Qatar: casca l’asino delle balle di regime

«La stampa quotidiana e il telegrafo, che dissemina le sue elucubrazioni in un batter d’occhio su tutta la superficie della terra, fabbrica più miti – e il bovino borghese li crede e li propaga – in una giornata di quanti se ne potessero diffondere in secolo nell’antichità». Karl Marx  pubblichiamo per il dibattito Mentre i cialtroni di regime, di alto e di basso rango, sparan cazzate a bischero sciolto sul «terrorismo», per spaventare e confondere gli sfruttati e gli oppressi, ecco che scoppia il caso Qatar. Il Qatar sarebbe al centro della trama terroristica che tanto angustia i nostri […]
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«La stampa quotidiana e il telegrafo, che dissemina le sue elucubrazioni in un batter d’occhio su tutta la superficie della terra, fabbrica più miti – e il bovino borghese li crede e li propaga – in una giornata di quanti se ne potessero diffondere in secolo nell’antichità».
Karl Marx

 pubblichiamo per il dibattito

Mentre i cialtroni di regime, di alto e di basso rango, sparan cazzate a bischero sciolto sul «terrorismo», per spaventare e confondere gli sfruttati e gli oppressi, ecco che scoppia il caso Qatar. Il Qatar sarebbe al centro della trama terroristica che tanto angustia i nostri governanti. Ma i conti non tornano  [vedi: Ispi, Arabia Saudita vs Qatar: regolamento di conti nel Golfo?, 5 giugno 2017].

Tanto per rinfrescar la memoria, la bella e colta emira del Qatar, gli scorsi anni, affascinò i nostri opinion leader (alias sensali) meneghini, mentre comprava a man salva interi quartieri di Milano. Ma era solo un piccolo shopping, tra i tanti fatti in giro per il mondo.

Giusto in quegli anni (2013), Isis balzava alla ribalta delle cronache, alimentando quel fiume di cazzate che ancor oggi ci vengono ammannite, senza pudore, da gente come la signora Theresa May e il signor Marco Minniti. Provocando disastri, come a Torino, sabato 3 giugno. E probabilmente anche sul London Bridge.

Nonostante il diffuso marasma ideologico, c’è chi ha conservato «spirito critico», o meglio la capacità di usare la marxiana critica dell’economia politica, senza farsi suggestionare dalla propaganda di regime.

Nel settembre 2014, circolò su Internet il saggio: Antropologia politica di Isis, da cui cito di seguito un brano assai significativo (allego il testo originale, oggi difficilmente reperibile).

Da parte mia, diffondevo un articolo, più breve, che allego, in cui sottolineavo gli aspetti salienti della situazione attuale: crisi globale, disgregazione del sistema di relazioni economiche (modo di produzione capitalistico), guerra asimmetrica. Senza alcun «complotto».

Certo, non pretendo di illuminar le menti. So benissimo che chi gode, in Italia come in Occidente, di un precario benessere, preferisce credere in ciò che gli fa comodo credere: nel meno peggio. Salvo poi finire (a sua insaputa) nel sempre peggio, ovvero nel tritacarne del capitale. Senza dire né ai né bai. Cazzi suoi. Io, mi smarco. Per quanto posso.

Dino Erba, Milano, 7 giugno 2017.

ISIS, Antropologia politica.Dino

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