Veleni della Ferriera: prima di inquinare fuori, colpiscono gli operai

Caro Operai Contro, dalla Ferriera di Trieste continuano a uscire i veleni della produzione. Figuriamoci gli operai che in Ferriera ci lavorano cosa sono costretti a respirare tutti i giorni. La cronaca riporta le dichiarazioni, le competenze degli organi preposti, le misure, i risultati, “il mancato rispetto degli obiettivi” ecc. ecc. Un’attenzione certosina viene posta fuori dalla fabbrica, invece in nome dell’inviolabilità della proprietà privata, niente viene reso noto pubblicamente sulla condizione di sicurezza e salubrità dentro la fabbrica. Sindacato e Rsu si tengono per loro i dati sulla prevenzione in fabbrica, anche loro fedeli alla tesi della privacy […]
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Caro Operai Contro,

dalla Ferriera di Trieste continuano a uscire i veleni della produzione. Figuriamoci gli operai che in Ferriera ci lavorano cosa sono costretti a respirare tutti i giorni. La cronaca riporta le dichiarazioni, le competenze degli organi preposti, le misure, i risultati, “il mancato rispetto degli obiettivi” ecc. ecc. Un’attenzione certosina viene posta fuori dalla fabbrica, invece in nome dell’inviolabilità della proprietà privata, niente viene reso noto pubblicamente sulla condizione di sicurezza e salubrità dentro la fabbrica. Sindacato e Rsu si tengono per loro i dati sulla prevenzione in fabbrica, anche loro fedeli alla tesi della privacy del padrone. Ma la salute e la pelle è quella degli operai, anche una sola notizia può essere utile ad altri operai di altre fabbriche, magari dove è più difficile creare dentro la fabbrica, condizioni di prevenzione e antinfortunistica.

Il tempo passa, si continua a mangiar terra fuori ma ancor di più dentro la fabbrica. Sembra non esserci responsabili. Ogni volta come il gioco dell’oca si riparte da zero. I più arguti daranno la colpa agli operai che per un salario di sopravvivenza, si ostinano a lavorare faticosamente, a farsi sfruttare felici tra ritmi, carichi di lavoro, polveri e veleni. Colpa loro se l’inquinamento  esce dalla fabbrica e inquina il territorio. Sarebbe da prenderli in parola e bloccare tutte le fabbriche. Ma un giorno lo faremo, e non solo per liberare la produzione dai veleni.

Saluti da alcuni operai

 

Mando un articolo dal Piccolo di Trieste

Ferriera, l’Arpa segnala il «mancato rispetto degli obiettivi di polverosità: tra le soluzioni anche il fermo della produzione» L’Agenzia regionale evidenzia che «le misure messe in atto dal gestore in seguito alla diffida della Regione dello scorso mese di giugno, non sono state dunque finora sufficienti»-

Arpa ha reso noto di aver trasmesso in data odierna (venerdì 11 agosto) a Siderurgica Triestina e alla Regione i risultati delle misure delle polveri rilevate nel mese di luglio nei deposimetri posizionati nel quartiere di Servola: i risultati – spiega una nota regionale – evidenziano il mancato rispetto degli obiettivi di polverosità stabiliti nell’autorizzazione AIA dello stabilimento servolano su base mensile presso la postazione di “via del Ponticello, 54” (valore rilevato: 341,1 mg/mq/g, valore obiettivo: 250 mg/mq/g ) e quella di “Palazzina Qualità” (valore rilevato: 580,2 mg/mq/g, valore obiettivo: 500 mg/mq/g), ma annche l’obiettivo su base annua (media dei 12 mesi precedenti) presso la postazione di “via del Ponticello, 54” (valore rilevato: 144,1 mg/mq/g, obiettivo: 140 mg/mq/g).

Le misure messe in atto dal gestore – spiega ancora il comunicato stampa -, in attuazione della diffida della Regione dello scorso mese di giugno, non sono state dunque finora sufficienti a rispettare i valori obiettivo di polverosità. Ad avviso dell’Arpa, la principale causa del mancato rispetto dei valori obiettivo per la polveri raccolte dai deposimetri è da attribuire al progressivo deterioramento della bocca di carico dell’altoforno. L’Agenzia evidenzia pertanto la necessità che il gestore, al fine di rispettare i valori obiettivo stabiliti dall’AIA per le deposizioni, individui ed attui, oltre alle azioni previste espressamente nell’autorizzazione, ulteriori azioni in grado di ridurre le emissioni di polveri provenienti, in particolare, dall’altoforno, indicando espressamente, tra le ulteriori azioni possibili per ridurre efficacemente le emissioni di polveri, anche la fermata della produzione dell’altoforno anticipando quella già programmata per la sostituzione della bocca di carico.

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