ll protezionismo francese sui cantieri di Saint Nazaire

Redazione di Operai Contro, Le recenti dichiarazioni del ministro dell’Industria francese, Christophe Sirugue, hanno gelato tutti in Italia: «Fincantieri non deve avere la maggioranza». La maggioranza a cui faceva riferimento il ministro è quella azionaria in STX France proprietaria dei famosi cantieri navali di Saint Nazaire. L’italiana Fincantieri è da mesi che cerca di mettere le mani sugli ex-Chantiers de l’Atlantique. E probabilmente pensava di esserci riuscita quando un mese fa il tribunale fallimentare di Seul l’ha dichiarata “miglior offerente” per STX France. STX, uno dei conglomerati coreani (chaebol) il cui successo veniva tanto decantato negli anni ‘70, aveva […]
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Redazione di Operai Contro,

Le recenti dichiarazioni del ministro dell’Industria francese, Christophe Sirugue, hanno gelato tutti in Italia: «Fincantieri non deve avere la maggioranza».

La maggioranza a cui faceva riferimento il ministro è quella azionaria in STX France proprietaria dei famosi cantieri navali di Saint Nazaire.

L’italiana Fincantieri è da mesi che cerca di mettere le mani sugli ex-Chantiers de l’Atlantique. E probabilmente pensava di esserci riuscita quando un mese fa il tribunale fallimentare di Seul l’ha dichiarata “miglior offerente” per STX France.

STX, uno dei conglomerati coreani (chaebol) il cui successo veniva tanto decantato negli anni ‘70, aveva rilevato, prima dello scoppio della crisi nel 2008, cantieri navali in tutta Europa, tra cui quelli di Saint Nazaire. Stx Europe diventava il secondo produttore di navi in Europa e, insieme con la casa madre in Corea, STX Offshore & Shipbuilding, il quarto nel mondo. Poi la crisi, la caduta dei commerci internazionali e del petrolio, i crolli in borsa a fronte delle continue perdite nei bilanci. Stx Pan Ocean, colosso nella gestione del trasporto marittimo, fallisce nel 2013 e infine il conto arriva anche alla produzione delle grandi navi con STX Offshore & Shipbuilding che deve dichiarare bancarotta nel maggio 2016. Da qui la vendita di STX France chiesta dal tribunale fallimentare di Seul per recuperare da una quota del patrimonio di STX il denaro per liquidare i creditori. E’ il ritorno sulla scena di Fincantieri che al prezzo tra gli 80 e i 200 milioni di euro si appresta a impadronirsi dei cantieri francesi con annesse commesse per navi da crociera fino al 2022. Insomma un bell’affare per Fincantieri che così si prenderebbe oltre al capitale fisso, anche il portafoglio ordini dei cantieri francesi stimato in 4 miliardi.

E’ qui, però, che iniziano le ostilità del governo francese sulla maggioranza azionaria e il controllo dei cantieri da parte di un competitore nazionale straniero, l’italiana Fincantieri. Il tutto avviene nell’Europa “unita”, proprio tra due dei fondatori della Unione. La quota posseduta dai coreani, che pertanto dovrebbe passare a Fincantieri, è del 66,66%, il resto (33,34%) è di proprietà dello Stato francese. Tuttavia lo Stato francese oltre al diritto di prelazione, sollecitato in questo sia dalla destra della Le Pen che dal sindacato Force Ouvrière che in pratica vorrebbero la nazionalizzazione dei cantieri, rivendica un ruolo decisionale superiore per la salvaguardia degli interessi nazionali. Nelle prossime settimane si vedrà come la vicenda si concluderà e quali accordi verranno presi tra Fincantieri e governo francese. Una cosa è certa, in ballo c’è ben altro che i posti di lavoro, le commesse sulle navi crociera e passeggeri, le presunte affinità europee che alla prova dei fatti si sono sciolte immediatamente come neve al sole.

Di fronte alle domande il ministro francese parla chiaro sulla “protezione” strategica dei cantieri di Saint Nazaire: «Il settore navale è estremamente ciclico. Oggi ci sono ordinativi per far lavorare Saint-Nazaire fino al 2026. Ma non si venderanno delle navi da crociera così all’infinito. Ecco, se ci sarà una stasi, Saint-Nazaire non dovrà esserne la vittima: vogliamo garanzie che non ci siano trasferimenti di attività sui porti italiani e stranieri». E per questo alla quota delle 34 % dello Stato francese vuole che «Dcns, i cantieri navali militari francesi in mani pubbliche, entrino nel capitale di Stx France». A questo punto i padroni e lo stato francesi sarebbero alla pari con quelli italiani.

Se poi uno si interroga sul vero ruolo strategico dei cantieri di Saint Nazaire, la risposta è semplice: STX France non è solo navi da crociera. Dal 2008 vige un accordo industriale tra Difesa (Dcns) e STX France per la costruzione di grandi unità navali per la Marina Francese e l’export. Inoltre come rimarcato dallo stesso Capo di Stato Maggiore della Marina francese, l’ammiraglio Christophe Prazuck, in occasione dell’audizione parlamentare dello scorso 12 ottobre per il budget 2017 della Difesa, il cantiere posto nell’estuario della Loira è l’unico in Francia a poter costruire unità militari (e non solo) di oltre 10.000 tonnellate (l’ad e presidente di DCNS ha parlato di 12-13.000 t). A Fincantieri e al ministro dell’Industria francese non saranno certo sfuggiti questi piccoli particolari che garantiranno profitti anche quando le crociere, dopo il commercio marittimo, nella crisi, non andranno troppo di moda.

R.P.

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