Spagna: la repubblica democratica del manganello

Domenica primo ottobre la ricorderemo a lungo, nella democratica Europa si impedisce con la forza armata l’esercizio del voto del referendum, indetto in Catalogna, per far esprimere la popolazione sulla questione dell’indipendenza dalla Spagna. Ciò che non si capisce in anni si può capire in un giorno e ricordarlo per decenni. Quante chiacchiere sul valore della democrazia, sul potere del popolo espresso attraverso il voto, come sono stati sbeffeggiati e condannati tutti coloro che vedevano nella repubblica democratica la forma più compiuta della dittatura dei padroni sugli sfruttati. I fatti di Spagna di questo primo ottobre dicono cose fondamentali […]
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Domenica primo ottobre la ricorderemo a lungo, nella democratica Europa si impedisce con la forza armata l’esercizio del voto del referendum, indetto in Catalogna, per far esprimere la popolazione sulla questione dell’indipendenza dalla Spagna.

Ciò che non si capisce in anni si può capire in un giorno e ricordarlo per decenni.

Quante chiacchiere sul valore della democrazia, sul potere del popolo espresso attraverso il voto, come sono stati sbeffeggiati e condannati tutti coloro che vedevano nella repubblica democratica la forma più compiuta della dittatura dei padroni sugli sfruttati.

I fatti di Spagna di questo primo ottobre dicono cose fondamentali sul contenuto della repubblica democratica. Non è vero che il popolo con il voto può esprimere la propria volontà, non è vero che l’esercizio del voto è garantito ad ogni cittadino. Solo il governo dei borghesi più forti, che gestisce il potere, decide se si può votare o meno e su quali questioni. A Barcellona e in tutta la Catalogna la forza di uomini armati organizzati dal potere dello stato centrale ha impedito, o cercato di impedire ad una parte della popolazione l’esercizio del voto. I metodi soliti: bastonate, sgomberi forzati, arresti. La scheda elettorale questo emblema della democrazia è stata sequestrata, le urne rovesciate. Ottocento feriti.

La repubblica democratica di Spagna tiene prigionieri a manganellate i catalani che vogliono l’indipendenza, anzi non permette loro nemmeno di manifestare attraverso il voto questa volontà.

Quando i manifestanti a Barcellona gridano al fascismo sanno che a Madrid non c’è il dittatore Franco, ma il parlamento, il governo regolarmente in carica e i partiti che lo sostengono.

La democrazia parlamentare il tempio del consenso, della mediazione fra le classi non usa altri mezzi che la forza bruta e proprio contro chi vuole utilizzare i mezzi della democrazia per ottenere il riconoscimento dei suoi diritti. La democrazia parlamentare spagnola esercita la dittatura, il governo democratico di Rajoy è fascista, in effetti democrazia dei borghesi e fascismo sono due modi di esercitare il potere di una stessa classe, tutte le montagne di chiacchiere che vogliono costruire un muro fra queste due forme sono fandonie, la classe al potere con molta facilita passa da un metodo ad un altro senza impedimenti.

In europa tutti i governi hanno assistito alle scene di Barcellona senza muovere un dito, esprimere una condanna, una popolazione viene calpestata perché vuole esercitare il diritto di voto e nessuno dice niente anzi tutti corrono a giustificare l’intervento del governo spagnolo come pienamente rispettoso della Costituzione.

Si capisce bene come fu possibile negli anni trenta il comparire sulla scena europea dei Mussolini e degli Hitler.

IL PARTITO OPERAIO.

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