LE BOMBE DEI PADRONI ITALIANI

Redazione di Operai Contro, le bombe che l’Italia vende all’arabia saudita uccidono. I principi arabi ringraziano i padroni italiani. Un giovane DAL CORRIERE La sua foto non ha fatto, come si dice, il giro del mondo: Buthaina Mohammad Mansour, 4 o 5 anni, piedi scalzi e occhi socchiusi, è in braccio a un uomo con la giacchetta e le scarpe impolverate, un anonimo soccorritore che la sta portando via dalle macerie della sua casa di Sana’a, la capitale dimenticata del dimenticato Yemen. Una bomba sganciata da un aereo saudita ha distrutto il palazzo nella notte del 26 agosto. La […]
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Redazione di Operai Contro,

le bombe che l’Italia vende all’arabia saudita uccidono. I principi arabi ringraziano i padroni italiani.

Un giovane

DAL CORRIERE

La sua foto non ha fatto, come si dice, il giro del mondo: Buthaina Mohammad Mansour, 4 o 5 anni, piedi scalzi e occhi socchiusi, è in braccio a un uomo con la giacchetta e le scarpe impolverate, un anonimo soccorritore che la sta portando via dalle macerie della sua casa di Sana’a, la capitale dimenticata del dimenticato Yemen. Una bomba sganciata da un aereo saudita ha distrutto il palazzo nella notte del 26 agosto. La tomba di un’intera famiglia, in tutto otto persone: il fratellino Ammar di 3 anni, le quattro sorelle, i genitori, uno zio adorato. E lei, Buthaina, unica sopravvissuta: una voce che chiama da sotto il cemento. Una bambina come le nostre, jeans, felpa rossa, che vive su un pianeta vicino. Una storia e un’immagine catturate da Khaled Abdullah dell’agenzia Reuters.

Una di quelle storie che non fanno più notizia, ammesso che la guerra nello Yemen ne abbia mai fatta: fazioni contro fazioni, povertà, fame, colera. E una potenza cara all’Occidente — l’Arabia Saudita — che nella sua lotta contro i ribelli Houthi sembra aver fatto dei danni collaterali un obiettivo primario: mercati, funerali, scuole, palazzi. Bombardamenti d’altri tempi. Alle 2 di notte il papà di Buthaina aveva chiamato uno zio: gli aerei stanno arrivando. Lo zio è corso in aiuto, e anche lui è finito sotto. La nipotina che si è salvata ha trovato un letto d’ospedale dove a malapena curare le sue fratture, non un hashtag a cui appendere il suo dolore per la nostra compulsiva commozione. La foto di Buthaina sola al mondo non è stata molto condivisa su Internet, non è finita suoi tavoli delle diplomazie mondiali, non fermerà (neppure per un secondo) il decollo dei caccia. Non è chiara neppure la sua età: 4 o 5 anni. Difficile appassionarsi al suo futuro, al suo diritto di giustizia. Altre tragedie incombono e competono con la sua, altre logiche. La foto della bambina dello Yemen non è diventata virale. E non sai se sia un bene o un male.

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