Operaio di 60 anni muore annegato in un cunicolo dell’acquedotto

francesco falcone gravere Tragedia sul lavoro, ieri pomeriggio, a Gravere, in Alta Val Susa, dove un operaio di 60 anni, Giuseppe Macrì, è rimasto travolto e ucciso dall’acqua all’interno di una condotta idrica in cui stava lavorando in vista del collaudo del tratto di acquedotto di Valle che scende in direzione dei tornanti del Belvedere di Susa, lungo l’asse della Statale 24. La disgrazia è avvenuta intorno alle 16, quando per cause in fase di accertamento da parte dello Spresal e dei carabinieri della Compagnia di Susa, l’operaio – originario di Gioia Tauro e residente a Chiaverano – è […]
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Tragedia sul lavoro, ieri pomeriggio, a Gravere, in Alta Val Susa, dove un operaio di 60 anni, Giuseppe Macrì, è rimasto travolto e ucciso dall’acqua all’interno di una condotta idrica in cui stava lavorando in vista del collaudo del tratto di acquedotto di Valle che scende in direzione dei tornanti del Belvedere di Susa, lungo l’asse della Statale 24.

La disgrazia è avvenuta intorno alle 16, quando per cause in fase di accertamento da parte dello Spresal e dei carabinieri della Compagnia di Susa, l’operaio – originario di Gioia Tauro e residente a Chiaverano – è rimasto intrappolato nel cunicolo sotterraneo in seguito al cedimento di una paratia. Il tutto pochi istanti dopo l’ingresso dell’uomo nel tombino di ispezione all’altezza del chilometro 58 della Strada del Monginevro, che per molti chilometri, tra Bardonecchia e Caselette, è percorsa dall’enorme tubazione di 70 centimetri di diametro destinata a rifornire le reti idriche della Val Susa con l’acqua captata e depurata a valle della diga di Rochemolles.

Macrì era impegnato in alcune verifiche tecniche sulla tenuta del tratto di acquedotto a valle di Gravere. L’uomo era al lavoro, per conto della Smat, con altri tre colleghi della ditta Mattioda di Cuorgné, miracolosamente scampati alla tragedia consumatasi a pochi metri dal cavalcaferrovia con cui la Torino-Bardonecchia scavalca la Statale. Sono stati proprio i colleghi di Macrì a lanciare l’allarme.

A causa della forte pressione dell’acqua, per estrarre il corpo dell’operaio dal cunicolo allagato è stato necessario l’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco, giunti da Torino in supporto ai colleghi di Susa. E, fin dall’arrivo dei soccorsi, l’operazione di salvataggio è apparsa disperata. Tant’è che, nonostante i tentativi dell’équipe del 118 di rianimarlo, quando l’uomo è stato estratto dalla condotta aveva ormai cessato di respirare, rendendo inutile il trasporto con l’elisoccorso.

Durante tutte le operazioni di recupero dell’operaio e i primi accertamenti sulla disgrazia in cui è morto Giuseppe Macrì, la viabilità sulla Statale 24 è rimasta interrotta. Fin verso le 18 i veicoli provenienti da Susa e diretti a Torino sono stati deviati sulla viabilità secondaria, a senso unico alternato. Prima di riaprire la strada il tombino teatro della tragedia è stato sigillato dai tecnici dell’Anas, a disposizione della magistratura.

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