Ericsson licenzia ancora, operai in piazza

Ericsson nella serata di venerdì licenzia 200 lavoratori a Roma e 61 a Genova, e il sindacato scende sul piede di guerra. L’azienda ha fatto recapitare le lettere di licenziamento alla fine della scorsa settimana, avviando così la quattordicesima procedura di licenziamento che prevede 315 esuberi complessivi. “Semplicemente una vergogna“, commenta Riccardo Saccone, segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio, che ha indetto stamattina un presidio davanti alla sede capitolina dell’azienda. Per protestare contro le 61 comunicazioni di congedo inviate via mail a Genova, invece, i dipendenti hanno bloccato il casello autostradale di Genova-Cornigliano che immette […]
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Ericsson nella serata di venerdì licenzia 200 lavoratori a Roma e 61 a Genova, e il sindacato scende sul piede di guerra. L’azienda ha fatto recapitare le lettere di licenziamento alla fine della scorsa settimana, avviando così la quattordicesima procedura di licenziamento che prevede 315 esuberi complessivi.

“Semplicemente una vergogna“, commenta Riccardo Saccone, segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio, che ha indetto stamattina un presidio davanti alla sede capitolina dell’azienda. Per protestare contro le 61 comunicazioni di congedo inviate via mail a Genova, invece, i dipendenti hanno bloccato il casello autostradale di Genova-Cornigliano che immette nella A10. I lavoratori si sono riuniti davanti alla sede aziendale al parco tecnologico degli Erzelli e poi in corteo hanno raggiunto il casello. Con loro anche una rappresentanza dei dipendenti di Esaote e di Wind3.

Nel settore – continua Saccone – da dicembre a oggi stanno registrando licenziamenti massivi, segno di un inquietante cambio di strategia delle aziende di un settore che, pur fra mille difficoltà, si distingue ancora per fatturati e ricavi di tutto rispetto. Ma soprattutto una vergogna per il governo di questo paese che, ancora una volta, ha dimostrato di non essere in grado di fermare processi di ristrutturazione violenti messi in atto da aziende multinazionali che scaricano a turno sulle proprie filiali il peso delle loro incapacità”.

“Il governo – secondo la Slc –, al di là dei proclami da cinegiornale Luce, non ha saputo fare altro che destrutturare la legislazione giuslavorista del paese senza predisporre alcun serio piano di sviluppo. Questa vicenda infatti è anche frutto della totale assenza di guida e di idee sullo sviluppo delle reti di comunicazione italiane. Sono anni ormai che manca una vera regia in un settore strategico come questo e quanto avvenuto venerdì in Ericsson non è che una prova di tutto ciò”.

Questo è un altro brutto colpo anche per il tessuto produttivo di Roma e di Genova, che vede svanire ulteriori alte professionalità. Tutto questo, per il sindacato, “è intollerabile”. Nelle prossime ore la Slc valuterà con grande attenzione quali risposte dare a Ericsson e all’intero comparto delle telecomunicazioni che, ricorda Saccone, “vede il contratto di lavoro bloccato da tre anni e centinaia di licenziamenti collettivi. Se questo deve essere uno dei settori del futuro, c’è davvero poco da stare allegri”.

da rassegna.it

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