A Taranto si è formato un “fiume” di colore rosso che attraversa le strade vicine al porto, nei pressi dell’Ilva. Le immagini stanno facendo il giro dei social network. La massa d’acqua colorata è originata alla commistione con le polveri del siderurgico, e si è riversata su una banchina del quarto sporgente del porto gestita dallo stabilimento, dove le navi cariche di minerali attraccano per scaricare le materie prime.

Fonti dell’Ilva spiegano che l’area in cui si è verificato il fenomeno è completamente impermeabilizzata e circoscritta da appositi cordoli che hanno la funzione di prevenire potenziali sversamenti di materiale residuo.

Quel lago rosso a due passi dall’Ilva: “La pioggia porta il ferro vicino alle abitazioni”

Il gruppo ‘Genitori tarantini’ protesta e su Facebook inoltra le immagini al premier Paolo Gentiloni e ai ministri Carlo Calenda e Gianluca Galletti con un messaggio: “A Roma decidete come affossare ancora di più le legittime richieste di un futuro compatibile con il territorio, di tapparvi le orecchie e gli occhi davanti alle evidenti perversioni che impediscono ai tarantini di godere di tutti i diritti previsti dalla stessa Costituzione, che voi per primi dovreste rispettare. Qui a Taranto (Italia) vento e pioggia fanno paura”.

Scene del genere purtroppo a Taranto non sono una novità: “La banchina è sotto sequestro da diversi anni – spiega Francesco Maggio, delegato Fiom –  e ci sono una serie di prescrizioni legate a quel provvedimento che sono tutt’ora da ottemperare. Avrebbero dovuto ultimare alcune opere per la raccolta delle acque meteoriche, ma anche a causa del sequestro non sono state ancora completate. Per noi è una scena piuttosto comune vedere polveri e acqua rossa coprire l’intera zona”.

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