L’ARTE DELLO SCARICABARILE: RIFLESSIONI A “FREDDO” SULLE ELEZIONI SICILIANE.

  Dopo essere stata per mesi al centro delle attenzioni della politica nazionale, la Sicilia è ripiombata nell’oblio, non interessa più. I risultati delle elezioni sono stati ampiamente digeriti dall’opinione pubblica, adesso si aprono i teatrini della politica nazionale. Come da prassi consolidata, dopo ogni cambio di governo, di una nazione, di una regione o di un comune, i politici vincitori e i professionisti dell’informazione, scaricano le responsabilità su chi li ha preceduti: l’arte dello scaricabarile. Una pratica comoda nella politica dell’alternanza, dare addosso a chi ti ha preceduto per perseguire le stesse politiche ma dare l’illusione che qualcosa […]
Condividi:

 

Dopo essere stata per mesi al centro delle attenzioni della politica nazionale, la Sicilia è ripiombata nell’oblio, non interessa più. I risultati delle elezioni sono stati ampiamente digeriti dall’opinione pubblica, adesso si aprono i teatrini della politica nazionale. Come da prassi consolidata, dopo ogni cambio di governo, di una nazione, di una regione o di un comune, i politici vincitori e i professionisti dell’informazione, scaricano le responsabilità su chi li ha preceduti: l’arte dello scaricabarile. Una pratica comoda nella politica dell’alternanza, dare addosso a chi ti ha preceduto per perseguire le stesse politiche ma dare l’illusione che qualcosa cambi. Impresa facile contro l’ex presidente Crocetta che non è riuscito neanche a mettere in agenda nessuno degli innumerevoli problemi di cui è affetta la Sicilia.

In realtà, durante tutta la legislatura precedente, nessuno ha mai voluto realmente far cadere Crocetta e hanno accettato anche la nomina di un assessore per l’economia nominato dal governo centrale, pur di evitare il fallimento, così un governo che, sulla carta, non aveva la maggioranza, è durato l’intera legislatura, con il bene placido di coloro che si sono scontrati (?) in questa campagna elettorale. Nella logica della moderna democrazia dell’alternanza un traghettatore o una comparsa, sono utili per togliere le castagne dal fuoco nei momenti di difficoltà, ed è questo il ruolo che si è fatto assumere da Crocetta. Esaurito questa funzione è stato scaricato  dal suo stesso partito.

L’arte dello scaricabarile è utile anche per evitare di parlare dei problemi concreti, cioè dei bisogni basici dei cittadini. Così in questa campagna elettorale nessuno ha affrontato il problema della gestione dei rifiuti, in una regione, dove la raccolta differenziata è quasi inesistente; nessuno ha parlato del trattamento dei reflui urbani, eppure solo la metà è trattata, il resto della merda finisce per inquinare i mari e le falde acquifere. E che dire della bonifica dei siti inquinati, di Gela di Priolo e Milazzo? Per i politici in pectore questi non esistono. E delle innumerevoli vertenze operaie si è parlato in questa campagna elettorale, ma manco per sogno! Allora quali sono state in sintesi le proposte della campagna elettorale? Finanziamento alle imprese, in modo diretto o indiretto. Poco importa se la Sicilia ha la più alta differenza tra i ricchi e poveri d’Italia. Poco importa se vi è la più alta percentuale di poveri assoluti, la più elevata disoccupazione giovanile e via di questo passo, di primati negativi l’isola ne annovera molti. Allora c’è molto da meravigliarsi se i non votanti sono la maggioranza degli elettori siciliani? In realtà molti siciliani non sono andati a votare anche perché sono emigrati, ma continuano ad avere la residenza in regione, mentre la maggioranza dei giovani non ha votato perché intende andarsene perché non vede prospettive future in Sicilia. Nel non voto ci sono anche molto disimpegno e rassegnazione, non solo un rifiuto del sistema, ma è un punto di partenza.

Fra non molto l’arte dello scaricabarile sarà utilizzata a livello nazionale, personaggi che finora sono stati pappa e ciccia a spartirsi il potere fingeranno di fronteggiarsi nelle elezioni nazionali. I vincitori, se le cose vanno male, se la prenderanno con i predecessori; se le cose vanno bene, per congiunture favorevoli, si prenderanno i meriti. Comunque si porteranno le solite politiche di finanziamento alle imprese, di politiche anti operaie e anche se s’intaccheranno dei privilegi, la struttura socio economica non sarà messa in discussione. Fino al prossimo cambio di guardia, come prevede la moderna politica dell’alternanza. Intanto i braccianti continueranno a essere sfruttati, ad ammalarsi di cancro per gli antiparassitari respirati, gli operai a morire nei posti di lavoro, gli abitanti dei siti inquinati a morire di malattie terribili, mentre i padroni si sono messi al sicuro i loro profitti nei paradisi fiscali. Come diceva una vecchia canzone della “compagnia del canto popolare” “Cambia il governo cambia il padrone solo per chi sta sotto non cambia niente”.

A questo punto concedetemi un P. S. indirizzata a neo presidente della regione Sicilia Nello Musumeci. Il movimento con cui ha vinto le elezioni si chiamava “DIVENTERA’ BELLISSIMA”, riferita alla Sicilia.  Che cosa intendono fare i nuovi governanti per assolvere la promessa, forse fare piazza pulita di tutte le costruzioni abusive che oscura la vista del mare in molti tratti della Sicilia? Forse eliminare gli scarichi inquinanti anche di arre protette? Forse fermare la cementificazione selvaggia delle pendici dell’Etna? Forse fare una seria opera di rimboschimento con specie tipiche del Mediterraneo?  Forse mettere in sicurezza le strade della viabilità interna? Aspetteremo fiduciosi.

Infine un’ultima precisazione: chi ritiene che non ci siano i capitali per fare tutte queste cose ricordo che la Mafia, prima impresa nazionale, fattura all’anno più di cento miliardi di Euro, su scala nazionale, basta prendere una parte di questi capitali e non destinarli per centri commerciali, expo, TAP, TAV PONTI SULLO STRETTO, paradisi fiscali. Ma questa è una storia che solo gli operai possono scrivere.

PIETRO DEMARCO

 

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.