Gli spettri si aggirano a Palazzo Marino 20 maggio, a Milano, una marcia blindata

  Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla natura razzista e securitaria della marcia indetta da Majorino-Sala(Minniti), basta che legga la «Repubblica», la velina del governo Gentiloni-Minniti, di oggi, 18 maggio, edizione milanese. Titolo: Centinaia di volontari per rendere la marcia una kermesse pacifica. Servizio d’ordine capillare contro il rischio di infiltrati … «Un cordone di centinaia di volontari, operatori di ong e sindacalisti. Un servizio d’ordine pacifico e discreto, ma ben presente, perché la marci di sabato sia una grande festa, senza nessuna possibilità che si infiltri qualcuno a provocare. Dalla Cgil alle Acli, dai City Angels ai boy scout […]
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Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla natura razzista e securitaria della marcia indetta da Majorino-Sala(Minniti), basta che legga la «Repubblica», la velina del governo Gentiloni-Minniti, di oggi, 18 maggio, edizione milanese. Titolo:

Centinaia di volontari per rendere la marcia una kermesse pacifica. Servizio d’ordine capillare contro il rischio di infiltrati …

«Un cordone di centinaia di volontari, operatori di ong e sindacalisti. Un servizio d’ordine pacifico e discreto, ma ben presente, perché la marci di sabato sia una grande festa, senza nessuna possibilità che si infiltri qualcuno a provocare. Dalla Cgil alle Acli, dai City Angels ai boy scout ...».

Parole che può scrivere solo chi ha la coscienza sporca, e ha paura, poiché si rende conto che la «marcia per l’accoglienza (nei lager)» ha solo lo scopo di irreggimentare i flussi di forza lavoro a buon mercato, prodotti dal dissesto del Sud del Mondo.

Irreggimentare, perché, dopo la pappatoria dell’Expo, Milano si sta disgregando, materialmente e socialmente. E solo sbirri, e politicanti, possono garantire l’ordine dello sfruttamento, dell’oppressione e della miseria. Con le buone e con le cattive.

Centinaia di persone dormono per strada. Le tensioni e la rabbia dilagano. Mentre i negrieri hanno mano libera a reclutar per quattro soldi i nuovi schiavi, mettendoli in concorrenza l’uno con l’altro.

Nelle prime ore del giorno, quando i buoni cittadini dormono, decine di migliaia di donne e di uomini sciamano per le vie della città. Finiscono nei cantieri della speculazione edilizia, nella carovane di facchinaggio, nelle imprese di consegna a dmicilio,  nei servizi di pulizia di uffici … e di alberghi.

Proprio in questi giorni, la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di un grande hotel a quattro passi dal Duomo di Milano, il Room Mate, di via Silvio Pellico, ha scoperchiato il vaso di pandora che la Milano della moda e del design cerca di nascondere.

Dormire una notte in quegli alberghi costa almeno 300 euro, mentre chi fa le pulizie delle camere si prende 2 euro, e deve fare il lavoro entro 30 minuti! Ovvero 4 € all’ora. Senza alcuna normativa e men che meno tutela. Prendere o lasciare.

La gestione è affidata alle cooperative, regine dell’appalto e del sub-sub-subappalto che, dopo l’Expo, regnano sovrane negli alberghi di Milano (e d’Italia).

Forse, qualche anima bella della sinistra cialtrona potrebbe indignarsi di fronte a questa porcheria. Ma farebbe bene a riflettere, se ci riesce. La brutta faccenda non riguarda la mafia, bensì la legge varata da Pierluigi Bersani, quand’era ministro dell’Industria nel governo Prodi (Legge 7 agosto 1997 n. 266 Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 agosto 1997 n. 186, http://www.jus.unitn.it/cardozo/obiter_dictum/bersani1.htm). La mafia ha solo colto la palla al balzo.

Così è, se vi pare …

La sete di profitto e di sfruttamento plasma, oggi forse più di ieri, un sistema che sempre più assume tutti i connotati di una società a delinquere. Con i suoi picciotti, pronti a far da servizio d’ordine alla marcia del 20 maggio, magari per pochi soldi. E ce ne saranno tanti, con tutti i mammasantissima che quel dì sfileranno … Grasso in testa.

Dino Erba, Milano, 18 maggio 2016.

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