Non in Mio Nome, La vita vale molto più di una frontiera

Non in Mio Nome, La vita vale molto più di una frontiera Posted on17 gennaio 2017Authorredazione L’anno appena iniziato avrà molto probabilmente come paradigma per le questioni inerenti l’immigrazione, gli strumenti della repressione, della negazione dei diritti, delle espulsioni forzate e della detenzione amministrativa. Come ADIF aderiamo a questa come a tutte altre le iniziative che si terranno nel paese per contrastare questa feroce quanto inutile svolta securitaria messa in atto unicamente allo scopo di assecondare i timori fomentati da una classe dirigente inefficace. Loro si contenderanno i consensi con la caccia ai migranti, alla parte più sana della […]
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Non in Mio Nome, La vita vale molto più di una frontiera

L’anno appena iniziato avrà molto probabilmente come paradigma per le questioni inerenti l’immigrazione, gli strumenti della repressione, della negazione dei diritti, delle espulsioni forzate e della detenzione amministrativa. Come ADIF aderiamo a questa come a tutte altre le iniziative che si terranno nel paese per contrastare questa feroce quanto inutile svolta securitaria messa in atto unicamente allo scopo di assecondare i timori fomentati da una classe dirigente inefficace. Loro si contenderanno i consensi con la caccia ai migranti, alla parte più sana della società spetta il dovere di schierarsi in maniera netta, senza se e senza ma, in direzione ostinata e contraria.

NON IN MIO NOME

LA VITA VALE MOLTO DI PIU DI UNA FRONTIERA

La rete “Romaccoglie1 nata lo scorso anno a Roma, che tiene dentro diverse realtà che da anni si attivano in favore dei diritti dei migranti, partendo dal tentativo dell’elaborazione di un’altra idea di accoglienza, in occasione della conferenza stampa del Ministro Minniti lancia un presidio in piazza della ROTONDA

il 19 gennaio 2017 alle ore 15.00

Il governo vuole tornare al medioevo dei diritti umani ripristinando gli accordi di rimpatrio della vergogna e aprendo nuovi centri di detenzione sul territorio. I primi a cedere alle lusinghe del denaro occidentale il Mali, stretto nella morsa della fame e della miseria che oggi percorre tutta l’aera del Sahel e il paese del feroce al Bashir, il Sudan, per non dimenticare l’ultimo tentativo in Libia a costo di scendere a patti con una banda di criminali.

Ma il ministro Minniti ha la memoria corta e dimentica che sono illegali i rimpatri coatti dei migranti e che violano norme consolidate di diritto internazionale, che riconoscono ad ogni persona il diritto di lasciare qualsiasi paese incluso il proprio (Art. 12, comma 2 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato a New York nel 1966 e l’art. 2, comma 2 del Protocollo n.4 aggiunto alla Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo).  E dimentica anche l’inutilità dei centri di detenzione, oltre che essere luoghi della NON-dignità, per i quali siamo già stati sanzionati dalle istituzioni europee.

Dopo i vani tentativi di portare indietro l’orologio dei diritti umani, dove si chiudono le frontiere e la vita delle persone dipende dal colore della pelle, dove si è provato ad arginare e nascondere una crisi internazionale con hotspot e accordi bilaterali, oggi il governo la spara grossa provando a parlare alla pancia del paese a spese di altri esseri umani.

1 A Buon Diritto, Action diritti in movimento, Adif, Ala, Arci Roma, Asgi, Baobab Experience, CGIL Roma e Lazio, Resistenze meticce, Focus Casa dei Diritti Sociali, La Strada, Libera Roma, Lunaria, Senza Confine

Per adesioni: https://www.facebook.com/events/1840145452892786/?ti=cl

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