I referendum delle torte in faccia

Caro Operai Contro, Zaia per il Veneto, Maroni per la Lombardia con i loro rispettivi consigli regionali, non perdono tempo e dopo la delega avuta dai referendum di domenica scorsa, chiedono più autonomia dallo Stato centrale. Tradotto significa trattenere a livello regionale una parte dei quattrini che vanno al governo centrale, il quale li ridistribuisce alla regione sotto varie forme. Una richiesta che poggia sul fatto – dicono i promotori del referendum – che Lombardia e Veneto versano a Roma, sotto forma di tasse, tributi ecc., più quattrini di quanti gliene ritornano sotto le varie forme. Il momento clou […]
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Caro Operai Contro,

Zaia per il Veneto, Maroni per la Lombardia con i loro rispettivi consigli regionali, non perdono tempo e dopo la delega avuta dai referendum di domenica scorsa, chiedono più autonomia dallo Stato centrale. Tradotto significa trattenere a livello regionale una parte dei quattrini che vanno al governo centrale, il quale li ridistribuisce alla regione sotto varie forme. Una richiesta che poggia sul fatto – dicono i promotori del referendum – che Lombardia e Veneto versano a Roma, sotto forma di tasse, tributi ecc., più quattrini di quanti gliene ritornano sotto le varie forme.

Il momento clou di quella che in realtà è una mossa propagandistica della Lega Nord, seguita dagli “autonomisti” dell’ultima ora, è stato quello che può essere considerato, il salto di qualità delle torte in faccia, quando prima del referendum Berlusconi ha dichiarato a fianco di un Maroni spiazzato: “faremo il referendum in tutte le regioni”. Volendo con questo dire, che anche le regioni che da Roma ricevono più quattrini di quanti ne mandino, sono legittimate con un bel referendum a chiedere ancora più quattrini. Salvini il giorno dopo i referendum Veneto e Lombardo, ha preso al volo la tesi di Berlusconi. Se tutte le regioni che lo vorranno, possono chiedere più quattrini, perché inimicarsele rischiando di perdere voti? Che poi più quattrini arrivino o meno, questa è un’altra storia.

La Lega Nord non potendo più gridare contro Roma ladrona, essendovi stata al governo e puntando a tornarci, ha girato la frittata per dire la stessa cosa: se alle regioni non viene concessa la “giusta” autonomia, è colpa di Roma che non la concede. Roma ladrona s’intende, ma la lega non può più dirlo, per non complicarsi l’eventuale possibilità di rientrare nella nidiata capitolina dei ladroni.

Saluti da Palazzago

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