LA FIGURA ” POLIVALENTE” DI DE VICO

Caro Operai Contro, Dario Di Vico colloca anche gli operai delle piccole imprese tra “i non vinti” nella crisi, come aveva già fatto con le categorie industriali. “L’universo operaio non si è spaccato” assicura Di Vico, traendo così le sue conclusioni di fronte alla calma piatta, in cui “l’universo operaio” non reagisce ai colpi inferti dalla crisi in questi anni. Una calma piatta per la quale Di Vico insieme ai padroni ed al giornale della borghesia su cui scrive, tacitamente se ne compiace. La lotta operaia contro i padroni sembra sepolta, Di Vico per contribuire a tenerne il freno […]
Condividi:

Caro Operai Contro,

Dario Di Vico colloca anche gli operai delle piccole imprese tra “i non vinti” nella crisi, come aveva già fatto con le categorie industriali. “L’universo operaio non si è spaccato” assicura Di Vico, traendo così le sue conclusioni di fronte alla calma piatta, in cui “l’universo operaio” non reagisce ai colpi inferti dalla crisi in questi anni. Una calma piatta per la quale Di Vico insieme ai padroni ed al giornale della borghesia su cui scrive, tacitamente se ne compiace.

La lotta operaia contro i padroni sembra sepolta, Di Vico per contribuire a tenerne il freno tirato scongiurandone una sua ripresa, ne parla invece come se (la lotta) fosse stata all’altezza della situazione. Sostiene che “L’universo operaio non si è spaccato”, proprio per accreditarne un’immagine con gli operai in lotta al loro posto di combattimento. Una lotta inesistente ma, implicita nella strumentale descrizione di Di Vico, avrebbe consentito “all’universo operaio”, (quindi operai delle piccole imprese e categorie industriali) di mantenere all’interno del loro strato sociale, una posizione tra “i non vinti” nella grande crisi. Ma non è andata così. Alle batoste e ai licenziamenti, in tante fabbriche e posti di lavoro si reagisce con la lotta, la risposta a caldo c’è. Ma c’è da imparare a resistere a lungo, a legarsi ad altre fabbriche e realtà. Il sindacalismo concertativo smonta i tentativi di resistenza o li addomestica, quando non ci riesce, lascia gli operai di quella fabbrica a lottare da soli. Così si mantiene la calma piatta.

L’occupazione manifatturiera nelle piccole imprese è “drasticamente diminuita ed ha perso un quarto della capacità produttiva”, ci ricorda Di Vico, a causa della concorrenza delle produzioni asiatiche e la debolezza della domanda interna. Nonostante questo drastico calo, Di Vico insiste nel dire che “L’universo operaio però (finora) non si è spaccato, si è diviso in più segmenti e le differenze diverranno più evidenti solo in un futuro prossimo”, quando “ le tecnologie del 4.0 faranno emergere una figura polivalente e moderna, il grosso delle tute blu dovrà lottare nei confronti di un nuovo ciclo di automazione sostitutiva”.

Di Vico vede nella sfera di cristallo una “figura polivalente moderna” ma non dice cosa sia. Sorge il sospetto si tratti di una versione esasperata dell’operaio usa e getta, socialmente degenerata con il Jobs act e altre atrocità quali i voucher. Il sospetto è alimentato dallo stesso Di Vico, quando mette in guardia “nei confronti di un nuovo ciclo di automazione sostitutiva”. Di Vico sa benissimo che da sempre, l’uso capitalistico della tecnologia, cioè prima del 4.0, ha espulso mano d’opera dal lavoro, e che ora secondo lui con le tecnologie 4.0 dovrebbe creare “una figura polivalente moderna”. Quanti sono i posti di lavoro in meno, o sostituiti in peggio con la perdita di un “quarto della capacità produttiva delle piccole imprese manifatturiere?”. Come già per le categorie industriali, Di Vico se ne guarda bene dal fornire dati. Quanti licenziamenti, quante espulsioni comunque mascherate si sono trasformate in nuovi disoccupati, in precari, in operai e lavoratori con i voucher? Sarebbero questi insieme a quelli licenziati, gli operai “non vinti” nella crisi? Si rafforza il sospetto che la polivalenza che intende Di Vico, sia quella di una figura che dovrebbe adeguarsi a sopravvivere di espedienti, tra occupazioni saltuarie, disoccupazione ed emarginazione sociale, inclusa la crescita dell’esercito industriale di riserva, da “smaltire” in guerre o “missioni di pace”. (Altre osservazioni la prossima volta).

Saluti Oxervator

(Le prime osservazioni sull’articolo di Di Vico sono state qui pubblicate il 14 febbraio 2017)

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.