La Milano da spremere Il lato cattivo della metropoli

Per il dibattito Expo ha dato una bella accelerata ad affari & intrallazzi. L’edilizia in primis, con tutte le ricadute speculative, connesse al settore immobiliare. È di questi giorni la notizia che, negli ultimi due anni, la città ha attirato la metà degli investimenti immobiliari esteri in Italia. Si tratta di una torta di 4 miliardi, destinata a crescere [Alessandra Corica, Milano in vetrina, 18 maggio 2017]. Come mai? Che cosa attira a Milano gli affaristi come le mosche sulla merda? Expo ha riplasmato il volto (e la sostanza) della città: al vecchio turismo d’affari, legato alla Fiera, si […]
Condividi:

Per il dibattito

Expo ha dato una bella accelerata ad affari & intrallazzi. L’edilizia in primis, con tutte le ricadute speculative, connesse al settore immobiliare. È di questi giorni la notizia che, negli ultimi due anni, la città ha attirato la metà degli investimenti immobiliari esteri in Italia. Si tratta di una torta di 4 miliardi, destinata a crescere [Alessandra Corica, Milano in vetrina, 18 maggio 2017].

Come mai? Che cosa attira a Milano gli affaristi come le mosche sulla merda?

Expo ha riplasmato il volto (e la sostanza) della città: al vecchio turismo d’affari, legato alla Fiera, si è aggiunto il turismo classico (arte e svago), condito con le seduzioni enogastronomiche di Oscar Farinetti (Eataly). Milano è oggi la seconda città italiana (dopo Roma) per turismo, con una crescita di presenze del 14,7% (2015).

E come funghi, sorgono grandi alberghi.

Basta leggere alcuni titoli dei quotidiani meneghini:

– Affari a catena sugli hotel di lusso. Galleria Manzoni: via al restyling, «Corriere della sera», 26 luglio 2016.

Tra il lusso e l’innovazione è boom di alberghi a Milano, «Il Giornale», 26 giugno 2016. Solo in zona Centrale «è aumentata la quantità di offerta: circa 900 nuove camere in quattro anni».

Il rapporto Unioncamere–Symbola afferma:

«Continuano i risultati positivi a Milano nell’ambito del turismo con un tasso di occupazione alberghiera che segna un +12% nei primi 3 mesi del 2017. L’occupazione media delle camere è stata intorno al 66% nei primi 3mesi dell’anno e con l’occupazione crescono anche i ricavi, +10% nei primi tre mesi 2017 sui primi 3 mesi del 2016. È quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio servizio marketing della Cciaa su dati RES STR Global su un campione di +18.000 camere. I dati tengono conto soprattutto degli effetti positivi su alberghi centrali e di alta categoria e riguardano gli alberghi in città rispetto alla provincia, che non vede questa crescita positiva. La cultura e le iniziative culturali fanno bene al turismo attivando una spesa turistica stimata per Milano in oltre 1,3 miliardi di euro e in Lombardia 3,7 miliardi, rispettivamente pari al 5% e 13% circa di tutta la spesa annuale dei turisti in Italia, secondo i dati della Cciaa di Milano, tratti dal rapporto 2016 di Unioncamere – Symbola» [http://www.travelnostop.com/lombardia/territori/turismo-milano_394752].

Sembrerebbe una pacchia, le attività fervono, i quattrini piovono … e piovono anche nelle tasche dei proletari… Col cazzo!

La filiera di questa vicenda è lunga: in testa ci sono le banche (la FINANZA), vengono poi immobiliaristi e palazzinari, con un bel codazzo di politicanti & faccendieri (sorry, facilitatori) che trafficano in permessi & licenze. Con un bel giro di tangenti.

E i lavoratori … in fondo

Infine, in fondo in fondo in fondo …, ci sono i proletari, coloro che il lavoro lo fanno realmente, costruendo gli alberghi (muratori) e facendoli funzionare (cameriere/camerieri). Per costoro, ci sono le briciole. Ma c’è solo da stupirsi che in questo tourbillon di speculazioni-mazzette-tangenti qualche cosa resti…

 Ed è qui che la merda viene a galla. Perché prima dei lavoratori (o meglio SOPRA) ci sono i negrieri, i trafficanti del lavoro: le cooperative, che si prendono la loro quota, foraggiando, strada facendo, non solo una bella schiera di intermediari (caporali), ma anche  le solite banche, dove i quattrini transitano e, a volte, spariscono, nel gioco di scatole cinesi, in cui le cooperative sembrano fatte ad arte.

La gestione caporalesca del lavoro attraverso le cooperative è una storia vecchia ma solo nell’ultimo ventennio ha assunto proporzioni assai appetitose. Grazie ai flussi migratori di forza lavoro a buon mercato (e ricattabile).

Già nei primi anni Duemila, a Milano, il giro d’affari toccava un milione e 250 mila euro. Una bella cifra! Pulita ed esentasse [calcolava Giovanni Giovannelli in Karl Marx, Segui il denaro (Follow the Money), a cura di Giovanni Giovannelli, Mimesis, Milano, 2003].

A questo punto, era entrato in scena il protagonista della storia: il lavoro flessibile. Il lavoro usa e getta. E il business del caporalato cooperativo aveva avuto la sua piena legittimazione.

Ci aveva pensato Pier Luigi Bersani, quand’era Ministro dell’Industria nel governo Prodi [Legge 7 agosto 1997 n. 266,  Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 agosto 1997 n. 186, http://www.jus.unitn.it/cardozo/obiter_ dictum/bersani1.htm].

Negli ultimi anni, i flussi migratori hanno alimentato un inesauribile serbatoio di braccia. Dove i negrieri fanno il bello e il cattivo tempo. Chi non vive queste situazioni, difficilmente può immaginare il clima di prevaricazione e ricatto che regna in questi rapporti di lavoro. E tutto «protetto» dalle leggi dello Stato italiano.

È di questi giorni la vicenda di un grand hotel, a quattro passi dal Duomo di Milano, il Room Mate, di via Silvio Pellico.

Dormire una notte in quell’albergo costa almeno 300 euro, mentre chi fa le pulizie delle camere si prende 2 euro, e deve fare il lavoro entro 30 minuti! Ovvero 4 € all’ora. Senza alcuna normativa e men che meno tutela. Sotto la sferza del cottimo. Prendere o lasciare.

Il Primo maggio, alcune lavoratrici dell’alber-go sono scese in sciopero per protestare:

– contro i massacranti ritmi di lavoro dovuti al cottimo,

– contro il contratto pirata usato dalla cooperativa per coprire lo stesso lavoro a cottimo,

– per il pagamento puntuale del salario (l’ultimo busta paga è quella di gennaio 2017),

– per il rispetto della salute e della sicurezza (mancano gli strumenti più elementari per lo svolgimento del lavoro).

La reazione padronale è stata immediata: prima (3 maggio) il danno, la sospensione dal lavoro, poi (il 16 maggio) la beffa: l’assegnazione in un’altra sede, nelle campagne romane (a 600 km da Milano)!

Immediata è stata anche la solidarietà: due presidi di denuncia davanti all’albergo, domenica 7 e sabato 13 maggio. L’iniziativa, promossa dal Sol Cobas, ha visto il coinvolgimento solidale di altre lavoratrici del settore che vivono la medesima situazione e si sono fatte parte attiva nella lotta.

È solo il primo passo … ma tutto lascia intendere che altri seguiranno.

(Fine della prima puntata…)

Dino Erba, Milano, 21 maggio 2017.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.