Operai maltrattati, rivolta alla Maruti Suzuki in India

Riportiamo un articolo sugli scioperi operai alla Maruti del Sole 24ORE del 19 luglio 2012. La lotta di classe operai contro padroni in India è durissima. Spesso in Italia non ne sappiamo niente. “Dal 18 luglio 2012, infatti, lo stabilimento della Maruti Suzuki – il maggior produttore di automobili in India – di Manesar è chiuso. Dopo alcune settimane, il gabbiotto della security che vigilava l’ingresso del personale è ancora annerito dai fumi di un incendio, decine di macchinari sono distrutti e lunghe file di Swift, l’auto più venduta nel crescente mercato indiano, giacciono ammaccate nei parcheggi. Oltre novanta […]
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Riportiamo un articolo sugli scioperi operai alla Maruti del Sole 24ORE del 19 luglio 2012. La lotta di classe operai contro padroni in India è durissima. Spesso in Italia non ne sappiamo niente. “Dal 18 luglio 2012, infatti, lo stabilimento della Maruti Suzuki – il maggior produttore di automobili in India – di Manesar è chiuso. Dopo alcune settimane, il gabbiotto della security che vigilava l’ingresso del personale è ancora annerito dai fumi di un incendio, decine di macchinari sono distrutti e lunghe file di Swift, l’auto più venduta nel crescente mercato indiano, giacciono ammaccate nei parcheggi. Oltre novanta funzionari e capi reparto – due dei quali giapponesi – feriti, il responsabile delle risorse umane, Awanish Kumar Dev, morto tra le fiamme, un crollo complessivo della produzione del gruppo di circa il 40%: sono gli effetti della rivolta operaia scoppiata dentro lo stabilimento il 18 luglio. Una rivolta scatenata all’improvviso, ma con radici lontane, che ha mostrato tutta la capacità degli operai di organizzarsi e agire in modo coordinato puntando dritto agli uffici della sicurezza e distruggendo il sistema di riprese a circuito chiuso. Pare che l’incidente sia scoppiato dopo un insulto rivolto da un capo reparto a un lavoratore Dalit, come sono chiamati i fuori casta. Ma ciò che è seguito all’insulto, la rabbia e la solidarietà operaia che ha rivelato, vengono da lontano: è infatti da oltre un anno che gli operai sono in continua ebollizione. Alla base dell’agitazione, la situazione prodotta dall’esorbitante aumento della produzione, quasi triplicata negli ultimi cinque anni, e dalla grande performance sul mercato azionario della casa giapponese, spinta dalla Swift e dai motori diesel realizzati qui, a Manesar, cui non è corrisposto alcun miglioramento delle condizioni di lavoro.” ( da connessioni precarie) Per gli scioperi del 2012 furono arrestati oltre 120 operai. In gran parte contro di loro caddero tutte le accuse. Durissima la vendetta del padrone-governo- polizia contro gli operai membri del libero sindacato degli operaoi Maruti- Suzuki. 13 operai condannati all’ergastolo, 4 a 5 anni di carcere, centinaia di licenziamenti. Se i padroni si illudono con la repressione di fermare la lotta operaia si sbagliano.

 

dal Sole 24 Ore

Il direttore del personale di una fabbrica del gruppo indiano Maruti-Suzuki è stato bruciato vivo e decine di altre persone sono rimaste ferite nel corso dei violenti scontri scoppiati tra gli operai e i responsabili dell’azienda, la cui produzione è stata sospesa. Il corpo carbonizzato del responsabile, Avnish Kumar Dev, è stato identificato dopo il suo ritrovamento nella sala conferenze della fabbrica a Manesar, a circa 50 chilometri dalla capitale Nuova Delhi, dopo gli scontri avvenuti ieri, ha indicato il gruppo, la cui maggioranza azionaria è di proprietà della casa giapponese Suzuki.

In un comunicato, la Maruti Suzuki, ha descritto Dev come un responsabile «profondamente coinvolto nelle cordiali relazioni industriali» e ha denunciato l’estrema violenza che va al di là dei normali rapporti tra operai e datore di lavoro. Secondo il gruppo, i disordini sono scoppiati ieri mattina, quando un dipendente ha colpito con violenza un caporeparto. Secondo i sindacati, è il caporeparto che ha maltrattato l’operaio. Maruti ha riferito che i dipendenti armati di spranghe hanno poi colpito dei responsabili «alla testa, alle gambe e alla schiena, provocando emorragie e svenimenti».

 «La produzione è totalmente sospesa», ha dichiarato un responsabile, precisando di non sapere quando la filiale, dalla quale escono 55mila veicoli all’anno, riaprirà. Intanto il titolo del gruppo è precipitato a fine giornata di circa il 9% alla Borsa di Bombay, con gli investitori contrari a una chiusura prolungata della fabbrica.

Maruti Suzuki è il marchio indiano da tempo in fase di avvicinamento al gruppo Fiat. Lo scorso novembre era stato raggiunto un importante accordo per la fornitura di 100mila motori all’anno per tre anni da parte del Lingotto. Fiat India, la joint venture tra Fiat Spa e Tata Motors, è in grado di assemblare fino a 300 mila propulsori a gasolio l’anno nello stabilimento di Ranjangaon, vicino Pune.

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