L’Eni offre miliardi e lavoro se la Lucania si beve i veleni

L’amministratore delegato dell’Eni ricatta i lucani. Ed è anche convinto che la minaccia possa funzionare Claudio Descalzi afferma che: “In Val d’Agri si possono investire miliardi, raddoppiando o triplicando la forza lavoro, ma serve un clima con la popolazione. Investirò se ci sarà un dialogo reale” Poi ha ripetuto, nel caso qualcuno non avesse afferrato il concetto: “Noi vogliamo investire, ma ci concentriamo per avere un maggiore consenso sul territorio. Se verrà trovato lo faremo”. Queste dichiarazioni sono state diffuse oggi dall’Ansa. E’ tutto chiaro. Il messaggio è inequivocabile. Dunque cari lucani smettetela di protestare contro il petrolio che […]
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L’amministratore delegato dell’Eni ricatta i lucani. Ed è anche convinto che la minaccia possa funzionare

Claudio Descalzi afferma che: “In Val d’Agri si possono investire miliardi, raddoppiando o triplicando la forza lavoro, ma serve un clima con la popolazione. Investirò se ci sarà un dialogo reale” Poi ha ripetuto, nel caso qualcuno non avesse afferrato il concetto: “Noi vogliamo investire, ma ci concentriamo per avere un maggiore consenso sul territorio. Se verrà trovato lo faremo”. Queste dichiarazioni sono state diffuse oggi dall’Ansa. E’ tutto chiaro. Il messaggio è inequivocabile. Dunque cari lucani smettetela di protestare contro il petrolio che inquina e che non crea sviluppo. Smettetela di alzare la voce ogni volta che un incidente al Centro olio vi spaventa. Smettetela di manifestare contro i presunti disastri ambientali. Lasciate stare il Pertusillo, i pozzi di reinienzione e le falde acquifere. Basta con la fobia degli idrocarburi dappertutto. Non rompete le scatole, non disturbate gli oscuri manovratori. State sereni. Se l’Eni non investe in Basilicata è colpa vostra. Il ragionamento di Descalzi, dal suo punto di vista non fa una grinza. E’ difficile per un’azienda investire in un territorio ostile. Anzi, inutile. Dovrebbe essere chiaro, però, che se il territorio è ostile, l’azienda qualche responsabilità ce l’ha, o no? In ogni caso, i lucani stanno aspettando da anni segnali di serietà da parte dell’Eni, segnali mai arrivati. Anzi, abbiamo assistito a inchieste drammatiche, a una serie infinita di incidenti, a preoccupanti coperture, ad atteggiamenti di scarsissima trasparenza. Oggi Descalzi si accorge che non basta più il consenso acritico di certa politica, e di certa burocrazia, che gli hanno concesso qualsiasi cosa. Il terreno sotto i piedi di quei signori asserviti alle “ragioni di interesse nazionale”, non è più solido come un tempo. Descalzi, tuttavia, non ha capito che la frittata va girata dall’altra parte: L’Eni è ostile nei confronti dei lucani, da sempre. E sono i lucani a non aver trovato il consenso del cane a sei zampe sui temi della salvaguardia della salute e della sicurezza ambientale. Quindi caro Descalzi, si metta l’anima in pace: il problema siete voi, non i lucani.  Si tenga pure i suoi miliardi, chiuda la baracca in val d’Agri e finalmente qui ritroveremo le strade dello sviluppo. Non è un ricatto, noi non ricattiamo. E’ solo un invito.

da basilicata24.it

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