Mondmarine (Savona):Sciopero contro la cassa integrazione

Caro Operai Contro, dopo lo sciopero con presidio in concomitanza dell’incontro con la direzione, le annunciate 13 settimane di cassa integrazione, sono scese a 4. Un primo risultato ottenuto dai 70 operai della Mondomarine di Savona, che hanno scioperato contro il ricorso alla cassa integrazione come prima passo per il licenziamento. L’esperienza ha dimostrato che i padroni usano e abusano della cassa integrazione, non per brevi periodi momentanei, ma appunto come passaggio ai successivi licenziamenti di massa. I 70 operai della Mondomarine, risoluti nello sciopero e nel presidio, hanno ridimensionato la pretesa aziendale di 13 settimane di cassa integrazione, […]
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Caro Operai Contro,

dopo lo sciopero con presidio in concomitanza dell’incontro con la direzione, le annunciate 13 settimane di cassa integrazione, sono scese a 4. Un primo risultato ottenuto dai 70 operai della Mondomarine di Savona, che hanno scioperato contro il ricorso alla cassa integrazione come prima passo per il licenziamento. L’esperienza ha dimostrato che i padroni usano e abusano della cassa integrazione, non per brevi periodi momentanei, ma appunto come passaggio ai successivi licenziamenti di massa.

I 70 operai della Mondomarine, risoluti nello sciopero e nel presidio, hanno ridimensionato la pretesa aziendale di 13 settimane di cassa integrazione, scese a 4 durante lo sciopero. Dopo le 4 settimane se l’azienda dovesse avanzare pretese inaccettabili, gli operai Mondomarine sono pronti a rispondere con la lotta, nelle forme che loro stessi decideranno. Un esempio anche per le altre fabbriche.

Il sindacato deve smetterla di firmare la cassa integrazione a perdere, che a nome degli operai firma in partenza la loro resa incondizionata. La cassa integrazione deve essere solo momentanea. Ogni accordo deve contenere oltre la rotazione e l’integrazione del salario al 100% da parte dell’azienda, anche l’impegno a non licenziare nessuno e comunque, garanzia dei livelli occupazionali, ovvero assunzioni nei casi di pensionamenti o dimissioni volontarie.

Basta con la cassa integrazione a perdere, che costringe gli operai a rassegnarsi inerti ai licenziamenti annunciati. Rispondiamo con la lotta senza quartiere ai licenziamenti camuffati.

Saluti operai

 

Articolo preso da IVG.it

Sciopero dei lavoratori a Mondomarine contro la cassa integrazione per oltre 70 lavoratori

La protesta davanti alla sede savonese: cassa integrazione da 13 a 4 settimane, ma lo stato di agitazione resta

Savona. Protesta questa mattina davanti ai cancelli di Mondomarine a Savona dopo l’annuncio da parte dell’azienda della cassa integrazione ordinaria per oltre 70 lavoratori. Le misure di ammortizzatori sociali previste per i dipendenti dovevano avere una durata di 13 settimane, in seguito, dopo un faccia a faccia tra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali di categoria la cassa è stata ridotta a quattro settimane, in attesa di possibili sviluppi su nuove commesse e quindi di garanzie sui prossimi carichi di lavoro che potrebbero dare fiato alla produzione e quindi all’occupazione.

La crisi del settore nautico, quindi, sta riguardando anche il colosso Mondomarine e a rischio ci sono anche i lavoratori dei cantieri ex Baglietto di Pisa rilevati proprio dalla società savonese, oltre 30 lavoratori.

Lo sciopero dei lavoratori è iniziato poco prima delle 9:00 ed è andata avanti tutta la mattina con un presidio che si è svolto davanti all’azienda, in attesa di conoscere l’esito dell’incontro sindacale.

“Ennesima vertenza nel savonese, ennesimo situazione di crisi in questo territorio. Ci hanno promesso una ricapitalizzazione e nuove commesse per salvare un cantiere storico, che ha prodotto yacht di eccellenza – ha spiegato Lorenzo Ferraro, segretario provinciale Fiom Cgil -. Auspichiamo che la proprietà faccia la sua parte per garantire l’occupazione e gli stipendi”.

“Ora dopo le quattro settimane di cassa integrazione verificheremo la situazione aziendale: non ci opponiamo in toto alla necessità di una cassa integrazione ordinaria ma dobbiamo avere garanzie sulla prosecuzione dell’attività produttiva” ha concluso Ferraro.

 

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