Il Parlamento se la suona e se la canta

Caro Operai Contro, il Parlamento “un Comitato d’affari della borghesia”, legifera contro gli operai ed il “popolino” votando democraticamente. Non è una novità. Se la suona e se la canta con la “giustizia da rispettare perché è uguale per tutti”. Vota perché ministri e parlamentari non vadano sotto processo. Tutto democraticamente s’intende. Un Comitato d’affari della borghesia sempre più trasparente nel suo operato. Saluti   Articolo del Fatto Quotidiano Ieri hanno salvato il ministro Luca Lotti, oggi il soldato Augusto Minzolini. Domani, già lo chiedono, Berlusconi. Dopo infiniti rimandi la questione della decadenza dell’ex direttore del Tg1, aperta dalla […]
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Caro Operai Contro,

il Parlamento “un Comitato d’affari della borghesia”, legifera contro gli operai ed il “popolino” votando democraticamente. Non è una novità. Se la suona e se la canta con la “giustizia da rispettare perché è uguale per tutti”. Vota perché ministri e parlamentari non vadano sotto processo. Tutto democraticamente s’intende. Un Comitato d’affari della borghesia sempre più trasparente nel suo operato.

Saluti

 

Articolo del Fatto Quotidiano

Ieri hanno salvato il ministro Luca Lotti, oggi il soldato Augusto Minzolini. Domani, già lo chiedono, Berlusconi. Dopo infiniti rimandi la questione della decadenza dell’ex direttore del Tg1, aperta dalla condanna definitiva per peculato con interdizione, è approdata in Aula che ha votato per salvarlo: è passato con 137 voti a favore, 94 contrari e 20 astenuti l’ordine del giorno di Forza Italia che ha proposto di respingere la deliberazione con cui sette mesi fa la Giunta per le autorizzazioni aveva votato la revoca del mandato parlamentare. All’annuncio del presidente Pietro Grasso: applausi, pacche sulle spalle, qualche lacrima e abbracci tra i sodali strenuamente o nascostamente avversi alla cacciata del senatore.

“Sono pronto a bere la cicuta”, aveva detto Minzolini a conclusione del suo discorso prima del voto. Pochi minuti dopo può tornare a brindare a Champagne grazie al salvataggio in extremis. E infatti, puntuale, l’annuncio: “Ora ho vinto la mia battaglia, mi dimetto“. Ma non basta, le dimissioni dovranno essere anche calendarizzate e poi votate. E potranno essere respinte. Così che Minzolini– benché dimissionario a parole– nei fatti potrà rimanere al suo posto e maturare anche la pensione. Per sminare il voto Forza Italia ha proposto non uno ma tre ordini del giorno (due poi ritirati) per neutralizzare il parere della giunta del 18 luglio 2016. Il Pd aveva lasciato libertà di voto, opzione che si rivelerà decisiva: in dettaglio votano per il salvataggio 19 senatori Pd, altri 24 sono assenti al momento del voto. E tanto è bastato. Esplode la polemica.

Per il Movimento 5 Stelle si tratta di “un atto eversivo contro le istituzioni”. I grillini hanno organizzato una conferenza stampa poco dopo il voto e l’attacco più duro lo ha pronunciato Luigi Di Maio: “Non vi lamentate se i cittadini poi protestano in maniera violenta”, ha detto.“Molti dei voti che hanno salvato Minzolini sono dei renziani. Si è trattato di un atto di una violenza inaudita, un atto eversivo contro le istituzioni della Repubblica, l’atto di un partito al governo che, da oggi, sancisce il principio che la legge non è più uguale per tutti. Per la legge di questo Stato, Minzolini non potrebbe fare nemmeno il collaboratore scolastico o il netturbino. In Parlamento funziona tutto per precedenti e loro oggi ne hanno creato un altro”, ha proseguito Di Maio che allude “magari anche al ritorno di Berlusconi. Inutile essere sconvolti delle proteste dei tassisti, o magari contro la Bolkestein, se qui dentro si fanno questi atti eversivi”. Il vicepresidente della Camera si è poi rivolto a Renzi: “Noi diciamo a Renzi ‘non ce provà’, ovvero non provare a dissociarti” dalla decisione del Pd. Il M5S, “non starà a guardare, non abbiano nessuna intenzione di vedere questi signori che si prendono la pensione, noi chiediamo di andare al voto il prima possibile, questo Paese si può cambiare con il voto democratico”.

Sulla stessa linea poi i colleghi, che hanno lasciato intendere che dietro il voto ci sia uno scambio di favori tra Pd e Forza Italia:“Il Nazareno è risorto: ieri Forza Italia ha salvato Lotti, oggi il Pd ha salvato Minzolini”, ha commentato Nicola Morra. Più esplicito ancora Michele Giarrusso: “Tra il Pd e FI c’è stato di fatto un voto di scambio. I dem ieri hanno salvato Lotti per lo più uscendo dall’Aula e facendogli abbassare il quorum e loro oggi gli hanno salvato Minzolini che resta senatore di Fi. E’ una vera vergogna. Hanno dimostrato di essere una Casta che vuole restare al di sopra della legge”. “Pagherete anche questa, siete da radere al suolo”, ha detto Roberto Fico (M5s), presidente Vigilanza Rai.

Ma in pochi minuti il tema politico è diventato già un altro: che fine fa la Severino oggi rottamata in Parlamento? Forza Italia ha colto al volo l’occasione. “Con questo voto oggi il Senato l’ha abolita. Berlusconi dovrà essere reintegrato già domani perché i due casi sono simili”, ha detto Lucio Barani, capogruppo di Ala-Sc al Senato. Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: “E adesso che fine farà l’infame legge Severino? Usata dalla sinistra solo contro il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi è rottamata una volta per tutte”. I democratici si sono affrettati a respingere ogni accusa d’inciucio. “Il M5S è abituato alle fake news. Non c’è alcuna relazione tra il voto su Lotti e quello su Minzolini. Oggi il Pd ha scelto di lasciare libertà di voto. Libertà è un altro termine ostile per i Cinque stelle”, ha detto il senatore Pd Andrea Marcucci (che pure si è astenuto).

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