Caccia ai posti letto: le Asl bussano alle cliniche private

Caro Operai Contro, la chiusura di ospedali ed il ridimensionamento di altri, costringe la sanità pubblica a bussare alle porte delle cliniche private. I “risparmi” ottenuti dai tagli alla sanità pubblica, andranno con tanto di interessi alle cliniche private. E c’è ancora chi si chiede “di chi sono le responsabilità a fronte di un’interruzione di pubblico servizio”. Così conclude l’articolo de La Stampa che qui allego. “Si mobilitano anche i sindacati. Dopo l’esposto presentato in Procura contro la Regione, il Nursind ha chiesto un parere legale: «Quando terminano i posti letto nei pronto soccorso vengono utilizzate le barelle, e […]
Condividi:

Caro Operai Contro,

la chiusura di ospedali ed il ridimensionamento di altri, costringe la sanità pubblica a bussare alle porte delle cliniche private. I “risparmi” ottenuti dai tagli alla sanità pubblica, andranno con tanto di interessi alle cliniche private. E c’è ancora chi si chiede “di chi sono le responsabilità a fronte di un’interruzione di pubblico servizio”. Così conclude l’articolo de La Stampa che qui allego. “Si mobilitano anche i sindacati. Dopo l’esposto presentato in Procura contro la Regione, il Nursind ha chiesto un parere legale: «Quando terminano i posti letto nei pronto soccorso vengono utilizzate le barelle, e quando queste terminano si è costretti al fermo delle ambulanze. Giusto capire di chi sono le responsabilità a fronte di un’interruzione di pubblico servizio». Occorre Sherlock Holmes per sapere chi causa l’interruzione di pubblico servizio con i tagli agli ospedali e alla sanità pubblica?

Saluti Oxervator

 

Allego l’articolo de La Stampa

Ospedali in tilt, appello alle cliniche

Caccia ai posti letto: le Asl si rivolgono ai privati per trasferire i pazienti e liberare i reparti

Il giorno della verità sarà domani, spiegano dal Servizio epidemiologico della Regione, quando verranno aggiornati i dati sull’andamento dell’influenza che sta mandando in tilt il sistema sanitario piemontese (e non solo quello): allora si saprà se la curva dell’epidemia si manterrà invariata, prospettando una dinamica di lunga durata, o comincerà a perdere vigore. Un’altra cartina di tornasole sarà disponibile da lunedì, quando il ritorno dei vacanzieri e la riapertura delle scuole permetteranno di avere un quadro più preciso della situazione.

Va da sè che tutti si augurano il progressivo scemare del virus a Torino e in Piemonte: iniziato in anticipo rispetto alla passata stagione, favorito dalle condizioni meteo, alimentato soprattutto dalle classi di età pediatrica, cioè dai bambini.

PRESSIONE IN AUMENTO. In caso contrario, la pressione sui pronto soccorso aumenterebbe ulteriormente facendo collassare un sistema che mostra segni di cedimento. Negli uffici di corso Regina, sede dell’assessorato alla Sanità, nessuno lo dice apertamente, ma per liberare letti nei reparti si potrebbe anche arrivare al blocco delle attività chirurgiche, con le conseguenze del caso. Più di quanto sta già accadendo, per ora in forma ridotta: la necessità di recuperare posti-letto comincia a incidere sulla programmazione delle attività chirurgiche non urgenti (ad esempio al Maria Vittoria); garantite le urgenze e naturalmente la chirurgia oncologica.

CACCIA AI POSTI-LETTO. Un altro indicatore dell’affanno nel fare fronte al maxi-afflusso di malati, sovente anziani con problemi e patologie croniche esasperate dall’attacco del virus, è il ricorso dei direttori generali delle Asl alle strutture sanitarie private-accreditate su esplicito invito dell’assessorato. Obiettivo: saturare tutti i posti-letto non utilizzati in questi presidi per trasferirvi i pazienti tuttora ricoverati negli ospedali ma che hanno superato la fase acuta delle rispettive malattie, e quindi ricavare spazi nei reparti. Significa riconvertire i posti-letto privati destinati alla riabilitazione e alla continuità assistenziale al trattamento delle lungodegenze: possibilità prevista dalla delibera regionale, approvata a fine dicembre, che in attesa di definire con i privati il budget del triennio 2017-2019 (quello precedente è scaduto il 31 dicembre 2016) anticipa loro le risorse per coprire i primi sei mesi di quest’anno.

Apertura dall’Aiop, l’associazione che raccoglie le strutture private laiche. Linea dura da parte dell’Aris, referente per le strutture private religiose, indispettita «dall’atteggiamento unilaterale nel condurre le trattative da parte della Regione». Anche se in entrambi i casi starà alle proprietà delle case di cura decidere come rapportarsi per soddisfare il fabbisogno del sistema pubblico. Comune la perplessità sulla riconversione alla lungodegenza dei posti-letto destinati alla riabilitazione, esponendosi alle contestazioni della Commissione di vigilanza.

UN REPARTO «POLMONE».

In ogni caso, è un’opportunità di cui il sistema pubblico intende avvalersi per guadagnare ossigeno. Gian Paolo Zanetta, direttore della Città della Salute, ha anticipato alla fine di questa settimana l’apertura del «reparto-polmone» da 20 posti alle Molinette. Anche così, sta bussando alla porta dei privati. La lettera di ringraziamento mandata dalla direzione aziendale al personale del pronto soccorso è emblematica dell’emergenza in corso. Stesso discorso per Valerio Alberti, a capo dell’Asl unica della Città di Torino: ha chiesto e ottenuto disponibilità di posti-letto nella zona di Ciriè. Da Flavio Boraso (Torino 3) a Lorenzo Ardissone (Torino 4), a Massimo Uberti (Torino 5), è scattata la corda per «pescare» tutti i posti-letto disponibili.

Si mobilitano anche i sindacati. Dopo l’esposto presentato in Procura contro la Regione, il Nursind ha chiesto un parere legale: «Quando terminano i posti letto nei pronto soccorso vengono utilizzate le barelle, e quando queste terminano si è costretti al fermo delle ambulanze. Giusto capire di chi sono le responsabilità a fronte di un’interruzione di pubblico servizio».

 

Quadro ad olio di Ennio Abate

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.