230 lavoratori: il padrone individua un esubero e la licenzia

Caro Operai Contro, i 230 lavoratori della Reggiani Macchine ( Berrgamo) sono tutti scesi in sciopero immediato, dopo il licenziamento di una lavoratrice di 36 anni, rientrata da 9 mesi dalla maternità. In 9 mesi l’azienda dice di non essere riuscita a trovarle una mansione, cosi l’ha licenziata “per giustificato motivo oggettivo e soppressione della mansione”, come consentono le nuove regole del jobs act varate dal governo dei padroni. Su 230 lavoratori non c’è lavoro per una di loro. Questa dell’azienda è un’azione discriminatoria ed una provocazione che, se non viene respinta lascerebbe spalancata la porta ad altri licenziamenti. […]
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Caro Operai Contro,

i 230 lavoratori della Reggiani Macchine ( Berrgamo) sono tutti scesi in sciopero immediato, dopo il licenziamento di una lavoratrice di 36 anni, rientrata da 9 mesi dalla maternità. In 9 mesi l’azienda dice di non essere riuscita a trovarle una mansione, cosi l’ha licenziata “per giustificato motivo oggettivo e soppressione della mansione”, come consentono le nuove regole del jobs act varate dal governo dei padroni. Su 230 lavoratori non c’è lavoro per una di loro. Questa dell’azienda è un’azione discriminatoria ed una provocazione che, se non viene respinta lascerebbe spalancata la porta ad altri licenziamenti. Fanno bene gli operai a scioperare ed accertarsi che il sindacato non retroceda di un solo millimetro fino al ritiro del licenziamento.

Saluti Oxervator

 

Articolo di Repubblica.it 26 Maggio 2017

Bergamo, licenziata la neomamma: sciopero immediato di tutti i 230 lavoratori della fabbrica
La protesta dei dipendenti della Reggiani Macchine per la decisione che colpisce una donna di 30 anni appena rientrata dalla maternità. “Tutti in sciopero, immediato e improvviso. I 230 dipendenti della Reggiani Macchine di Grassobbio sono davanti ai cancelli per protestare contro il licenziamento di una collega e sostenere la trattativa che Fim Cisl e Fiom Cgil stanno intrattenendo con l’azienda, da meno di 18 mesi assorbita dal gruppo americano Efi e specializzata nella produzione di macchinari per la stampa”. Questa la nota dei sindacati che denunciano l’episodio che sarebbe avvenuto nella fabbrica del Bergamasco che produce macchinari per la stampa e la lavorazione per l’industria tessile.
I lavoratori sono usciti dallo stabilimento e si sono ritrovati in strada. Il licenziamento, per l’azienda “per giustificato motivo oggettivo e soppressione della mansione” – riferiscono i rappresentanti dei lavoratori – riguarda “una donna di 30 anni, da poco rientrata dalla maternità”. La lavoratrice in questione è tornata a lavoro circa nove mesi fa, e da allora – raccontano fonti sindacali – “non c’è mai stato un vero tentativo di ricollocarla”. Poi la comunicazione, che ha colpito lei, “individuata come un esubero”.

“I lavoratori – prosegue la nota di Fim e Fiom – sono preoccupati soprattutto dalle modalità e dalle relazioni sindacali che la proprietà ha adottato da qualche tempo, e chiedono il ritiro del licenziamento e il ripristino di un sistema di relazioni corrette”. La paura dei lavoratori è che la nuova proprietà americana voglia inagurare un “sistema easy”, “all’americana” – dicono – di trattare le questioni del lavoro.

Dall’azienda però respingono le accuse. La general manager della Reggiani, Adele Genoni, esclude che il licenziamento sia collegato alla maternità della dipendente e spiega che “nonostante i tentativi è stato impossibile ricollocarla”. “Un caso specifico – sostiene la manager – perché non siamo riusciti a integrare la persona in un’altra funzione. La maternità non c’entra. Anzi, abbiamo lanciato una iniziativa rivolta proprio per supportare le donne in azienda”.

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