Le Provincie abolite da Renzi battono cassa

Caro Operai Contro, le Provincie che Renzi aveva abolito chiedono 500 milioni di euro. Delle Provincie Renzi aveva abolito solo il nome per svuotarne le casse. Resuscitate col referendum del 4 dicembre 2016, ora le Provincie battono cassa per 500 milioni di Euro. Il 3 aprile 2014 il governo Renzi le svuotò di poteri con la riforma degli enti locali. Dove sono finiti i soldi che allora erano in cassa? E quelli che dopo non ci sono arrivati per la finta abolizione? Le Provincie resuscitate dove prenderanno i fondi per “la manutenzione e la messa in sicurezza di 130mila […]
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Caro Operai Contro,

le Provincie che Renzi aveva abolito chiedono 500 milioni di euro. Delle Provincie Renzi aveva abolito solo il nome per svuotarne le casse. Resuscitate col referendum del 4 dicembre 2016, ora le Provincie battono cassa per 500 milioni di Euro. Il 3 aprile 2014 il governo Renzi le svuotò di poteri con la riforma degli enti locali. Dove sono finiti i soldi che allora erano in cassa? E quelli che dopo non ci sono arrivati per la finta abolizione? Le Provincie resuscitate dove prenderanno i fondi per “la manutenzione e la messa in sicurezza di 130mila chilometri di strade provinciali e di più di 5.100 scuole superiori? Come i suoi predecessori il Governo Gentiloni taglierà anche lui la sanità, le pensioni e aumenterà le tariffe dei Servizi per fare cassa? Con la tragica vicenda di Rigopiano si è visto inoltre una Protezione civile che oltre all’instancabile lavoro degli spalatori, può contare essenzialmente su pale e badili. Niente mezzi moderni anzi, mancano gli spazzaneve, ed è finita pure la benzina. Gentiloni e Padoan escludono una manovra per rastrellare soldi, meglio non dire certe cose quando tira aria di elezioni. Non perdiamoli di vista e stiamo allerta.

Saluti da un affezionato lettore

 

Articolo da Bresciatoday

Macché cancellate, le Province chiedono soldi: “Al Rigopiano morti per la riforma Delrio”

“Servono subito 500 milioni di euro o si rischiano altri morti”: a rischio la manutenzione e la messa in sicurezza di 130mila chilometri di strade provinciali e di più di 5.100 scuole superiori. Effetto del solito pasticcio all’italiana di una riforma a metà

Le province dovevano essere cancellate, ora chiedono più soldi per evitare nuove tragedie. Con le casse svuotate da una riforma lasciata a metà ora accusano: i servizi inefficienti all’origine delle sciagure. Finita la conta dei morti, mentre ai familiari vengono restituite le salme dei propri cari morti sotto la valanga che ha cancellato l’hotel Rigopiano, si alza la nenia delle polemiche.

Da Pescara, sede di quella provincia martoriata dalla nefasta concomitanza della nevicata del decennio con l’infinito terremoto del Centro Italia, parte il j’accuse del rappresentate delle province, ente redivivo nonostante tre anni fa, il 3 aprile 2014 il Governo le svuotò di poteri con la riforma degli enti locali contenuta nella legge Delrio.

Salvate dal no al referendum che ne chiede va la cancellazione, ora si contano i danni di un pasticcio all’italiana. Eppure, per dirla come Achille Variati, presidente nazionale dell’Unione province italiane, la riforma Delrio era partita con intenzioni positive, ma oggi non va” .

“Anche per rispetto verso tutti coloro che hanno ricevuto danni immani da questa situazione, oltre a dover rispondere alla domanda legittima di chi è la colpa, bisogna rispondere anche alla domanda perché le cose accadono”.

Le Province sono tutte in predissesto, servono subito 500 milioni di euro per i servizi ai cittadini. Variati ha sottolineato che le risorse per i servizi essenziali, come la manutenzione e la messa in sicurezza dei 130 mila chilometri di strade provinciali e delle 5.100 scuole superiori italiane, sono ormai ridotte al minimo.

“Non siamo in grado di fare un bilancio nel 2017. Urliamo basta, non vogliamo altri morti. Non ci sono più alibi per Governo e Parlamento”.

 

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