IL CONTE GENTILONI CONTINUA L’AZIONE A FAVORE DEI PADRONI DEL GANGSTER RENZI

Redazione di Operai Contro, il conte Gentiloni affiliato alla banda del Pd del gangster Matteo Renzi comunica che lui è al servizio delle riforme di Matteo Renzi. Aveva ragione il Partito Operaio abbiamo votato NO al refrendum del 4 dicembre per vendicarci del gangster Renzi, ma non abbiamo nessuna illusione sulla democrazia dei padroni. Solo la rivolta degli operai abbatterà lo stato dei padroni V invio un articolo della Repubblica Un operaio di Torino Gentiloni: “Portiamo avanti le riforme. Un errore dimenticare il lavoro di Renzi” Condividi   Lavoro governo Renzi deve andare avanti. Non va, perciò, dimenticato quello […]
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Redazione di Operai Contro,

il conte Gentiloni affiliato alla banda del Pd del gangster Matteo Renzi comunica che lui è al servizio delle riforme di Matteo Renzi. Aveva ragione il Partito Operaio abbiamo votato NO al refrendum del 4 dicembre per vendicarci del gangster Renzi, ma non abbiamo nessuna illusione sulla democrazia dei padroni. Solo la rivolta degli operai abbatterà lo stato dei padroni

V invio un articolo della Repubblica

Un operaio di Torino

Gentiloni: “Portiamo avanti le riforme. Un errore dimenticare il lavoro di Renzi”

Lavoro governo Renzi deve andare avanti. Non va, perciò, dimenticato quello che ha fatto il governo “di cui ho fatto parte ha svolto nei due-tre anni precedenti. Cancellarlo o relegarlo nell’oblio sarebbe un errore”. E rivendica la validità della sua squadra: “La continuità della squadra, che abbiamo appena deciso” con la conferma in larga parte anche dei sottosegretari “è considerata da alcuni un limite. Accetto la critica, ma rivendico la continuità sul piano politico”, ha proseguito. “La decisione è stata quella di confermare il perimetro della maggioranza che fin qui ha sostenuto il governo e di confermare l’appello a contributi su singoli misure che possano venire da altre forze, a cominciare da Ala”. Invece, la non conferma di Enrico Zanetti a viceministro, ha precisato, “non è stata una mia decisione”, bensì una scelta del segretario politico di Sc. Poi un richiamo: “Auspico discontinuità non sui sottosegretari, ma ad esempio sulla violenza inaudita del confronto pubblico, in particolare in Rete”. Infine ha precisato che la richiesta all’ex ministra per le Riforme di occupare il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stata sua: “La proposta di riforma del referendum era dell’intero governo non della Boschi; Maria Elena è una risorsa molto utile, di grande qualità, sono io che le ho chiesto di fare questo lavoro e penso sappia farlo bene”.

I risultati. Non pochi i punti a favore del governo uscente: “Innanzitutto – ha spiegato – ha garantito un certo livello di sicurezza: ricordiamoci la discussione che abbiamo avuto alla vigilia del Giubileo; i controlli in piazza San Pietro, l’attenzione internazionale, la rivista di Daesh con la cupola in copertina, gli allarmi che ci sono stati”, ha elencato il premier. “Fortuna? Certo, la fortuna è fondamentale – ha riconosciuto il capo di Palazzo Chigi -, ma anche un grandissimo lavoro degli apparati, delle forze dell’ordine, dello Stato”, ha detto Gentiloni che si è dichiarato orgoglioso “di telefonare ad Angela Merkel per dirgli che nel corso di un controllo di polizia in Italia era stato trovato ed ucciso il terrorista autore della strage di Berlino”. In merito alle indagini, il presidente del Consiglio ha spiegato che “non risultano particolari reti che amri avesse in Italia, risulta che due poliziotti, reagendo a un suo colpo di pistola hanno individuato il terrorista che aveva colpito in Germania. Insomma, ogni tanto riconosciamo i nostri meriti, pur senza nessun compiacimento per quello che è accaduto”.

Rischio terrorismo.  “Non esistono Paesi non a rischio” di terrorismo. Ma Paesi che si possono impegnare sul lato della prevenzione e controllo da una parte e coesione, accoglienza dall’altro, ha detto ancora Gentiloni. “La radicalizzazione avviene in casa nostra, nelle nostre carceri, nei nostri quartieri e questo è all’origine di molti attentati”.

Lavoro, Sud e giovani le parole chiave del governo. Anche nell’occupazione ci sono risultati da evidenziare: “È cresciuto il lavoro stabile, abbiamo ridotto le tasse, l’Italia ha più diritti e maggiore ascolto a livello internazionale”. L’impegno del governo nelle riforme, però, non si è affatto esaurito, ha detto il premier: “non abbiamo finito e non abbiamo scherzato e tutti devono essere consapevoli che il processo di riforme andrà avanti nel tempo che abbiamo a disposizione. Per me le parole chiave sono lavoro, Sud e giovani”. Le riforme, quindi, devono proseguire, perché è un percorso che “fa bene all’economia, alla crescita e alla semplicità del Paese. È un lavoro che dobbiamo continuare a fare”.

Gentiloni: “I voucher non generano il virus del lavoro nero”

Voucher e Jobs Act. E, a proposito di lavoro, il presidente del Consiglio ha chiarito che i  voucher “non sono il virus che semina il lavoro nero, non hanno il copyright del lavoro nero”, ma bisogna “correggere gli abusi”, ha detto il premier, spiegando che il governo comunque agirà “in tempi rapidi”. Ora è in corso “una revisione” aiutata anche dalla nuova tracciabilità, per capire come correggere “quello che di sbagliato evidentissimamente c’è senza trasformare questo nella madre di tutti i problemi e guai del mercato del lavoro”. Ma, ha insistito, “penso che abbiamo fatto un’ottima riforma del lavoro. Il Jobs Act è una ottima riforma. Nel contesto dell’economia italiana e dei suoi livelli di crescita i nostri numeri di lavoro a tempo indeterminato, di riduzione della disoccupazione, vanno nella direzione giusta. Certamente è qualcosa che dobbiamo sviluppare”.

Mezzogiorno. “Dobbiamo fare qualcosa di più nel Mezzogiorno. Io sono culturalmente, oltre che programmaticamente, convinto che come accaduto in diversi Paesi europei, la prospettiva di crescita è legata al superamento del differenziale di crescita delle zone che sono più indietro”, ha detto il premier. “Il punto essenziale dei miei sforzi è di trovare meccanismi per sbloccare questa situazione. Dobbiamo domandarci se non ha funzionato quello che abbiamo fatto e come sbloccarlo”.

Terremoto e ricostruzione. Non vanno trascurate neanche le difficoltà che il governo ha dovuto e dovrà affrontare: “Alcune di queste sono quelle legate al terremoto – ha proseguito il presidete del Consiglio, che ha lodato l’impegno delle forze impegnate nell’emergenza e la forza delle popolazioni coinvolte dal sisma-. La ricostruzione sarà la nostra priorità – ha assicurato Gentiloni -“. “Ora c’è la fase più difficile e che deve coinvolgere situazioni differenti. Il problema della ricostruzione e della agibilità delle case sarà la nostra priorità”.

Mps. Molte le domande relative alla situazione di Mps. Gentiloni, che non ha nascosto che i tempi saranno lunghi, ha spiegato che il governo ha “messo in sicurezza il risparmio con il decreto salva risparmio, la cui attuazione sarà lunga e complicata. Però una decisione è stata presa e sarà strategica e fondamentale”. E sulla dialettica con la Bce, davanti alle cui richieste il premier si è detto “un po’ sorpreso”, ha detto ancora: “Noi abbiamo fatto il giusto e il necessario. Il fatto che si debbano mettere” più soldi “può essere oggetto di discussione con la Vigilanza europea, ma non mette in alcun modo in discussione la capienza del nostro intervento. Faremo quanto in nostro potere ma l’obiettivo principale è salvaguardare i risparmiatori”.

Vivendi-Mediaset. Sulla vicenda Vivendi, garantisce Gentiloni, c’è l’attenzione vigile del governo. Attenzione che “consiste nel fatto che siamo consapevoli dell’importanza di Mediaset in Italia. Ma non ci sono  golden power da esercitare in questo settore, quindi la posizione del governo è vigile dal punto di vista politico. Il governo non vuole attivare strumenti, esistono strutture e autorità di garanzia che se vorranno potranno sollevare il problema  Per il governo è un settore molto importante e il fatto che sia oggetto di una scalata non ci lascia indifferente”.

Legge elettorale. Un altro capitolo che il governo deve affrontare è quello della legge elettorale. “Il governo cercherà di dare il suo contributo e cercherà come si dice in gergo, di facilitare la discussione tra i partiti e in Parlamento. E, aggiungo, sollecitandola, perché la sollecitudine in questa discussione non è correlata alla maggiore o minore durata del governo, è un’esigenza del nostro sistema”, ma, ha precisato Gentiloni, “non faremo una proposta del governo sulla legge elettorale”. Per il premier, la stabilità è un valore, ma “la
stabilità non può prendere ostaggio la democrazia, il voto non si può vedere come una minaccia”. Quindi, ha chiarito, “il governo lavora finché ha la fiducia del Parlamento”.

Processo penale. Tra le riforme, c’è quella del processo  penale: “Stiamo valutando con il ministro della Giustizia e il ministro del rapporti con il Parlamento quale soluzione migliore adottare. Abbiamo un cahier di provvedimenti sulla giustizia tutti molto importanti, come il diritto fallimentare, il codice civile, il codice antimafia. La maggiore o minore durata del governo non dipende da me,  ma il messaggio è molto semplice, la riforma andrà avanti”.

Lotta a privilegi inaccettabili. Il premier ha anche ricordato chi si sente trascurato, perché in difficoltà. Il governo, ha ribadito, deve contrastare il “disagio sociale” combattendo “privilegi inaccettabili”. Nel suo intervento Gentiloni ha ricordato “il disagio sociale che fa sentire perdenti ampi strati del cento medio che si sentono un po’ assediati da una specie di vortice di velocità popolato da privilegi inaccettabili che rende una sensazione di sconfitta che dobbiamo contrastare”.

Irpef. Nessun impegno per quanto riguarda il taglio dell’Irpef, se non dopo aver verificato la situazione: “Non sono in grado di fare un discorso serio oggi sulla riduzione dell’Irpef. Il governo negli ultimi due o tre anni ha fatto riduzioni fiscali molte serie, quello sarebbe il giusto coronamento. Verifichiamo le condizioni e non diciamo a 15 giorni dal nostro insediamento cose impegnative che potrebbero non essere mantenute”.

Carceri. Tra le riforme da mettere a segno c’è anche quella dell’ordinamento penitenziario che “senz’altro fa parte dei nostri obiettivi, che vanno incrociati con la variabile tempo e la variabile calendari parlamentari”. Rispondendo a una domanda, il presidente del Consiglio ha detto che “questo è stato il primo Natale in cui Pannella non era nella sua attività di visita nelle carceri, voglio ricordarlo e ringraziarlo”. Il premier ha anche assicurato l’intenzione del governo di “inserire in questo menù piuttosto complicato di fine legislatura anche questo tema”.

Crisi migranti. Per Gentiloni, l’Italia è riuscita a fare fronte in modo adeguato alla crisi migratoria e a “gestire grandiosi flussi di persone”. Secondo il capo del governo, che ha ringraziato gli italiani per la loro generosità, il nostro Paese ha agito “con equilibrio e umanità, anche se la questione è ancora aperta”.

G7 e Russia. Gentiloni ha annunciato che intende utilizzare la presidenza di turno del G7 per porre al centro il tema del Mediterraneo, attraversato da grandi flussi migratori e da conflitti, e per impostare un nuovo rapporto con la Russia. “L’Italia userà la presidenza del G7 per due obiettivi: la centralità del Mediterraneo, che non può essere un ‘mare nullius’, cioè un mare di nessuno; e usare il G7 per relazioni diverse con la Russia. Non si tratta di rinunciare ai principi, ma è sbagliato un ritorno a logiche da guerra fredda che non hanno senso oggi”.

Caso Regeni. Sulla vicenda Regeni “c’è una strada che il governo ha cercato di seguire, quella della fermezza e della richiesta di cooperazione. Ultimamente ho visto segnali di cooperazione molto utili dall’Egitto, spero si sviluppino e il governo lavorerà in questo senso”, ha detto Gentiloni. “La collaborazione tra la procura di Roma e la procura generale del Cairo ha prodotto dei risultati”, spiega ancora. “Sulla gravità della vicenda – ha aggiunto – non ho nulla da aggiungere a quello che dico da 11 mesi a questa parte. È una delle vicende che giustamente ha colpito di più l’opinione pubblica. Ho cercato di essere ‘sul pezzo’ e in contatto continuo con la famiglia che voglio da qui salutare, ci sono sempre delle famiglie esemplari in queste situazioni. Ci siamo sentiti l’ultima volta il giorno di Natale”.

Medio Oriente. “L’Italia ritiene che la soluzione dei due Stati – Israele e Palestina che coesistono in reciproca sicurezza – sia quella da perseguire. Ritiene che gli insediamenti non favoriscano la soluzione dei due Stati, ritiene altresì che una strategia basata sull’idea che l’isolamento diplomatico di Israele sia strumento di pressione per portarlo al tavolo della trattative sia un’illusione”. Per il capo del governo, “il negoziato deve ripartire su basi di nagoziato. Gli insediamenti non aiutano”.

Errore ‘no’ di Roma a Olimpiadi.  Una Capitale che deve recuperare l’ambizione: questa è Roma, che, secondo il premier ha fatto passi indietro. “Oggi la competizione tra le grandi metropoli si fa sui progetti. Penso che rinunciare alle Olimpiadi sia stato un errore”. “Non c’è alcuna distrazione, né personale, visto che sono romano, né dal punto di vista politico, del governo nei confronti della città di Roma. Ho cominciato a lavorare al Comune di Roma nel ’93, quando Roma e il suo ruolo di Capitale era messo in discussione. Credo – ha aggiunto – di aver contribuito a una stagione in cui Roma ha recuperato non solo il suo ruolo ma anche la sua ambizione. Chi amministra Roma non deve badare solo alla buona gestione ma anche alla vocazione della città. E su questo punto abbiamo fatto passi indietro. C’è stata una fase in cui Milano vedeva Roma con una certa invidia. Ora vorrei che Roma rilanciasse sul quella che si può chiamare la sua esclusività permanente che viene da millenni di storia”.

Inchiesta Consip. Non è mancata la domanda sulla vicenda Consip: “Credo che le iniziative giudiziarie di cui sono stati oggetto” il generale Del Sette e il ministro Luca Lotti “non impongano al governo di prendere decisioni, che a mio avviso sarebbero ingiuste e ingiustificate”, ha detto Gentiloni. “Le persone coinvolte nel caso godono della mia massima considerazione e la  fiducia nel lavoro della procura di Roma è totale”.

Caso Poletti, Gentiloni: “Un po’ più di cautela sarebbe stata provvidenziale”

Vicenda Poletti. Il premier ha risposto anche a una domanda sul caso delle dichiarazioni del ministro Giuliano Poletti: “Un po’ più di cautela sarebbe stata provvidenziale” ma “non parliamo di delinquenti bensì di una persona perbene che ha detto una cosa che non doveva dire e che per questo si è scusato. In un Paese come il nostro questa cosa lascerà certamente un segno, creerà difficoltà, ma finisce così, con le scuse dell’interessato anche perché non voglio fare paragoni ma, insomma cose ben più gravi abbiamo visto e sentito in questi anni”.

Rapporti con Usa restano saldi. L’avvento di Trump alla Casa Bianca possono far cambiare i rapporti tra Italia e Usa? “Ci sono cose che non cambiano. Il rapporto fra Italia e Usa non è cambiato fra l’amministrazione Kennedy e quella Nixon piuttosto che fra quella Bush e quella Obama. Ognuno può avere la propria sensibilità politica ma ci sono dei capisaldi che, per quanto rilevanti possano essere le novità politiche introdotte da Trump che vedremo, non cambiano”, ha assicurato il premier.

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